Il tribunale di Oristano concede l’uso della lingua sarda in un processo che proseguirà l’11 giugno sulla legittimità della proprietà di una piccola isola tra Cabras e san Vero Milis
Da anni, ormai, si sta andando verso l’Europa Unita, il percorso sarà lungo, anzi, temiamo lunghissimo per arrivare ad un’unità politica; si arriverà probabilmente fra qualche decennio ad una seconda lingua, l’inglese, per tutti, seconda dopo le lingue nazionali che sicuramente e per fortuna non moriranno mai. Di certo, non spariranno le lingue delle minoranze, perché se non ci penserà l’Europa, ci penseranno, come già accade, coloro che le parlano e ne sono fieri al punto da chiedere fondi ed iniziative per mantenerle vive.
Di lingue di minoranza, in Italia, ce ne sono tante: il ladino, ad esempio, l’albanese in alcuni Comuni dl Molise e della Calabria, il greco in vari paesini della stessa Calabria. Poi, per obbedire alla sintesi, ci sono il friulano e il sardo. Ecco, quest’ultimo nei giorni scorsi ha ottenuto una vittoria eccezionale. Il presidente del tribunale di Oristano, Luigi Mastrolilli, ha deciso che l’11 giugno la causa a carico di Salvatore Meloni, indipendentista sardo, si terrà appunto in sardo e non in italiano. L’uomo è raggiante, perché in un sol colpo ha ottenuto – o potrebbe aver ottenuto, non si sa ancora, dipende dall’esito del processo – due vittorie. La prima, già acquisita con una decisione del giudice, è quella della lingua. Per un indipendentista è una vittoria che potrebbe oscurare anche un’eventuale condanna penale a carico della sua persona. L’altra vittoria potrebbe essere – ma non è affatto sicuro, anche se ci sono buone probabilità di farcela, almeno stando al suo ottimismo – quella di far dichiarare l’isola di Mal di Ventre “Sa Repubblica indipendente de Malu Entu”. La creazione di un Principato, di una Repubblica, in pratica di uno Stato indipendente non è certo nuova in Italia. Filettino, un paesino in provincia di Frosinone, ne è l’ultimo caso, con l’avvocato Carlo Taormina principe reggente e il regista Pasquale Squittieri presidente del Consiglio. Il penultimo è Seborga, in Liguria, che ha anche battuto moneta, il Luigino. Ora, appunto, ci prova anche Salvatore Meloni, detto Doddoré, a far nascere una nuova piccola Repubblica indipendente, per la quale si è buscato una denuncia sfociata in un processo che si terrà in lunga sarda l’11 giugno prossimo.Va precisato che la nascita di questi principati che hanno un territorio che coincide con quello del Comune è stata dettata da una causa pratica: la decisione del governo Berlusconi, ribadita dal governo Monti, non ancora messa in pratica, di accorpare i Comuni con pochi abitanti. Con la dichiarazione di indipendenza, si dovrebbe evitare l’accorpamento, almeno secondo “i principi reggenti”.
Ma torniamo a Salvatore Meloni, che è un indipendentista non dell’ultima ora. Quello dell’uso della lingua sarda è un obiettivo di cui abbiamo già parlato. Resta quello dell’indipendenza dell’isola Mal di Ventre denominata in sardo, come detto, “Sa Repubblica indipendente de Malu Entu”. L’isola, 81 ettari a cinque miglia tra Cabras e san Vero Milis, apparteneva a una marchesa ligure che nel 1970 la perse a poker con lo scozzese John Miller, il quale ne voleva fare un luogo turistico con relative case e negozi, ma non poté farlo a causa degli impedimenti urbanistici, per cui quella vincita per lui si rivelò essere un bidone. Comunque, nel 1972 divenne proprietà della “Turistica Cabras”, una società a responsabilità limitata di Napoli. Nel 1974 Salvatore Meloni la occupa con cinque compagni del Partidu indipendentista Sardu e lancia un comunicato ufficiuale: “Malu Entu” tornerà ai sardi. Per usucapione”. Nel 2008 l’ultima spedizione, ma cinque mesi dopo la Guardia Forestale e la Capitaneria di porto intervengono per sgomberare l’isola dal palazzo presidenziale, che consiste in una tende canadese a due posti. Le autorità mettono fine alla Repubblica indipendente e denunciano Salvatore Meloni detto Doddoré, che ha ottenuto di parlare in lingua sarda dal tribunale. Pare che il giudice Mastrolilli, “Unu continentale”, gliel’abbia concesso per disperazione, perché da imputato parlava in logudorese e poi diventava interprete di se stesso per far capire agli altri quello che lui stesso diceva.L’appuntamento è l’11 giugno, quando si tratterà di sapere se l’occupazione del 1974 sarà considerata un fatto pacifico o no. Nel caso in cui nessuno in questi anni abbia protestato, c’è anche la possibilità che l’appartenenza per usucapione sia ritenuta valida dal giudice. Se dovesse essere così – ma dubitiamo che la cosa sia così lineare – Salvatore Meloni potrebbe diventare Presidente della Repubblica di “Malu Entu” e trattare direttamente con Giorgio Napolitano le condizioni per una indipendenza pacifica.Pare comunque che nel frattempo e in attesa degli eventi fatali, Salvatore Meloni sia stato già contattato da vari indipendentisti corsi, baschi e catalani, da ultimo anche da quelli padani, direttamente da Renzo Bossi, il quale avrebbe scelto là il suo esilio nel caso in cui in Italia e in Albania si mettesse male per lui.