Dopo più di un mese di quarantena, la Svizzera comincia a sentir sempre più forte il desiderio di un ritorno alla normalità. Da un momento all’altro un virus quasi sconosciuto ci ha cambiato la vita e ci ha fermati, costringendoci tutti, o quasi, tra le strette mura di casa e, diciamocelo, il clima così mite di questo periodo non ha certo aiutato. Ma adesso è giunto il momento di pensare al ritorno della normalità quotidiana, così la Confederazione ha annunciato un lento ma graduale allentamento dei provvedimenti.
A partire dal 27 aprile il Consiglio federale ha previsto che in Svizzera gli ospedali potranno nuovamente effettuare tutti gli interventi e alcuni settori potranno riprendere la loro attività a determinate condizioni, come parrucchieri e centri del fai da te. Poi si procederà a scaglioni con la ripresa di tutte le attività cercando di ridurre i danni economici al minimo, ma continuando a proteggere la salute della popolazione, in modo particolare le persone più a rischio. Tra le riprese delle attività quotidiane c’è quella che riguarda la scuola obbligatoria, prevista l’11 maggio se la pandemia lo permetterà. Dalla data prevista dal Consiglio federale tutte le scuole riapriranno per riprendere le attività quotidiane.
“Molto spesso i bambini più piccoli semplicemente non contraggono la malattia e non sono vettori del coronavirus” ha affermato il responsabile dell’unità di crisi Covid-19, Daniel Koch. Eppure proprio le scuole sono state le prime ad essere fermate per contenere l’epidemia, non solo nella Confederazione. Inoltre le curve parlano chiare, in Svizzera non siamo ancora fuori pericolo. E allora come è concepibile mettere in circolo e soprattutto riunire i 950.000 studenti del Paese? La ripresa delle attività scolastiche significherebbe inesorabilmente la formazione di assembramenti superiori al numero previsto dalle norme ancora vigenti, così come nei mezzi pubblici che dovranno accogliere un numero crescente di passeggeri, la mobilità in generale sarà riattivata e in circolo ritornerà inesorabilmente anche il virus. È vero che i bambini sono la categoria meno a rischio (anche se non completamente esclusi dal contagio), ma sono diversi gli alunni, gli insegnanti e il personale di servizio scolastico con delle malattie precedenti e dunque da classificare come categoria a rischio.
Sarà possibile mantenere la distanza minima richiesta tra gli alunni nelle aule? Sarà possibile mantenere le norme di igiene? Chi controllerà il corretto comportamento dei bambini durante le pause, a mensa e le attività ricreative? Diverse le perplessità e le polemiche sulla decisione della riapertura scolastica annunciata dal Consiglio federale, soprattutto da parte dei genitori che non nascondono le preoccupazioni di una nuova ondata, vanificando tutti gli sforzi fatti fino ad oggi. È con questo spirito che sono partite diverse raccolte di firme per ribattere all’apertura delle scuole obbligatorie l’11 maggio.
Nel frattempo, oggi, per la consueta Sechseläuten, la tradizionale festa delle corporazioni cittadine di Zurigo, il Böögg non terrà il suo spettacolo “scoppiettante”, nessuna previsione, dunque, per la stagione che abbiamo davanti. Dopotutto siamo già ben consapevoli che i tempi che ci si prospettano siano alquanto incerti…