Segue la mia inchiesta sulla schiavitù, sperando che la democrazia imperfetta, non venga decisa da ChatGPT, ma praticata e difesa da persone informate, in grado di difendere gli interessi colletivi. Il suo fine principale dovrebbe stimolarci ad un costante aumento del livello culturale, contrastando le attuali “democrazie oligarchiche” che ci vorrebbero ignoranti e nichilisticamente assenti. Non serve bruciare i libri, dato che i lettori sono merce sempre più rara, basta sostituirli con un cellulare, serie in TV on demand ed essere online h24 finendo con l’eliminare le facoltà umanistiche negli atenei universitari o licei. L’anestetizzazione culturale la praticavano già i Romani con i giochi circensi e il mio atto di volontà nel tradurre in scrittura i miei pensieri è focalizzato nel riempire questa voragine strategica nichilista, che genera una maggioranza di ebeti ignoranti che si sentono in diritto di sbeffeggiare chi osi mostrare anche una parvenza di cultura. Senza strumenti intellettuali per pesare le “noiose” proposte politiche, molti si astengono, e guardano il prossimo video di TikTok. La pigrizia mentale si manifesta parlando delle crisi belliche o delle emergenze, in cui si naviga con la narrativa del Ministero della Verità cui delegare il loro pensiero. Per coloro che chiedono nei miei scritti valide proposte e ottimismo terapeutico, delego la risposta al filosofo: Sono giunto alla mia verità per molti cammini e in molti modi: non salii per un’unica scala all’altezza donde l’occhio mio guarda lontano. E malvolentieri chiesi agli altri che m’insegnassero la mia via, ciò mi fu sempre avverso! Sempre ho preferito interrogare e tentare da me stesso le vie. Interrogare e tentare, fu questo il mio procedere: e, in verità, bisogna pure imparare a rispondere a tali domande! Ma questo è di mio gusto… È un gusto né buono né cattivo, ma è il mio gusto, del quale non ho a vergognarmi, per il quale non devo nascondermi. «Questa è ora la mia via, dov’è la vostra?» Ecco ciò che risposi a coloro che mi chiedevano «la via». Giacché la via non esiste!
Schiavitù dal Nichilismo Esistenziale per cui la vita non possiede valore o senso intrinseco. Come per il libero arbitrio cristiano, l’uomo è l’attore responsabile del suo agire nel mondo e il costruttore di ogni suo scopo e significato, che non v’è in principio. Molti credono di possedere una superiorità intrinseca per il loro grado d’istruzione e posizione sociale, rispetto al gregge salariato e sempre più apolide. Questi “elevati” spesso occupano posizioni di “apparente” prestigio e fanno il lavoro sporco, dando aria alla lingua blaterano parole come uguaglianza o democrazia, ma in loro è subentrata una legittimazione della disuguaglianza, fortificata dall’ideologia del merito. La globalizzazione e la sua plutocrazia predatrice, ha esacerbato questa polarizzazione, facendo schierare i cosiddetti meritevoli con l’élite ricca a cui elemosinano le loro briciole. Ne fa riferimento Hegel, nella sua opera “la fenomenologia dello spirito”. In questo scontro fra autocoscienze dei singoli individui vi è chi è disposto a lottare fino all’ultimo e chi invece opportunista è disposto a rinunciare alla propria indipendenza e dignità. Si creano così le figure e la dialettica servo-padrone, in cui oggi il cittadino è sottomesso al signore e vive al suo servizio. Come rivolgersi ai “signori” convinti che il loro valore è eticamente (o politicamente) corretto, mentre tutto il resto è fuffa e noi altro non siamo che carne da cannone (vedi Ucraina o Gaza) o erogatori dei nostri dati personali e consumatori apolidi e soggetti integranti della tecnocrazia sempre più evasiva? Nietzsche profetizzava: Il nichilismo è la mancanza totale di senso, di scopo, di valore, di risposta alla domanda “perché?” Io rifiuto il nichilismo passivo (resilienza nella Neolingua), che produce un atteggiamento di arrendevolezza di fronte all’insensatezza del mondo e propongo il verbo del nichilismo attivo che mette in discussione i valori della tradizione ponendone di nuovi. Senza utopie, ma consapevole che il mondo è caos e che l’uomo ne è al centro e lo interpreta riemergendo e rielaborando la sua condizione esistenziale. In parole comprensibili auspico un cambiamento di paradigma dal basso e al di fuori del sistema vigente, rimettendo in discussione la dialettica servo-padrone.
