Renzi chiede un documento scritto. Grillo: “Si prende atto che un confronto democratico e trasparente in Italia è oggi impossibile”. Ma nello stesso tempo per il leader del M5S le porte per una discussione sulla legge elettorale “sono sempre aperte”
L’incontro sull’Italicum che doveva avere luogo lo scorso lunedì pomeriggio è saltato. Tutto per le richieste troppo “pretenziose”, secondo il suo diretto avversario Beppe Grillo, di Matteo Renzi che avrebbe chiesto di formalizzare l’incontro attraverso la verbalizzazione delle risposte del Movimento di Beppe Grillo sui punti della riforma della legge elettorale. In altre parole a Renzi non sono bastate le aperture dei pentastellati, lui vuole le risposte scritte, nero su bianco, altrimenti, aveva avvisato il Premier non ci sarebbe stato nessuna nuova riunione per discutere delle eventuali modifiche al sistema elettorale. “In troppe occasioni il M5S si è reso protagonista di sleali e brusche inversioni di marcia” aveva spiegato il deputato Pd Dario Ginefra. Così, da questa richiesta, ecco che non tarda ad arrivare la risposta di Grillo attraverso il suo blog: “Si prende atto che un confronto democratico e trasparente in Italia è oggi impossibile” scrive, ma anche che “Stiamo scivolando lentamente verso una dittatura a norma di legge, il M5S non resterà a guardare e spera che i sinceri democratici che esistono negli altri partiti facciano altrettanto” esorta il leader dei 5 stelle. Poi ci va giù pesante nei confronti di Renzi che “è un ebetone pericolosissimo, quindi molto sottovalutato anche da me, e questo me ne dispiace” afferma Grillo che sostiene che il Paese stia inevitabilmente dirigendosi verso “una grande criminalità organizzata di stampo democratico, quindi io esorto veramente le persone, i cittadini, anche i componenti di altri partiti, se hanno ancora un po’ di barlume di democrazia dentro, non si può fare fuori l’opposizione così, fare finta, questa è gente falsa, ipocrita” spiega Grillo in una telefonata con ‘La Cosa’ pubblicata sul blog del leader dei 5 Stelle e continua “Io abbraccio anche i ragazzi che si sono fatti prendere in giro da questi falsi e ipocriti che vanno 10 punti, parlano del documento che dovrebbe essere consegnato a chi?
A casa di chi? A casa della casa della casa di chi?” Nonostante ciò, però, il leader del M5S ci tiene a precisare che non si tirano certo indietro e che “le porte per una discussione sulla legge elettorale per il M5S sono sempre aperte, né mai le ha chiuse nonostante continue provocazioni”. Tutto ciò perché essendo la seconda forza politica in gioco, il M5S ha il dovere “di migliorare la legge elettorale e ci proverà fino in fondo. Il mio è stato un appello ai parlamentari delle altre forze politiche che hanno a cuore la democrazia perché ci aiutino a evitare una deriva anticostituzionale legata alle riforme”, scrive Grillo nel post, intitolato “Precisazioni sul mancato incontro Pd-M5S”, confermando la stessa volontà di collaborazione espressa dal vicepresidente M5s della Camera Luigi Di Maio in conferenza stampa a Montecitorio dopo lo stop del Pd: “Noi abbiamo le idee molto chiare, ma vediamo dall’altra parte molta confusione. Da ora in poi parliamo solo con Renzi, nel Pd gli altri non sono affidabili, siamo esterrefatti. Ora – prosegue Di Maio – aspettiamo quali sono le reazioni dall’altra parte”, da parte del M5S, “non c’è nessuna volontà di far saltare questo tavolo. Una legge che ha le preferenze, non ha gli sbarramenti”. Ma “neanche il Pd intende far saltare il tavolo, consapevole del fatto che l’urgenza delle riforme chiama tutti a lavorare con impegno e tempestività, confrontandoci con tutti” spiega il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini rispondendo a Di Maio. “Forse – prosegue Guerini in una nota – avevamo ragione a chiedere risposte precise, puntuali e scritte ai 10 punti proposti dal Partito Democratico; Dal 2 gennaio – continua – chiediamo una risposta dagli esponenti del M5S. Speravamo che fosse arrivata. Invece la loro mancanza di chiarezza rischia di isolarli e di renderli irrilevanti sulle importanti riforme attese da oltre 30 anni dagli italiani”. Attraverso i canali di Twtter, invece, arriva secca la risposta di Matteo Renzi “Io sono un ebetino, dice Beppe, ma almeno voi avete capito quali sono gli 8 punti su cui #M5S è pronto a votare con noi? #pochechiacchiere”. È chiaro e fermo nella sua richiesta del documento scritto e infatti il Presidente del Consiglio precisa “Non è uno scherzo, sono le regole! Chiediamo un documento scritto per sapere se nel M5S prevale chi vuole costruire o solo chi urla”.