Un immigrato macedone minaccia di spruzzare acido al primo cittadino di Jolanda di Savoia (Ferrara) perché non ha ottenuto l’alloggio popolare gratis
E’ invalsa una brutta abitudine in Italia: quella di buttare acido in faccia alla gente. E’ vero, finora i casi sono stati limitati, ma si sa che le brutte abitudini trovano sempre imitatori stupidi. Il caso più noto è quello di Lucia Annibali, 36 anni, avvocato e bella donna, sfigurata dall’acido che due delinquenti rumeni al soldo del suo ex fidanzato le spruzzarono in viso. Recentemente la donna, dopo otto interventi chirurgici, è riapparsa in pubblico, con i segni dell’acido ma con la vista salvata. Gli investigatori, dopo essere riusciti ad identificare gli aggressori, sono riusciti ad incastrare l’ex di Lucia.
Quindici giorni dopo, il 30 aprile, tocca ad un infermiere di 33 anni essere aggredito da uno sconosciuto che gli spruzza l’acido mentre sta salendo sul treno. Gl’inquirenti ritengono che la mandante sia l’ex che da tempo lo perseguitava. Prima è stata una donna ad essere aggredita, poi un uomo. Il 6 maggio toccò a Samanta, una donna di 36 anni incinta di due gemelli, cassiera in un supermercato di Cuggiono, tra Milano e Mantova. L’aggressore non è stato identificato. L’ultimo caso – speriamo che sia tale per davvero – è capitato il 12 agosto e la vittima è stata Domenica Foti, impiegata in una ditta di pulizie, mentre stava iniziando il suo lavoro all’ospedale Galliera di Genova. Un uomo le spruzza dell’acido sul volto: i sospetti cadono sull’ex marito, lasciato tre mesi prima.
Quello dunque che stiamo per raccontare è un caso particolare: l’uomo, un macedone, ha solo minacciato, ma non è passato all’atto, per fortuna. L’immigrato pretendeva di ottenere dal Comune di Jolanda di Savoia, un paesino di tremila anime in provincia di Ferrara, un alloggio popolare gratis. Quando i tecnici del Comune gli hanno detto di no, l’immigrato ha ribattuto minacciando: “Dite al vostro sindaco di stare attento, la prossima volta vengo con l’acido muriatico”. Il sindaco in questione è una donna, tra l’altro carina, di nome Elisa, Elisa Trombin, 40 anni, molto stimata per il suo impegno dagli abitanti di Jolanda di Savoia.
Il comitato per la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto, ha preso sul serio la minaccia, sia perché spruzzare l’acido è diventato di moda, sia perché nel luglio scorso un vigile urbano ha ucciso il sindaco di Cardano. Dice Elisa Trombin: “In passato mi sono trovata di fronte ad atteggiamenti aggressivi, ma sempre gestibili. Stavolta invece sono rimasta molto colpita. Il macedone è stato allontanato dal paese e indagato con l’accusa di minacce, ma siccome si trova a piede libero, le autorità non hanno voluto rischiare. Aggiunge il sindaco: “Spero solo che non ci siano in giro emulatori. E comunque credo di essere abbastanza tosta per reagire”.
Elisa Trombin ha ottenuto una scorta, ma lei teme che la scorta possa trasformarsi in prigione e la mette sull’istituzionale: “La gente viene da noi disperata, famiglie senza lavoro, aziende in ginocchio, per molti siamo l’ultima spiaggia e a volte le reazioni possono essere imprevedibili. Agli occhi di molti sembriamo più vulnerabili e qualcuno pensa di approfittarne, ma non è assolutamente così”.
Anche se schiva, Elisa Trombin viene difesa e tenuta d’occhio dagli anziani del posto, che la controllano e s’informano: è un modo come un altro per testimoniarle stima e ammirazione. Dopo la minaccia ha telefonato anche il vescovo di Ferrara, cosa che le ha fatto enorme piacere. Per tutte valgono le parole di un pensionato che partecipa alla squadra delle guardie del corpo volontarie, che ha detto: “le siamo vicini, grazie per il suo impegno”. Dopo le minacce qualcuno le ha mandato un gran mazzo di rose. Insomma, i compaesani di Elisa ne apprezzano l’impegno, ma anche la bellezza e il coraggio di fare il suo dovere, senza cedimenti.
Elisa Trombin è al centro dell’attenzione e dunque tenuta sempre sotto controllo sia dalle autorità che dai concittadini, ma non sempre è così. Ci sono donne (e magari anche uomini) che non godono né di protezione, né di notorietà, e rischiano di essere prede facili di chi non sa accettare le conseguenze dei propri comportamenti o anche delle regole di convivenza civile.