Impero vs. BRICS+ In questa seconda cronaca di fine impero, e dei suoi schiavi moderni, nonostante l’indifferenza mediatica, dal 22-24 ottobre a Kazan si è svolto quello che probabilmente, è l’evento di politica internazionale più importante dell’anno. Il sedicesimo summit annuale dei BRICS+ (un fallimento?), fondato nel 2009, dopo lo scoppio della grande crisi finanziaria globale. Dopo oltre 500 anni, a dispetto della narrazione, l’Occidente non è storicamente “liberale”, avendo generato il fascismo, il nazismo e il militarismo giapponese. Altri mostri che l’Occidente predatore ha generato sono la conquista (non scoperta) violenta dell’America e del sud del mondo e infinite guerre illegali della Nato ai giorni nostri. Il suprematismo bianco ha partorito il genocidio dei popoli nativi, lo schiavismo degli africani e di altri popoli indigeni, il colonialismo, il capitalismo, l’imperialismo, il patriarcato, l’odio di classe, il razzismo, il transumanesimo e per finire l’apartheid e la sua variante peggiore che è il sionismo. L’Occidente collettivo è ostaggio di una ristrettissima oligarchia finanziaria che deve il suo dominio all’imperialismo anglo-americano (e francese) e alla dollarizzazione degli scambi internazionali, dichiarando insieme ai suoi vassalli europei guerra totale, ai paesi che non si genuflettono e auspicano un nuovo ordine multipolare. Per salvare la faccia, con l’appoggio dei vari Ministeri Orwelliani, dopo una clamorosa sconfitta sul fronte ucraino, l’impero è impegnato a sostenere la deflagrazione definitiva di un secondo fronte in Medio Oriente, indifferentemente dal presidente USA in carica. Nel loro folle obiettivo di destabilizzare il pianeta ostacolando così, la crescita economia e industriale dei presunti avversari in primis la Cina. Sul fronte opposto l’obiettivo dei BRICS+, è di unire tutti i Paesi sistematicamente depredati della loro ricchezza e delle loro prospettive di crescita e costruire in modo collaborativo nuove istituzioni che permettano di liberarsi dall’unipolarismo USA e da tutte le multinazionali imperialiste, FMI, FED, OMS, ONG e Swift fino ai fondi di investimento (i padroni della finanza mondiale), che tanta ingiustizia, guerre ed esodi di massa ha provocato. Lascio ai professionisti dell’informazione il compito in formato “for dummies” gli strumenti di base per poter giudicare in modo indipendente l’evento e storico summit di Kazan 2024. Sarebbe ora di liberarci da queste catene tossiche che nonostante gli speranzosi propositi di multipolarismo e di guerre a finire, ha un problema intrinseco alla natura del capitalismo, che mai sarà multipolare, avendo una necessita esistenziale e dominante del suo processo di centralizzazione anarchico. In ultima analisi, l’egemonia neoliberista in crisi non intende assolutamente abdicare e i Trump e Musk o il venerabile Draghi con il suo Rapporto, possono unicamente dare un epilogo tragico alla vecchia storia ingombrante dell’imperialismo predatorio di cui non se ne può più.
