Una pandemia è una pandemia, non ci si aspetta di saperla gestire alla perfezione. In Italia la sospirata Fase 2 sta mettendo allo scoperto tutta l’impreparazione del Governo nei confronti di una crisi di tale portata. Il Paese è in attesa, giorno per giorno, dello stravolgimento di quello che è stato affermato un momento prima: stiamo sviluppando un buon adattamento all’imprevedibilità. L‘ultima è la decisione inaspettata di spostare i concorsi per la stabilizzazione degli insegnanti precari a dopo l’estate per evitare rischi legati al coronavirus, anche se non è ancora chiaro quando precisamente. È cambiato anche lo svolgimento dell’esame che prevedeva fino a ieri una prova a quiz con risposte a crocette, mentre adesso sarà svolto con un elaborato, cioè una prova scritta selettiva.
La scuola, è innegabile, sembra essere il settore che meno interessa al Governo italiano, è stata preventivamente sospesa quasi immediatamente la diffusione del virus e poi è stata lasciata lì. Ormai è chiaro che per quest’anno non riaprirà più, tutto è stato messo nelle mani di una disorganizzatissima didattica a distanza a discapito delle famiglie che si sono trovate anche il gravoso impegno di gestire la scolarizzazione dei figli. Per questo il comitato “Priorità alla scuola” ha organizzato una protesta lo scorso 24 maggio in diverse grandi città italiane, per rimettere la scuola al centro del dibattito politico. Spiega Maddalena Fragnito, una delle organizzatrici: “L’istruzione è un diritto fondamentale e questi bambini e ragazzi che non sono stati considerati, devono tornare al centro del dibattito. Un paese senza istruzione è un paese morto”. No invece alla didattica a distanza “che produce disuguaglianze: il 42% dei bambini vive in condizione di sovraffollamento domestico, il 40% delle famiglie non ha un computer, il 6% delle famiglie è tagliato completamente fuori perchè non ha il wifi. E noi abbiamo catapultato su 8 milioni di studenti e circa 6 milioni di nuclei familiari, questa soluzione senza minimamente curarci se ci fossero le possibilità per applicarla”.
Non è comprensibile il motivo per il quale uno Stato, che decide di avviare una Fase 2 che permette l’apertura di esercizi commerciali e attività di vario genere, trascuri in questo modo la scuola e la formazione degli studenti. O forse possiamo trovare la risposta quando leggiamo che, dopo il lockdown, gli ambulatori estetici italiani sono pieni di appuntamenti di uomini e donne che, come prima uscita, scelgono di fare una bella ‘punturina’ e ritocchi di bellezza vari. Si parla di un vero e proprio boom di prenotazioni per ritocchi di bellezza, in Italia si va dal medico estetico prima che dal parrucchiere e soprattutto prima che a scuola.
Nel frattempo un altro weekend è trascorso in Fase 2 e sembra che l’allentamento delle disposizioni sia stato preso con non poca superficialità dagli italiani. Un po’ ovunque si è registrato un comportamento scorretto: piazze affollate, passeggiate, assembramenti vari e una movida incontrollata. È comprensibile questo desiderio di evasione dopo un periodo di costrizioni, ma non bisogna per questo contravvenire alle regole e mettere a rischio tutto il sacrificio che si è fatto nei mesi precedenti. Per questo potrebbero esserci anche ripensamenti per gli allentamenti previsti, come quello che riguarda la mobilità tra le regioni, lo afferma in un’intervista alla Stampa, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia: “per lo ‘sblocco’ della mobilità tra Regioni, faremo le nostre valutazioni: non è detto, ma potrebbe diventare inevitabile prendere tutto il tempo che serve”. Nel frattempo però è attesa la riapertura di palestre, piscine e centri sportivi, hanno riaperto parrucchieri e centri estetici, presto inizierà la stagione per i lidi e i locali estivi ma ancora c’è incertezza per la ripresa delle regolari attività scolastiche a settembre…