Si è chiusa in questi giorni la edizione 2024 del Geneva International Motor Show-GIMS, il Salone dell’Auto di Ginevra, tornato negli spazi espositivi del Palexpo dopo quattro anni di assenza, anche a causa della pandemia, e con una formula rinnovata che, sempre che lo permettano le incertezze economiche che leggeremo tra breve, lo vedrà presente nella città di Calvino a cadenza biennale, alternandosi con il Doha Motor Show, a seguito del partenariato della rassegna ginevrina con i nuovi soci del Qatar.
Il tema di GIMS 2024 ha ricordato Sandro Mesquita, amministratore delegato di GIMS, è stato “Auto.Future.Now”, a descrivere la esigenza di reinventarsi da parte della mobilità veicolare in ogni sua declinazione, evoluzione tecnica, e finalità di utilizzo, oggi tutte confrontate con evoluzioni impensabili sino a pochi anni fa e di cui ci limitiamo a richiamare solo alcune: elettrificazione dei propulsori, incertezze di indirizzo strategico da parte delle organizzazioni governative, cambiamento della sensibilità ambientale da parte del pubblico, ricorso alla digitalizzazione e della intelligenza artificiale delle procedure industriali e le conseguenti ricadute in termini occupazionali anche lungo tutta la filiera distributiva.
Non deve quindi sorprendere il limitato numero di anteprime mondiali presentate alla rassegna ginevrina, appena 15, cosi’ come segnalare che ridotta è stata la presenza dei marchi automobilistici, appena 33 rispetto ai 150 registrati nella ultima edizione pre-pandemica, quella del 2019.
Fra le tante marche cinesi ed asiatiche presenti al Palexpo, a testimoniare il prestigio dei brand occidentali era presente solo il gruppo Renault, insieme alla sua controllata Dacia.
La azienda transalpina di Billancourt con la sua Scenic E-Tech Electric si è aggiudicata il titolo di Car of the Year, in passato uno dei più ambiti riconoscimenti internazionali, specie per le sue ricadute commerciali.
Particolarmente visitato da pubblico e media è stato il settore dedicato alle auto storiche, agli incontri con i rappresentanti della industria e della Federazione Internazionale dell’Automobile che, malgrado la crisi del mercato, almeno per quanto riguarda la mobilità privata raggruppa 150 club nazionali presenti in cento paesi in rappresentanza degli oltre 100 milioni di iscritti a livello globale.
A confermare le difficoltà del mercato è stato Luca de Meo, attuale CEO di Renault, e presidente della Association des Constructeurs Européens d’Automobiles-ACEA.
GIMS 2024, ha ricordato il manager della casa transalpina nel suo incontro con i media, rispecchia le principali incertezze che appesantiscono il settore automotive, in particolare quello europeo.
Chiamata in causa è la strategia del governo di Bruxelles, che nel recente passato ha esordito con normative che prevedevano il 2035 come scadenza non negoziabile per la totale elettrificazione del mercato.
Tuttavia, come talvolta accade con le previsioni a lunga scadenza, l’europarlamento in corso d’opera si è poi reso conto che per una serie di difficoltà sopravvenute, leggasi pandemia, inflazione, carenza di materie prime, cui si è associato il conflitto russo-ucraino, insomma: da un lato la industria automobilistica europea non ha potuto organizzare una sua capacità strategica per convertirsi ai motori elettrici.
Di questa situazione ne hanno approfittato le aziende asiatiche, specie cinesi, la cui legittima priorità è la conquista di quote di mercato, in questo caso altresì favorita dalle indecisioni della concorrenza.
Oggi è inutile perdersi in rimpianti: in regime di libero mercato, non resta che arrendersi allo stato dei fatti e con altrettanta decisione revisionare la politica industriale sia del comparto automotive ed in parallelo anche energetico, quest’ultimo indispensabile per pianificare i ritmi di lavoro, oltre che stabilire una tabella di marcia per la riduzione degli inquinanti, e favorire il team playing, il gioco di squadra tra i marchi presenti sul mercato.
Insomma, ha aggiunto il manager di Renault, per contenere la concorrenza dei produttori esteri, la strategia é “cercare segmenti ad alto valore aggiunto e riuscire a raggiungere i livelli di produttività che non abbiamo mai visto, o che almeno non vediamo più da tanto tempo. Tutti parlano di riduzione dei costi, ma io parlo di incremento della produttività, perché questa è la vera battaglia”.
Prima di concludere, segnaliamo che, con la edizione 2024, GIMS è ormai prossimo a celebrare il primo centenario dalla sua fondazione.
Come in tutte le ricorrenze, anche in questo caso, potremmo ricorrere ad una felice formula beneaugurale e commentare “cento anni e non sentirli”.
Ma, preso atto della attuale situazione del comparto automobilistico, ci asteniamo dal farlo e piuttosto ci auguriamo che del Salone dell’auto di Ginevra-GIMS si senta ancora parlare per molti, molti, molti anni a venire.
di Andreas Grandi
Foto: ©Geneva Motor Show