Chi finanzia la finanziaria? Volendo con un grande sforzo convincere delle attitudini filo-proletarie del ministro Giorgetti in virtù delle quali in vista della Finanziaria 2025, egli dichiara di sapere dove stanno i soldi e a chi bisogna chiederli. A detta del Ministro, in difesa dei beneficiari del superbonus ristrutturazioni che, sono per gran parte ville e villini “… di chi i sacrifici li può fare”. In una anteprima della finanziaria fatta con netto anticipo rispetto al previsto, dovendo rispettare i tempi e severo giudizio della Commissione Europea e non rischiare di essere messi sotto procedura d’infrazione per eccesso di debito pubblico. Da non dimenticare il potenziamento degli investimenti per la Difesa non ancora al 2% come chiesto dalla Nato, ma a un misero 1,46 corrispondenti a “soli” 32 Mrd per il 2025. Che dire poi del Fondo sanitario nazionale per il 2025, «che tradisce ampiamente i proclami dell’Esecutivo»: l’incremento reale sarebbe di soli 1,3 miliardi di euro, rispetto ai 3,5 miliardi annunciati, confermando lo smantellamento in atto dal pubblico ai privati. Ma si sa che la Meloni e Giorgetti e compagnia cantanti la fila nei pronto soccorso neanche sanno che esite! Senza trucchi o burocrazie come zavorra, per l’invio di armi all’Ucraina e le 40 missioni militari sparse nel pianeta, serve moneta fresca e dedicata ed è l’unica voce del documento che mette a segno incrementi. Sopportando le pose della ducetta, e sedate le preoccupazioni di Giorgetti, questa Finanziaria conferma l’aggressione al tenore di vita dei proletari e comincia a intaccare anche tutta la piccola borghesia non sfruttatrice. Ricordo negli interventi in parlamento, Giorgetti profetizzava una finanziaria no tax, mentre da buon prestigiatore faceva un decreto legislativo che rivedesse le accise, per il gas e il diesel facendo capire che i prezzi aumenteranno e l’inevitabile ricaduta su molte altre merci e tariffe. Spero abbiate capito chi finanzia la finanziaria?
La Meloni svende l’Italia a Larry Fink (BlackRock). Dopo essere rientrata da NY e aver ritirato il meritato premio di miglior atlantista dell’anno, Giorgia la “sovranista” ha mandato un messaggio inequivocabile: oligarchi di tutto il mondo, unitevi! E fate dell’Italia quello che volete. (link). La madre cristiana e Fink hanno poi discusso dei possibili investimenti di BlackRock nell’ambito dello sviluppo di data center e nelle infrastrutture energetiche di supporto. Si prospetta da parte del fondo di investimento americano l’opportunità di investire in Autostrade e in altri settori di natura strategica. E noi che non capivamo le continue sudditanze e invii (segreti) di armi e sostegno logistico ed economico all’Ucraina. Adesso è tutto trasparente, infatti BlackRock creerà gli strumenti finanziari specifici nell’ambito del famoso Piano Mattei e la definizione di prestiti obbligazionari per la ricostruzione dell’Ucraina, e garantiti politicamente dall’Italia. Siamo nelle mani di personaggi indegni e del ruolo per la quale hanno ricevuto il mandato di rappresentare i nostri interessi. Ma forse sono sufficienti alcune giornate di sciopero in cui saremmo ancora noi a subire i disagi dei mancati servizi dei trasporti, per fermare questa postura in modalità da Robin Hood dei ricchi, assunta dai governi di turno da decenni ormai(sic). Come aprire le menti che la debitocrazia, ossia il meccanismo attraverso cui le oligarchie costringono, attraverso l’aumento del debito pubblico degli Stati nazionali a tagli sociali e privatizzazioni utili ai loro interessi, è l’unico scopo e incarico dei nostri strapagati politici scalda-poltrone in parlamento?
