6 miliardi di euro sono stati pagati dall’Inps nel periodo da marzo a luglio 2022 per l’Assegno unico ai residenti in Italia ma nonostante la disponibilità di questa enorme somma non è stata trovata la volontà politica e solidale di continuare ad erogare le prestazioni familiari (detrazioni e Anf per figli a carico) ai nostri connazionali residenti all’estero.
Un brutto pasticcio combinato dal nostro legislatore perché – ribadisco, come ho fatto nei miei ultimi interventi in Parlamento – non è accettabile che migliaia di italiani residenti all’estero siano stati improvvisamente “espropriati” delle agevolazioni fiscali e previdenziali di cui godevano da anni e che rappresentavano un legittimo contributo da parte dello Stato italiano al sostegno della loro famiglia.
Mi sono battuta per oltre un anno a favore del ripristino delle agevolazioni soppresse per i nostri connazionali i quali pur risiedendo all’estero hanno pagato e pagano le tasse in Italia potendo così essere considerati, a tutti gli effetti, contribuenti italiani.
Ora l’Osservatorio statistico dell’Inps sull’assegno unico universale aggiornato al 6 settembre ci informa che salgono a quota 6 miliardi di euro i pagamenti effettuati dall’INPS da marzo a luglio 2022, per una media mensile di oltre 5 milioni di beneficiari.
L’importo riconosciuto varia considerando il numero di figli per i quali è riconosciuto il pagamento dell’assegno unico.
Alle oltre 2,6 milioni di famiglie con un solo figlio beneficiario spetta una somma pari in media a 128 euro. L’importo sale a 280 euro per i circa 2 milioni di nuclei con due figli, fino ad arrivare a oltre 1.500 euro per le poco più di 3.000 famiglie con 6 o più figli a carico.
Saranno forse più fortunati (io ho deciso di non candidarmi a queste elezioni) i miei colleghi che saranno eletti nella Circoscrizione estero, ai quali comunque mi permetto di consigliare di chiedere al nuovo Governo se in conformità con quanto disposto da regolamenti e direttive comunitari e da numerose sentenze della Corte di Giustizia europea, non si ritenga che l’Assegno unico universale debba essere concesso anche ai cittadini italiani residenti all’estero i quali pagano le imposte sul reddito in Italia e non sono percettori di analoghe prestazioni all’estero, o che comunque non sia opportuno ripristinare per loro il diritto, revocato dal 1° marzo 2022, alla concessione dell’assegno al nucleo familiare (ANF), e delle detrazioni per figli a carico di età inferiore ai 21 anni, e inoltre non sia legittimo e opportuno, anche a seguito di una recente sentenza della Corte di Giustizia europea, concedere le prestazioni familiari (ora negate) ai lavoratori residenti in Italia ma con nucleo familiare residente all’estero.
Angela Schirò
Deputata PD – Rip. Europa –
Camera dei Deputati
Deputata PD – Rip. Europa –
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