Tensione per lo sgombero di un edificio occupato da rifugiati. Di Maio: “Chi ha lanciato bombole contro la nostra polizia non può stare in Italia”
Quello che è successo nella Capitale la scorsa settimana, durante lo sgombero dei rifugiati e richiedenti asilo dello stabile di via Curtatone, che da giorni si erano accampati nei giardini, ha fatto vivere ore di grande tensione per le scene di vera e propria guerriglia che si sono vissute in quelle ore.
Gli eritrei che si erano rifiutati di lasciare l’edificio e le aiuole sono stati dispersi con i cannoni ad acqua dalle autoblindo della polizia. Delle bombole del gas sono state lanciate dai migranti dalle finestre dello stabile contro le forze dell’ ordine. Durante l’intervento, fa sapere la Questura, “le forze dell’ordine sono state aggredite con lancio di sassi e bottiglie. Utilizzate bombole di gas aperte, messe in sicurezza grazie al repentino intervento dei poliziotti. Usato contro gli agenti anche peperoncino.L’uso dell’idrante ha evitato che venissero accesi fuochi e liquidi infiammabili. Due fermati al momento”.
L’operazione era “finalizzata al ripristino delle condizioni di vivibilità, legalità, igiene e sicurezza in piazza Indipendenza e in via Curtatone” comunicano le autorità. ”Tutte le persone presenti sui giardini sono state allontanate mentre gli occupanti dello stabile, comprese le ‘fragilità’, sono state trasferite presso l’Ufficio Immigrazione di via Patini, dove la Sala operativa sociale del Comune di Roma si sta occupando della loro assistenza”. “Questi devono sparire, peggio per loro. Se tirano qualcosa spaccategli un braccio” è la frase di un funzionario di polizia rivolta ai suoi uomini impegnati a inseguire i migranti e ripresa casualmente da un telefonino. Il video finisce sulla rete e mostra un gruppo di agenti in divisa e in borghese, armati di manganelli, che in piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini, cercano i giovani eritrei che si sono allontanati dopo gli scontri.
Parte così dalla questura di Roma un’indagine formale sull’episodio che alimenta fortemente le polemiche politiche sulla vicenda. “La frase pronunciata in piazza è grave, quindi avrà delle conseguenze. Abbiamo avviato le nostre procedure interne e non si faranno sconti. Questo deve essere chiaro. Ma ritengo altrettanto grave che l’idrante e le frasi improvvide pronunciate durate la carica diventino una foglia di fico”, afferma, in un’intervista a Repubblica, il capo della Polizia Franco Gabrielli, secondo cui gli scontri si potevano evitare. La responsabilità di quello che è successo non è solo della polizia, ma “di chi ha consentito a un’umanità varia di vivere in condizioni sub-umane nel centro della capitale”, evidenzia Gabrielli. “Due anni fa, da prefetto di Roma, insieme all’allora commissario straordinario Tronca avevamo stabilito una road map per trovare soluzioni alle occupazioni abusive. E questo perché il tema delle occupazioni non si risolve con gli sgomberi ma trovando soluzioni alternative”, racconta Gabrielli.
“Non ho più avuto contezza di cosa sia accaduto di quel lavoro fatto insieme a Tronca. Era previsto da una delibera un impegno di spesa di oltre 130 milioni per implementare quelle soluzioni alle occupazioni abusive. Qualcuno sa dirmi che fine ha fatto quel lavoro, e se e come sono stati impegnati quei fondi?”. La Prefettura con una nota fa sapere che “4 appartenenti al Reparto Mobile di Roma sono rimasti contusi mentre 4 cittadini stranieri, tutti titolari di permesso di soggiorno per asilo politico, sono stati arrestati per reati quali resistenza e violenza a pubblico ufficiale, resistenza aggravata a pubblico ufficiale con uso di armi improprie”.
Inoltre, prosegue la Prefettura “erano già state avviate nell’immediatezza della bonifica dello stabile, con la predisposizione del desk della Sala operativa sociale all’interno dell’immobile affiancato da personale dell’Ufficio Minori della Questura. All’esito di tali operazioni, sono stati ricollocati complessivamente 28 soggetti, di cui 19 maggiorenni (6 uomini) e 9 minori, tutti accolti presso strutture dedicate individuate dal Comune di Roma. Quattro ulteriori nuclei familiari verranno trasferite nei villini messi a disposizione dalla società conduttrice dell’immobile. Altre persone hanno ritenuto di rifiutare le soluzioni alloggiative proposte, allontanandosi spontaneamente”.
L’evento ha aperto un acceso dibattito politico, in prima linea il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, che condanna fortemente la reazione dei rifugiati. “Non posso immaginare che si lancino bombole alla polizia di Stato perché questi qua vogliono stare a Roma invece che in provincia di Rieti”. L’esponente M5S ha difeso l’operato dell’amministrazione capitolina sottolineando come siano stati offerti alloggi alternativi rispetto allo stabile di piazza Indipendenza: “Anche gli insegnanti della Buona Scuola volevano continuare a insegnare in Sicilia e li hanno sbattuti in Trentino Alto Adige…”, ha rimarcato Di Maio. “È allucinante che stamattina faccia più notizia la frase infelice di un agente che i lanci di oggetti contro la polizia di Stato”, ha detto ancora. “Chi ha lanciato bombole contro la nostra polizia – ha aggiunto – non può avere più il permesso di stare in Italia”.
foto: Ansa