Il Parlamento europeo ha previsto classi energetiche più alte da raggiungere entro il 2030 e il 2033 per gli edifici residenziali, cioè la E e la D al posto della F e della E proposte dalla Commissione europea. La Ue non fa passi indietro, solo qualche piccolo aggiustamento in corso d’opera, come l’allungamento dei termini per la messa a norma. Sono previsti dei fondi di finanziamento per le ristrutturazioni energetiche, ma ad oggi non si conosce né l’entità né il modo per potervi accedere. I sostenitori di questa proposta sono i seguenti gruppi politici: i Popolari (Ppe), Socialisti (S&D), Liberali (Renew), i Verdi e la Sinistra del Parlamento europeo.
Di fatto questa patrimoniale mascherata porterebbe i proprietari di casa a costi insopportabili, ma per Elly Schlein, rappresentante della sinistra europea, sarebbe una opportunità da non perdere. Questa direttiva imposta, contrasta con lo stato delle cose, sia per i costi, sia per l’impossibilità di raggiungere nei termini fissati gli obiettivi imposti, visto che il patrimonio immobiliare italiano è costituito da immobili che hanno decenni se non secoli di storia alle spalle. Durissima la posizione di Confedilizia, che mira a difendere il risparmio di milioni di famiglie italiane, infatti se venisse approvata questa direttiva avrebbe un effetto devastante. L’ANCE, associazione nazionale costruttori, da uno studio fatto, fa notare che negli anni 2017 – 2019 sono stati ristrutturati una media di circa 3000 edifici, ne consegue che per arrivare al primo obiettivo previsto dalla Ue occorrerebbero circa 630 anni non che 3800 anni per arrivare alla completa decarbonizzazione degli edifici. Ma si sa al Parlamento europeo come spesso accade, lo stiamo assistendo ora per le direttive sugli alimenti, più le proposte sono assurde più vengono sostenute e diventano il cavallo di battaglia di politici incapaci che spesso sono influenzati, per non dire pilotati, dalle eminenze grigie che governano di fatto l’Europa.
Dr. Paolo Gasparini