Ad affermarlo è il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo
“Le scuole, le università e gli altri soggetti educativi e formativi hanno bisogno di policy chiare e poche regole. Non occorrono nuove riforme, ma bisogna semplificare la complessità del sistema e dare valore alla accountability e all’autonomia”. Ad affermarlo è il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo in occasione, martedì 10 gennaio, di una audizione in commissione Istruzione della Camera sulle linee programmatiche del suo dicastero. “Rispondere in modo corretto alle domande che ci pone l’Europa – ha detto Profumo in commissione – significa trovare le leve con cui è possibile fare ritornare la scuola uno dei motori di sviluppo del nostro Paese. Oggi, il nostro sistema educativo non riesce più a rimuovere le disuguaglianze e ad essere, come nel secondo dopoguerra, un ascensore sociale”. A dimostrarlo, spiega Profumo, sono i dati del Censis, le indagini internazionali e gli studi della Banca d’Italia che indicano come, nonostante i progressi compiuti, il nostro Paese “è ancora molto lontano dagli obiettivi indicati dall’Ue per il 2020”. Nel corso dell’audizione, il ministro Profumo ha indicato le priorità strategiche per l’azione del Governo in materia di istruzione e formazione: rafforzare le competenze di base dei giovani; valorizzare la professionalità dei docenti; valorizzare l’apprendimento in una pluralità di contesti; far dialogare i sistemi di istruzione, formazione e lavoro per il rilancio della cultura tecnica e scientifica e il sostegno all’occupazione; promuovere e sostenere l’innovazione digitale nella scuola. Ai parlamentari della commissione, il ministro Profumo ha inoltre evidenziato che l’Italia soffre di una ridotta capacità di accesso e sfruttamento dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea per la ricerca. “Sul VII Programma Quadro – ha detto Profumo – a fronte di un contributo totale dell’Italia al finanziamento del programma pari circa al 14%, lo sfruttamento degli stessi è stato solo pari all’8% circa. Sul fronte delle politiche di coesione, le percentuali di utilizzo dei fondi strutturali vedono l’Italia al penultimo posto, davanti alla Romania, con situazioni particolarmente critiche nelle Regioni della convergenza”. Il dicastero dell’Istruzione, ha assicurato il ministro Profumo, è impegnato “in una robusta azione di recupero della competitività del sistema della ricerca italiana nel contesto internazionale, con particolare riferimento agli indirizzi di priorità espressi dalla Commissione Europea attraverso la strategia Horizon 2020”. “L’obiettivo perseguito – spiega il ministro – è quello di aumentare la competitività dei ricercatori e delle imprese italiane nell’accesso alle varie tipologie di fondi messi a disposizione dalla Commissione Europea nonché di favorire l’integrazione tra tali fondi e capitali privati” oltre a “promuovere specifici programmi e progetti di cooperazione bilaterale con paesi terzi di particolare interesse sotto il profilo dell’attività scientifica, tecnologica e dell’innovazione”.