Asservimento dalle manifestazioni dei finto-pacifisti Negli ultimi mesi in molte città europee migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per esprimere la propria solidarietà alla Palestina e al Libano. Altre proteste rivendicate come il diritto all’abitare, ai lavoratori della declinante industria tedesca, fino ai pensionati con sempre meno potere di acquisto. I sindacati muti per il ricatto dell’infame tessera verde hanno fatto il loro compitino protestando contro la Finanziaria 2025, nel rispetto del politicamente corretto ma eticamente corrotto. Tornando alle manifestazioni illegali pro-Palestina, che sarebbero efficaci, abolendo i retorici slogan dei finto-pacifisti che si lavano la coscienza, e agendo al di fuori delle regole. I loro comizi dovrebbero ospitare esperti e storici o tutti gli intellettuali che da anni si sono imboscati (perché hanno famiglia), e fare le seguenti dichiarazioni da pubblicare poi nei maggiori quotidiani: Voi tutti manifestate, perché i media ne parlano e perché è figo scendere in piazza mentre noi è dal 1948 che abbiamo il nemico occupante in casa e i vostri governi neanche riconoscono il nostro stato. Al mondo non è mai interessata la nostra tragedia e le azioni della nostra fiera resistenza le chiamate “terrorismo”, mentre se Israele ci massacra la chiamate autodifesa. Non ha senso la bandiera della pace, levatela, noi non vogliamo la pace ma la libertà e riavere ciò che ci è stato sottratto. L’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite riconosce il diritto alla legittima difesa individuale o collettiva per i suoi membri in caso di attacco armato. Non vogliamo stringere le mani a Israele che dopo decenni di discriminazioni, sopraffazioni, invasioni, insediamenti, uccisioni, rapimenti spacciati come arresti senza accuse, condanne arbitrarie, demolizioni, muri, campi profughi periodicamente aggrediti, accuse di terrorismo e assassinio o tortura per coloro che hanno rifiutato di farsi pupazzi nelle mani del mostro sionista. Condanniamo le immonde trattative con Stati asserviti alla potenza del dollaro, che hanno portato a quel 7 di ottobre del 2023 in cui l’orgoglio palestinese ha dato dimostrazione che la Palestina mai si arrenderà. È vero l’ha fatto in modo violento, ma aveva altre opzioni? Per i forti di stomaco vi invito con temerarietà a leggere Il resoconto di un genocidio. Non basta dichiararsi inorriditi ma chiedervi: perché le numerose stragi israeliane, ben più consistenti della strage del 7 ottobre non fanno raccapricciare? Durante le missioni “Piombo fuso” o “Colonna di nubi” centinaia di bambini e migliaia di adulti ammazzati o “Margine protettivo”, nomi fantasiosi alle raccapriccianti stragi di palestinesi, non hanno lo stesso diritto al ricordo e all’orrore? Sembra vi sia una priorità verso le vittime ebree israeliane che definirei figlia di un’ideologia suprematista. Basti vedere l’attenzione del pur deplorevole azione di violenza ad Amsterdam dopo gli scontri tra filopalestinesi e tifosi del Maccabi, anche se si tace che un “branco di hooligans israeliani in trasferta invade un centro urbano e commette violenze e altre nefandezze prima di buscarle di santa ragione da gruppi di residenti inviperiti” leggi. Non tutti gli ebrei condividano questa ideologia del terrore, ma le loro voci vengono oscurate dai media. È francamente troppo intempestivo lo slogan “Prima che sia troppo tardi” usata in molti cortei, dopo oltre un anno di indicibili massacri è già troppo tardi! È tardi chiedere il cessate il fuoco, dopo che sono stati sterminati i giornalisti palestinesi (siamo a oltre 188) mentre agli altri è vietato l’ingresso perché nessun occhio deve raccontare. Per impedire le cure dei feriti vengono sterminati medici e infermieri e nessun ferito deve sopravvivere o cessare di soffrire. Vengono bloccati l’ingressi di cibo e acqua così i bambini possano morire di fame o di sete, organizzando poi esilaranti tour dell’orrore per gioire della sofferenza altrui. Ancora vogliamo scendere in piazza e gridare “prima che sia troppo tardi”? Mentre Israele è parte integrante del blocco bianco-occidentale, la propaganda filopalestinese è considerata eversiva ai piani alti. I vostri camerieri senza gli attributi e telecomandati dai padroni del discorso all’unisono cinguetteranno: “Sì alle trattative di pace e due stati per due popoli e cessate il fuoco”. Ma non esiste pace senza giustizia. Che l’oppressore si ritiri e paghi il prezzo per le sue immense responsabilità, penali e civili, come già condannato dalle corte internazionale di giustizia dell’ONU. Soltanto noi palestinesi decidiamo della nostra sorte senza lasciarci più ingannare da pseudo mediatori, filoisraeliani-atlantisti. Nessun delirante piano di rioccupazione di Gaza e deportazione della popolazione residua, infrangerà contro l’inevitabilità della Storia dato che nessuna occupazione è infinita. Il mondo “libero” non ci salverà dato che è sempre stato muto al nostro grido di dolore, salvo indossare il mantello del supereroe per difendere i propri di interessi, tramite le bombe democratiche o le cosiddette missioni di pace.
