Le nostre prese di posizione come Partito Democratico e le pressanti richieste al Governo, di non dimenticare i diritti dei nostri connazionali che a causa dell’emergenza coronavirus sono costretti a rientrare in Italia, hanno dato i risultati auspicati. Desidero darne atto in particolare al Ministro per il Mezzogiorno e la coesione sociale Giuseppe Provenzano che si è particolarmente impegnato per questo obiettivo.
Infatti a differenza del reddito e della pensione di cittadinanza che sono stati, secondo noi impropriamente, subordinati alla residenza continuativa in Italia da almeno due anni al momento della presentazione della domanda, il reddito di emergenza – introdotto dal Decreto Rilancio appena approvato dal Consiglio dei ministri – non prevede un periodo preventivo di residenza in Italia e potrà quindi essere richiesto dai nostri connazionali iscritti all’AIRE rientrati nel territorio italiano in questi ultimi mesi.
E’ ovvio che per avere diritto al reddito di emergenza bisognerà soddisfare i requisiti richiesti dalla legge. Il Decreto Rilancio introduce il Reddito d’emergenza quale misura di sostegno al reddito per i nuclei familiari in conseguenza dell’emergenza epidemiologica, erogato dall’Inps in due quote ciascuna pari all’importo di 400 euro. Le domande per il reddito di emergenza (REM) devono essere presentate entro il termine del mese di giugno 2020. Il REM viene riconosciuto ai nuclei familiari in possesso di determinati requisiti fra i quali il valore del reddito familiare, del patrimonio mobiliare familiare (esempio il conto in banca) e dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). Il REM non è compatibile con alcune indennità e con la presenza nel nucleo familiare di componenti che siano titolari di pensione diretta o indiretta (reversibilità), titolari di un rapporto di lavoro dipendente la cui retribuzione lorda sia superiore ad una certa soglia; percettori di reddito di cittadinanza ovvero di misure aventi finalità analoghe.
E’ necessaria la residenza in Italia ma da qualsiasi momento prima della presentazione della domanda. Le richieste possono essere presentate presso i centri di assistenza fiscale e presso i patronati.
Deputata PD – Rip. Europa –