In Svizzera fumano più giovani e la dipendenza accorcia in media l’aspettativa di vita di 14 anni
Il fumo resta la causa di morte più importante da evitare. In Svizzera fumano ancora un quarto delle persone, nonostante il consumo di sigarette sia massicciamente sceso dal 2004 da 2288 a 1461 sigarette per abitante. Un segnale che la lotta contro il consumo di tabacco raggiunge risultati positivi, grazie ai divieti di fumo e alla restrizione della pubblicità. La scorsa settimana il Consiglio federale nel suo messaggio al Parlamento sulla nuova legge sui prodotti del tabacco (LPTab) ha proposto pertanto di vietare la vendita dei prodotti di tabacco ai minorenni e di sottoporre a restrizioni le forme di pubblicità facilmente accessibili ai bambini e ai giovani. Questi propositi hanno ulteriore valore se si confrontano con un nuovo studio, non ancora pubblicato, del Monitoraggio svizzero delle dipendenze commissionato dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP): il consumo di tabacco tra i giovani è sorprendentemente salito. Un trend “devastante”, come l’ha definito Daniel Bach portavoce dell’UFSP alla trasmissione della televisione svizzera tedesca “Rundschau”, confermandone i dati preoccupanti.
In Svizzera fumano più di 300.000 giovani, con tendenza ad aumentare. La quota dei fumatori tra i 15 e i 25 anni è salita dell’1.6% dal 30% al 31.6% tra il 2012 e il 2014. “Un progresso inquietante” per Daniel Bach che vede “nella difficoltà dei giovani di uscire dalla dipendenza” la causa maggiore. Preoccupante, poiché prima o poi i giovani avranno problemi di salute e si sa anche “che chi non smette di fumare avrà in media 14 anni in meno di aspettativa di vita”. Un altro dato riguarda la differenza di quota quasi raddoppiata per gli uomini giovani fumatori (il 36.2%) in confronto alle donne giovani (26.8%). Nella Svizzera tedesca vive la maggior parte dei fumatori giovani con il 32.2%, seguita dalla Romandia con il 30.4% e dalla Svizzera italiana con il 29.9%.
L’aumento dei giovani fumatori è un affare lucrativo per l’industria del tabacco, che mira a sedurre i giovani mediante un linguaggio diretto, associando ai prodotti concetti di stato d’animo cool e di stile di vita sciolto. Una clientela, che se inizia a fumare in giovane età, probabilmente rimarrà un potenziale cliente per il futuro: prima si comincia, più è difficile smettere. “L’industria del tabacco ha enormi potenzialità e mezzi per attirare i giovani clienti”, ha sentenziato l’aumento Michela Canevascini, direttrice del Centro di prevenzione del tabagismo Vaud. Canevascini ha sistematicamente analizzato la pubblicità e il marketing delle ditte di sigarette in Svizzera. Il risultato è un marketing che rende onnipresente la pubblicità nei luoghi di alta frequentazione di giovani, come ad esempio i festival open air, regolarmente sponsorizzati dall’industria del tabacco. Con successo come dimostra lo studio dell’UFSP: la quota dei fumatori minorenni nell’età tra i 15 e 17 anni è salita dal 18.7% del 2012 al 20.7% nel 2014. “Per diminuire il consumo di tabacco occorrerebbe estendere il divieto di sponsoring alle manifestazioni nazionali e vietare la pubblicità per il tabacco presso i punti di vendita” è la proposta delle associazioni di prevenzione. Divieto che non è previsto nella nuova legge sui prodotti del tabacco del Consiglio federale, per rispettare la libertà di mercato e gli interessi economici che hanno avuto il loro peso in questa decisione. Un divieto generale fallito per l’opposizione dei rappresentanti politici del tabacco e della pubblicità, che vedono un’intromissione nella libera competizione. “In uno stato liberale vietare la pubblicità è problematico, anche perché il prodotto è legale, il cittadino è maggiorenne e ha la libertà di decidere indipendentemente se acquistare il prodotto”, sono gli argomenti chiave espressi da Gregor Lutz, presidente dell’Unione svizzera del commercio del tabacco. I giovani hanno anche la libertà di decidere di smettere di fumare, che è l’unica via per uscire dalla dipendenza. In Svizzera muoiono ogni anno quasi 9.500 persone a causa di malattie legate al consumo di tabacco.