La manifestazione più clamorosa, contro le imposizioni dovute alle restrizioni per contenere i contagi Covid-19, ha avuto luogo a Berlino, dove si sono riversate circa 18 mila persone che hanno voluto dimostrare la loro contrarietà nei confronti delle misure governative. Ma nella giornata del 29 agosto, sit-in e dimostrazioni di vario genere si sono svolte in diversi grandi Paesi europei come a Londra, Parigi e anche a Zurigo.
Nella città elvetica sono stati oltre mille partecipanti a mettere in atto una protesta ad Helvetiaplatz, per un “ritorno alla libertà” contro quelle misure anti-coronavirus ritenute troppo rigide. I manifestanti hanno protestato soprattutto contro l’uso della mascherina e contro il possibile obbligo di vaccinazioni che potrebbero imporre le autorità. La manifestazione zurighese si è svolta pacificamente, secondo quanto riporta la polizia, anche se le limitazioni che erano state richieste per ricevere l’autorizzazione della manifestazione – cioè l’uso delle mascherine e il controllo del distanziamento sociale – non sono state seguite. Ancor meno queste misure di sicurezza sono state mantenute nella più grande manifestazione, quella Berlinese, tanto che la polizia ha finito per sospendere la protesta per il mancato rispetto delle regole. Sono stati dispiegati circa 300mila agenti per la folla riversata sul viale dell’Unterden Linden di Berlino, dove molti hanno voluto rievocare un momento storico del recente passato, quando Berlino protestava contro il regime della Germania Est. Per questo hanno sfilato manifesti con slogan celebri e significativi, quali “Aprite i cancelli” o “Il popolo siamo noi”, mettendo a confronto due situazioni di limitata libertà e di sentimento di insofferenza, ma assolutamente imparagonabili.
Non sarebbe poi così strano, a questo punto, che i 300 manifestanti parigini radunati a Place de la Nation nel pomeriggio di sabato, al grido di “libertà, libertà!” non abbiano voluto evocare anche loro turbolente rivoluzioni del passato. Nella protesta della capitale tedesca, la mancata distanza minima tra i manifestanti “nonostante le ripetute richieste” è stata la causa per la quale la polizia ha deciso di sospendere la manifestazione. Nel frattempo, nel Paese sono stati registrati 1.479 nuovi contagi e un morto nelle ultime 24 ore. Anche a Londra sono scesi in migliaia a Trafalgar Square contestando l’uso delle mascherine e la probabile imposizione dei vaccini. I manifestanti hanno palesemente espresso la loro sfiducia nei confronti delle azioni di governo per contrastare la diffusione del virus. Il ministro della Salute, Matt Hancock ha dichiarato che non esiterà ad adottare lockdown locali molto estesi o intraprendere ulteriori azioni nazionali se la situazione peggiorerà arrivando, per esempio, a scenari come quello che ipotizza il raggiungimento di 80.000 morti. Ma per i negazionisti inglesi tutte queste sarebbero semplicemente delle fake news, delle bufale liberamente utilizzate dai governi per esercitare il controllo sulle masse. Queste mascherine “museruole”, come le definiscono i manifestanti inglesi, invece che essere considerate un importante mezzo di protezione personale, sono viste come uno strumento di tortura con cui vogliono limitare la libertà dell’individuo. È questa la scoperta sensazionale dei negazionisti, e noi poveri ingenui che crediamo che la mascherina serva solo a limitare i contagi di un virus potenzialmente mortale…