In questo periodo di vacanze, al pari della stragrande maggioranza di tutti noi, anch’io mi sono concesso un periodo di vacanze nella nostra beneamata Italia. In questo mio circoscritto periodo vacanziero in italico territorio, non ho fatto solo le vacanze, ma ho approfittato dell’occasione per capire cosa pensano i nostri connazionali residenti in Italia, in merito al Referendum costituzionale che voteremo in autunno.
È bastato poco per capire il loro reale pensiero: da questa accurata indagine è emersa una realtà con diverse sfaccettature. Sul fronte del “Sì”, un esercito di soldatini senza possibilità di dialogo, per fortuna una minoranza, rispetto a un altro nutrito esercito, più propenso al dialogo. Ma quello che mi ha colpito profondamente è che, nonostante in televisione se ne parli tutti i giorni e in tutte le salse, la stragrande maggioranza del popolo italiano è all’oscuro del Referendum e molto lontana dalla vita socio-politico-istituzionale, però molto attenta a seguire la telenovela “Il segreto”, oppure altre diavolerie televisive.
Alla base di questo devastante quadro politico-istituzionale, sento che nel mio profondo intimo civico, giorno dopo giorno si rafforza sempre di più il motivo per votare “No” al Referendum sulla modifica della Costituzione, in programma il prossimo autunno. Allora, mi sono posto e ho posto alcune semplici domande agli interlocutori sopra menzionati.
Eccone alcune:
Sareste d’accordo se dall’urna uscisse la conferma alla riforma Costituzionale, che, in complicità con la nuova legge elettorale, esproprierebbe il popolo della sovranità prevista dall’art. 1 dell’attuale Costituzione, per far posto a un unico soggetto, indipendentemente dalla collocazione politica vincente, che governerebbe da solo e indisturbato la nostra Italia? Risposta: certamente “No”.
Visto che l’art. 48 dell’attuale Costituzione sancisce i principi fondamentali di uguaglianza e di libertà di voto, “il voto è personale, libero e segreto”. Grazie alla riforma Costituzionale che siamo chiamati a votare in autunno e alla complicità della nuova legge elettorale, questi principi scompariranno, perché saranno i capipartito a decidere chi candidare o meno. A noi cittadini rimane solo la facoltà di votare ciò che gli altri hanno deciso. Allora la domanda è: volete che siano gli altri a decidere per noi tutti? Risposta: certamente “No”.
Questa pasticciata riforma costituzionale mette in evidenza una totale confusione nel nominare i senatori: in definitiva, gli stessi saranno scelti tra gli amici dei capipartito, in barba alla sovranità del popolo. Domanda: noi cittadini siamo disposti a rinunciare alla nostra sovranità per far posto alle scelte dei capipartito? Certamente “No”.
Altro esempio di esproprio della nostra sovranità ci viene dato dalla raccolta firme sui temi di “proposta di iniziativa popolare”, che dalle 50 mila attuali, una volta eventualmente confermata la riforma, passeranno a 150 mila. Stesso discorso vale per i referendum abrogativi: dalle 500 mila firme attuali, si passerà a 800 mila con la nuova riforma, un numero praticamente impossibile da raggiungere. Domanda: noi cittadini siamo disposti a subire questa limitazione di democrazia nel nuovo eventuale ordinamento costituzionale? Risposta: certamente “No”.
Alla base di questa ulteriore riflessione di pasticcio all’italiana, in questa riforma, l’unica chiara abolizione sarebbe la cancellazione dei senatori eletti all’estero; in compenso, se ne attribuirebbero cinque al presidente della Repubblica. Chissà perché il legislatore, nella presente riforma, si è dimenticato di cancellare l’immunità parlamentare. Forse per taluni il popolo italiano è un popolo di deficienti, come abbiamo potuto riscontrare in tutta questa riflessione, entrando nel merito della legge. Domanda: noi italiani, dentro e fuori i confini del nostro paese, siamo un popolo di deficienti? Risposta: sicuramente “No”. Perciò, a due mani, “Diciamo No” a questa pasticciata riforma. (Incerta se eliminare anche questa o no)
I sostenitori del “Sì” spingono sull’acceleratore del risparmio e dell’eliminazione del bicameralismo, ma con questa legge non si ottiene né l’uno né l’altra. L’unico risparmio sono i poco più di 50 milioni di euro dello stipendio, ma se la struttura del Senato rimane invariata, di quale risparmio parliamo? A questo punto, la cosa migliore sarebbe abolire tutto, senatori e struttura, così ci sarebbe il risparmio e il bicameralismo diventerebbe veramente perfetto.
Come elettore di centro-sinistra, propongo al Pd e a Renzi quanto segue: non tirate troppo la corda, potreste andare a sbattere. Il modo meno indolore per uscire da questo pasticcio istituzionale è quello di creare una crisi di governo pilotata, che significa far saltare questo Referendum, costituire un Governo di unità nazionale, per fare due cose: approvare la legge di stabilità, modificare e migliorare la legge elettorale, dopodiché andare a votare, inserendo in questa votazione anche il voto per un’assemblea costituente, senza percepire compensi, per riformare veramente la costituzione, ma che sia espressione di tutto il popolo italiano. Così, mentre il Parlamento si occuperebbe delle leggi, l’assemblea costituente penserebbe alle modifiche della Costituzione. Questo è il modo meno indolore per uscire da questo profondo pantano istituzionale. Come riscontro positivo, intanto, eviteremmo uno o due giri di votazioni e spese elettorali inutili. Il dato di fatto importante, da prendere in considerazione, è che avremmo un centro-sinistra più snello, compatto e competitivo, alla guida del Governo per i prossimi trent’anni. Questa è la formula, non praticandola, ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Ticchio Giuseppe Cittadinanza Solidale