Fra dieci giorni, il 22 aprile, il primo turno delle presidenziali francesi
Quando ci sono le elezioni, i candidati sono capaci di fare le promesse che già sanno che non manterranno mai, ma a volte succedono anche i miracoli. Uno è quello dell’identità di vedute tra l’Italia e la Francia. Sulla Tav, tutti e due i Paesi sono unanimi, cioè si deve fare, è un’opera indispensabile, non si può tornare indietro. L’altro miracolo è che i principali candidati all’Eliseo, il presidente uscente Nicolas Sarkozy e il candidato socialista François Hollande, sono arrivati alle stesse conclusioni: la Tav si deve fare. Le elezioni ci saranno il 22 aprile (primo turno) e il 6 maggio (secondo turno) e su un’opera di questa dimensione, che porterà lavoro a migliaia di persone, risparmio e crescita ad aziende e alle cittadine e ai villaggi interessati, nessuno, evidentemente voleva fare la figura di chi affronta i problemi dal punto di vista ideologico. Aveva iniziato l’attuale ministro dei Trasporti francese, Thierry Mariani, che ha esaltato il governo italiano per la firma dell’accordo sul progetto definitivo tra i due Paesi e per non essersi piegato alle pressioni dei no Tav. Il candidato socialista, quasi a voler sottolineare le parole del ministro e per non essere tacciato di opportunismo nella ricerca dei voti alternativi, ha dichiarato: “Bisogna lavorare alla competitività dell’Europa come terra di produzione e tutto ciò passa attraverso la costruzione di infrastrutture come la Tav Torino-Lione. La soluzione alla crisi dell’Europa non sarà nel ripiegamento su se stessi. Per rilanciare l’attività economica in Europa e bloccare l’aumento della disoccupazione, abbiamo bisogno di questo tipo di investimenti, che rendano il nostro continente più attrattivo e coeso”. Il discorso di Hollande è comunque stato anticipato dal responsabile dei Trasporti della campagna del candidato socialista, Roland Ries, che aveva definito il progetto “importante e necessario”, perché era “uno degli anelli mancanti per l’interconnessione dell’Europa”. Roland Ries ha parlato di “priorità” e, a proposito delle proteste, in verità più in Italia che in Francia, ha detto che sono legittime ma “non lo sono le violenze che le accompagnano”. La linea, ha detto il ministro in pectore di Hollande, “è una necessità per l’Europa, sia per il trasporto ferroviario dei passeggeri che delle merci”.
Anche Nicolas Sarkozy ha ripetuto gli stessi concetti con le identiche parole: “La Torino-Lione è uno dei progetti più importanti, se non il più importante per la Francia e per l’Italia. Per quanto riguarda i manifestanti, voglio ricordare che è il progetto più ecologico, visto che consentirà di fare in modo che migliaia di camion non passino più tra le Alpi. E i Paesi sui due versanti della frontiera saranno liberati dai mezzi pesanti. E’ un progetto che tutti dovrebbero appoggiare”. Ambedue i candidati hanno ricordato alcuni dati riguardanti i costi e la dimensione, nonché l’utilità dell’opera. Innanzitutto, la firma dell’accordo definitivo, avvenuta a Roma lo scorso trenta gennaio; poi i costi, che saranno complessivamente di 15-20 miliardi, a carico in gran parte dell’Europa. All’Italia toccherà pagare 2 miliardi e 700 milioni, alla Francia 8 miliardi e 200 milioni. I lavori cominceranno nel 2013 per concludersi nel 2023 ma già quest’anno verranno avviate opere per il tunnel della Maddalena di Chiomonte, in Val di Susa. Da Parigi a Milano ora s’impiegano sette ore, a linea ultimata solamente 4 ore. Con il pronunciamento ufficiale e definitivo del governo e, seppure con ritardo per alcuni partiti, con il consenso quasi unanime, il destino dei no Tav è segnato, ma questo non vuol dire che i manifestanti si siano arresi. La loro, però, ormai sembra essere più un atto presenza, seppure rumoroso, nelle piazze, che un ostacolo alla realizzazione del progetto. A dieci giorni dalle elezioni, la lotta tra Sarkozy e Hollande è quanto mai serrata. I sondaggi divergono, evidentemente sono di parte, ma sembra che il candidato socialista abbia mantenuto un leggero margine di vantaggio sul presidente uscente. [email protected]