Ribellione soffocata Le esigue minoranze dissidenti che eroicamente si sforzano di integrare nel loro discorso le masse, per educarle a non accettare la narrazione decisa dalla classe borghese e dai funzionari del capitale, risulta inefficace. Sia che si tratti di popoli oppressi e colonizzati, dei lavoratori salariati, donne e uomini, coloro che non accettano lo status quo, vengono marchiati come “terroristi”, “antisionisti” ecc., eliminati fisicamente o dal consesso civile tramite la #CancelCulture. Nelle piazze italiane migliaia di persone che gridano allo “Stato di polizia” manifestano, contro il Ddl Sicurezza in discussione al Senato. Chi manifesterà pacificamente e bloccherà strade o ferrovie, rischierà fino a due anni di carcere. Pugno duro contro gli eco-attivisti e per coloro che protestano per le grandi opere. Sarà illegale anche il classico “picchetto” come i sit-in degli operai e studenti davanti alle fabbriche o scuole. Vietate le manifestazioni pro-Palestina, ma non il tg delle 15 in lingua ucraina su Rai News, e tante future leggi-manganello. I governi vogliono creare gli strumenti giuridici necessari per prevenire e stroncare sul nascere, i futuri conflitti sociali previsti per la ricercata guerra mondiale incombente o altre emergenze in agenda. Il quadro che ho delineato non è confortante, ma viviamo l’attuale crollo dell’occidente coscienti o meno, di una decadenza culturale e intellettuale che permea ogni aspetto della nostra vita. Nel suo interno processo di produzione e riproduzione sociale, il capitale non può dunque che estrapolare una massa schiava in possesso di forza lavoro da difendere, per venire nuovamente sfruttata o da inviare in guerra per proteggere la classe dominante o per coadiuvare quest’ultima nella conquista di nuovi mercati. In un permanente antagonismo tra servo e padrone, in cui è lo Stato del capitale, con le sue astratte normative, mantiene una società basata sulla differenza di classi.
Una svolta personale per non avvilirsi troppo e sorridere alla vita che offre tante gioie oltre le mie “lunghe” riflessioni, è di ridarle quello splendore necessario, perché essa ridiventi capace di assumere un ruolo autonomo all’altezza della sua essenza. Dobbiamo diventare agenti di pace nel nostro piccolo, alimentando l’ottimismo, e il nichilismo attivo, pur essendo esuli come antidoto e marginali per svolgere quel ruolo. Privi di una rappresentanza politica e di media alternativi seri, al mainstream ideologico. Metabolizzare i processi che ho tentato di esporre nella mia modesta narrazione, senza farci infinocchiare dalla propaganda che analfoliberali-sovranisti smerciano in gran quantità per impedirci di vedere quanto sia putrefatto e pregiudicato il sistema che ancora difendono. Credo che nel piccolo nel personale della nostra interiorità, sia ineluttabile nutrire riflessioni abbinate alla lettura di autori importanti, che diano reincanto sui temi storici, geopolitici e soprattutto della filosofia, che ci pone in una posizione critica e riflessiva di fronte ai vari fenomeni che riguardano l’essere umano, le società, il mondo e l’universo in generale. Solo così avremmo lo slancio necessario alla ricerca di una vita e di una società diversa, oltre ad un bagaglio culturale per prendere le decisioni giuste. Chissà fino a quando l’Oltreuomo di massa del filosofo di Röckenè galleggia placidamente nel mare dell’utopia?
Mario Pluchino
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