Protesta in parlamento contro mancate riforme. Stato di allerta
Migliaia di manifestanti hanno fatto irruzione nella Zona Verde a Baghdad, il settore ultraprotetto della capitale irachena che ospita gli uffici del governo e le sedi di diverse ambasciate. La protesta ha invaso il parlamento, dove la folla di sostenitori del potente leader sciita Moqtada Sadr ha cantato slogan e si è anche lanciato in saccheggi, in un drammatico sviluppo della crisi politica che ha visto i deputati per l’ennesima volta incapaci di approvare i ministri del nuovo esecutivo. Il ministero degli Interni ha chiuso temporaneamente i principali accessi alla città, è stata aumentata l’allerta e sono state prese misure straordinarie di sicurezza per alcuni luoghi sensibili.
Cronisti sul posto hanno riferito che un folto gruppo di persone inferocite ha fatto irruzione nell’area interdetta al pubblico e alcuni hanno iniziato a saccheggiare l’edificio, mentre parte della folla chiedeva di manifestare pacificamente.
È il punto più alto di una settimana di crisi politica nel corso della quale sono falliti i nuovi tentativi di formare un esecutivo. Il premier iracheno Haider al-Abadi sta tentando da settimane di nominare il nuovo governo, composto da tecnici, per applicare le riforme anticorruzione adottate nel 2015 sulla scia delle grandi manifestazioni popolari contro la cattiva gestione e il clientelismo della classe politica. Lo scorso sabato il Parlamento, di nuovo, non è riuscito a raggiungere il quorum dopo aver approvato alcune nomine ministeriali all’inizio della settimana. La Zona Verde è la parte più sicura di Baghdad e qui si trovano il Parlamento, le ambasciate, la sede dell’Onu e l’ufficio del primo ministro. “Non resterete qui! Questo è l’ultimo giorno per voi nella Zona Verde”, ha urlato uno dei manifestanti, attaccando cavi sulle sommità dei blocchi di cemento che circondano la zona ad alta sicurezza. Dopo aver aperto un varco, i manifestanti inferociti si sono diretti verso l’edificio che ospita il Parlamento e alcuni sono entrati, mentre altri hanno chiesto a gran voce di agire “pacificamente, pacificamente” e hanno tentato di contenere la devastazione aiutando alcuni parlamentari a fuggire.
L’irruzione si è verificata poco dopo che Moqtada al-Sadr aveva parlato in conferenza stampa dalla città santa sciita di Najaf condannando lo stallo politico. Il mese scorso l’imam aveva invitato i suoi sostenitori a assaltare la Green Zone, ma oggi non aveva dato nessun ordine del genere. I politici “si sono rifiutati di mettere fine alla corruzione e alle quote”, ha dichiarato al-Sadr aggiungendo che i suoi sostenitori non prenderanno parte a nessun “processo politico in cui siano incluse quote per i partiti”. I ministeri chiave sono stati suddivisi per anni in base alle quote settarie e dei partiti, una pratica che i manifestanti vorrebbero fosse abolita. I tentativi di Abadi di modificare il sistema sono stati bocciati dai partiti più potenti.
Afp
foto: Adnkronos