Secondo l’ultimo rapporto Fao la superficie globale delle foreste è in netto calo
L’ultima fotografia della Fao (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), sullo stato delle foreste rivela che la loro superficie, a livello globale, diminuisce di giorno in giorno: negli ultimi venticinque anni è andato perso un altro 1% del patrimonio verde, scendendo dal 31,6% al 30,6%. E’ vero che, grazie alle politiche messe in atto dalle varie Nazioni negli ultimi anni, il ritmo della perdita è sempre più rallentato, ma gli sforzi non sono ancora sufficienti ad arrestare ed invertire questo trend negativo. La graduale diminuzione della superficie forestale comporta gravi conseguenze a carico del clima e della biodiversità che inevitabilmente si ripercuotono sul benessere delle varie popolazioni. Le foreste e gli alberi contribuiscono molto di più ai mezzi di sussistenza umani di quanto non si possa immaginare, svolgendo ruoli cruciali nella sicurezza alimentare, nella fornitura di acqua potabile, nelle energie rinnovabili e nelle economie rurali. Per rendersi conto dell’importanza e dell’utilità delle foreste sul benessere collettivo, basta pensare che grazie ad esse può essere garantito almeno il 20% dei redditi alle famiglie che abitano nelle zone rurali in via di sviluppo, che il legname boschivo permette ad una persona su tre di riscaldarsi e che il 40% dell’energia rinnovabile del globo arriva, sotto forma di combustibile, proprio dagli alberi. Foreste sane e produttive sono inoltre fondamentali per un’agricoltura sostenibile, per garantire una buona qualità dell’acqua, contribuire al fabbisogno energetico del futuro e progettare città sostenibili e sane. Una persona su cinque in tutto il mondo conta su prodotti forestali per cibo, reddito e diversità nutrizionale, tutti elementi essenziali per la vita umana. Come si legge nel rappoto in esame, “in Europa una persona su quattro raccoglie cibo direttamente dalle foreste e il 90% della popolazione acquista questi prodotti. Grandi città come Vienna, Tokyo, Johannesburg e Bogotá ottengono una quantità notevole di acqua potabile dalle foreste protette e 180 milioni di persone negli Stati Uniti dipendono dalle foreste per il loro fabbisogno idrico”. Gestione insostenibile e deforestazione selvaggia sono le principali cause della tendenza negativa sulla superficie delle foreste: ragionando sulle conseguenze, la deforestazione rappresenta inoltre la seconda causa dei cambiamenti climatici. Senza contare il fatto che una minore superficie di aree boschive implica anche una perdita in termini di purificazione dell’atmosfera terrestre, considerato il ruolo di ‘polmoni della terra’ che gli alberi ricoprono alimentando e purificando l’aria, controbilanciando l’inquinamento prodotto dalle attività umane. Secondo il rapporto occorre dunque ‘arrestare la deforestazione, gestire boschi e foreste in modo sostenibile, ripristinare quelle degradate e incrementare la copertura di alberi in tutto il mondo per evitare conseguenze potenzialmente dannose per il pianeta e la sua popolazione’. Il rapporto sullo stato delle foreste 2018 documenta quanto siano essenziali le foreste per gli obiettivi di sviluppo sostenibile, dall’affrontare il cambiamento climatico all’assicurare l’acqua potabile e migliorare gli habitat urbani. Eva Mueller, direttrice del dipartimento Foreste della Fao, ha infatti sottolineato che “gli alberi e le foreste sono fondamentali per raggiungere i diversi obiettivi di sviluppo sostenibile inseriti nell’agenda 2030 e devono perciò essere incorporati nelle strategie per raggiungerli”.