Il giudice assolve l’unica indagata, Jessica Pulizzi, sorellastra della bambina scomparsa, perché la prova “manca, è insufficiente o è contradditttoria”
Come ormai accade prima, durante e dopo troppi processi, anche al termine di quello di primo grado che doveva stanare il colpevole del sequestro e della sparizione di Denise Pipitone non c’è stata nessuna verità. Denise, che oggi dovrebbe avere 13 anni, non si sa dove sia, se sia viva o morta; non si sa chi l’abbia rapita, visto che l’unica indagata, la sorellastra Jessica Pulizzi, è stata assolta, perché la prova della sua colpevolezza “manca, è insufficiente o è contraddittoria”. L’unico ad essere stato condannato è stato l’ex fidanzato di Jessica, ma per un altro motivo: per diffamazione, che non riguarda l’autore del sequestro della bambina.
Ci sarà sicuramente un processo d’appello, che potrebbe anche ribaltare la sentenza. Chi ce lo fa dire? Innanzitutto la madre di Denise, Piera Maggio, che non si stanca mai di cercare la figlia e punta sempre il dito contro la sorellastra di Denise, benché, appunto, sia stata assolta. Per Piera Maggio la colpevole o una dei colpevoli del sequestro e della sparizione della figlia è Jessica, non ci sono dubbi e più in là vedremo anche perché. A schierarsi contro Jessica è anche il padre, Piero Pulizzi (che è padre sia di Jessica, avuta da Anna Corona, che di Denise, avuta dalla relazione extraconiugale con Piera Maggio), che nel corso della conferenza stampa seguita alla sentenza era accanto alla madre di Denise. Al processo, Piero Pulizzi si è costituito parte civile contro la figlia Jessica. La quale, ormai ventiseienne e sposata e da poco mamma, a conclusione del processo di primo grado ha dichiarato: “Ho sempre detto di essere innocente. I giudici mi hanno creduta: dopo nove anni da incubo hanno preso la decisione che dovevano prendere. Spero che facciano giustizia per Denise. La mia vita, ora, può continuare normalmente”.
Già dall’inizio della vicenda furono fatte numerose ipotesi, tra cui il sequestro da parte di un gruppo di nomadi e il sequestro per traffico di organi, ma alla fine la procura si decise per indagare la sorellastra Jessica con un movente: Denise aveva allontanato il padre Piero Pulizzi dalla madre Anna Corona per rinsaldare il legame extraconiugale tra lui e la madre di Denise, Piera Maggio, che a sua volta con lui aveva tradito il marito.
Come abbiamo scritto la settimana scorsa, negli ultimi tempi c’è stata una novità che al processo non è stata adeguatamente inquadrata ed indagata, proprio perché spuntata recentemente e che comunque è suscettibile di nuovi sviluppi. Ci riferiamo alla testimonianza di Battista Della Valle, un sordomuto di Mazara Del Vallo, che dopo nove anni ha rotto il silenzio ed ha dichiarato all’avvocato di Piera Maggio che il giorno della sparizione di Denise aveva visto suo nipote, Giuseppe Della Valle, che teneva in braccio Denise, avvolta in un lenzuolino. Giuseppe Della Valle era entrato nel magazzino dove lui lavorava verso mezzogiorno e mezzo (la bambina era scomparsa da poco), aveva fatto una telefonata e poi era scappato via. Aveva aggiunto che Denise piangeva. Sembrava l’inizio dello scioglimento di un mistero, invece no. Al processo Battista non risponde, si avvale della facoltà di non rispondere, glielo concede la legge perché Giuseppe Della Valle è suo nipote, per cui ecco, probabilmente, la prova “insufficiente o contraddittoria” a cui si allude nella sentenza. Il fatto è che la nonna di Denise, cioè la madre di Piero Pulizzi, ha confermato che a quell’ora e in quello stesso giorno aveva ricevuto una telefonata in cui qualcuno parlava di Denise. Gl’inquirenti, poi, avevano stabilito che la telefonata proveniva proprio dal magazzino in cui lavorava Battista Della Valle che aveva dichiarato (solo all’avvocato di Piera Maggio) che suo nipote aveva fatto proprio davanti a lui una breve telefonata.
Tutti questi dettagli sono stati giudicati insufficienti dal giudice, che ha assolto Jessica. E’ possibile, però, che saranno valutati diversamente in appello. Ecco le dichiarazioni di Piera Maggio alla lettura della sentenza: “Oggi Denise è stata nuovamente sequestrata. Non smetto e non smetterò mai di dire che l’ha sequestrata Jessica e il suo entourage l’ha coperta. C’è qualcuno che ha impedito di fare giustizia, ma non posso dire chi. Denise è diventata una questione di carriera per alcune persone. Quando alcuni andranno in pensione mi daranno ragione per quello che penso”.