Cari Lettori, ben trovati! Quello su cui vorrei destinare la mia attenzione è l’età senile.
A seguito dell’invecchiamento della popolazione è stata posta molta attenzione a questa fascia di età che ha specifici bisogni che necessitano di essere riconosciuti e presi in carico. Ad oggi esiste una disciplina che si chiama gerontologia che si occupa proprio dello studio delle persone anziane, così come esiste una branchia della psichiatria, la geronto-psichiatria che ha il suo focus sulle psicopatologie degli anziani.
Come si è soliti dire, da anziani si torna un po’ bambini e questo è vero nella misura in cui la persona anziana, a seconda delle circostanze, può perdere più o meno autonomia, oltre a sviluppare una certa rigidità rispetto ai cambiamenti, mostrando quindi meno flessibilità e talvolta meno ragionevolezza rispetto ad un adulto.
Molte sono le prescrizioni che psicologi della salute così come neuropsichiatri fanno rispetto a come mantenere il più stimolati e attivi possibile mente e corpo dell’anziano: spesso infatti la chiave per evitare gli acciacchi fisici e mentali è rimanere operativi su più fronti, siano essi cognitivi -fare un paio di divisioni al giorno-, oppure fisici -camminare, fare qualche forma di movimento-, o ancora sociali -avere una rete di familiari e di amicizie di supporto-.
Da un punto di vista psicologico, Erikson, che ha studiato lo sviluppo psico-sociale dell’individuo, ha considerato anche la vecchiaia come stadio proprio per indicare come anche da anziani ci siano degli importanti sviluppi. In particolare, la persona anziana si caratterizza per riflettere sul significato della vita, facendo un bilancio su ciò che ha fatto e ciò che invece è mancato, su successi e insuccessi, su possibili rimpianti e rimorsi ma anche soddisfazioni. Se il bilancio è positivo si ha chiaramente come risultato una maggiore serenità esperita! Può però accadere che l’anziano abbia bisogno di confrontarsi con qualcuno affinché possa vedere ciò che ha realizzato in modo obiettivo, senza un filtro negativo, che lo fa vivere con un umore depresso e magari fagocitato in pensieri di colpa e svalutazione.
Le relazioni sociali, esattamente come nelle altre fasce di età, sono molto importanti: nel caso dell’anziano vi è però la complicazione relativa al fatto di poter perdere delle persone care e degli amici, andando ad inficiare la socialità della persona. La famiglia rimane un importante punto di riferimento e accade che la persona anziana si ritrovi ad occupare un ruolo tutto nuovo che è quello di nonno: tale ruolo ha un effetto davvero positivo sull’autostima e l’autoefficacia dell’anziano che talvolta contrasta vissuti di inutilità.
Gli psicologi entrano in gioco con pazienti geriatrici non soltanto nei casi di malattie neurodegenerative (come la demenza) o di psicopatologie, ma anche nei casi di promozione del benessere psicologico del soggetto anziano, il quale merita una buona qualità di vita, al di là dei pregiudizi che ritengono non si debba investire su questa fascia di età.
Insomma, anche da anziana la persona ha molto da dare e da offrire sia agli altri che a se stessa, e, per quanto abbia cercato di tracciare una linea continua che unisca le persone di una certa età, ogni individuo ha una storia a sé, rendendo possibili vissuti assai diversi.
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