Un disturbo decisamente fastidioso spesso correlato ai raffreddori
La sinusite è una patologia caratterizzata dall’infiammazione dei seni paranasali (le camere d’aria poste nelle ossa dietro a guance, sopracciglia e mascella) deputati a depurare l’aria inspirata e proteggere,
attraverso l’inglobamento nel muco, da germi, batteri o polveri irritanti. Se il drenaggio del muco è ostacolato, i microrganismi ristagnano all’interno dei seni.
Il processo infiammatorio può essere acuto o cronico e il ristagno del muco cui dà origine diviene un sito ideale per la crescita dei batteri giunti dalle cavità nasali o dalla cavità orofaringea, determinando una sovrapposizione tra infiammazione ed infezione. La sinusite spesso fa seguito ad un raffreddore, ad un attacco allergico o ad irritazioni da inquinanti ambientali.
Un’ipotesi remota, ma possibile, è la sinusite causata da un’infezione dell’arcata dentaria superiore, che si mette in comunicazione con le cavità paranasali tramite la radice dei denti molari o più raramente dei denti premolari che demolisce il pavimento dei seni mascellari. I sintomi sono abbastanza tipici e, dunque, facilmente riconoscibili: naso chiuso e muchi di colore verde/giallognolo, dolore e gonfiore in corrispondenza dei seni interessati, più frequentemente quelli frontali e mascellari, specialmente in caso di sinusite acuta.
Il dolore, spesso localizzato in corrispondenza delle arcate sopraciliari o degli zigomi, può essere accompagnato da cefalea, mal di denti, febbre, fuoriuscita di secrezioni molto dense dal naso e riduzione del senso dell’olfatto. La sinusite cronica in genere si manifesta con ostruzione, congestione e gocciolamento nasale. Molte infezioni dei seni paranasali si risolvono con misure di auto-medicazione e trattamenti medici non invasivi.
Il principio base delle cure mediche è di ripristinare l’aereazione dei seni paranasali, quindi di intervenire sul blocco alla ventilazione dei seni paranasali. Questo può avvenire in certi casi attraverso l’uso di vasocostrittori locali o di farmaci antiinfiammatori in via locale e generale, prevalentemente sono sotto forma di spray. Nelle fasi iniziali della patologia è molto importante l’azione vaso costrittiva e antiinfiammatoria, perché il ripristino del passaggio dell’aria spesso determina la soluzione del problema.
Mentre in caso di sinusite acuta si ha in genere un recupero completo in breve tempo, più o meno una decina di giorni, anche senza il ricorso ad antibiotici, per quella cronica sono necessari trattamenti a lungo termine per ridurre l’infiammazione, spesso a base di antibiotici, antinfiammatori e cortisone per i casi più gravi. In alcuni casi, però, la causa del blocco non si può rimuovere soltanto con i farmaci, ma occorre intervenire chirurgicamente, come ad esempio per la poliposi.
L’approccio più comune è endoscopico, e prevede l’inserimento di un sottile tubicino (endoscopio) nel naso, con l’obiettivo di ampliare i canali di drenaggio del muco tra seni e naso, in modo da permettere all’aria di entrare e al muco di uscire. La diagnosi per la sinusite deve essere fatta da un medico otorinolaringoiatra attraverso l’esame clinico.
Il primo passo, quindi, è la rinoscopia che permetterà di analizzare lo stato degli osti del seno paradossale attraverso un endoscopio a fibre ottiche. In alcuni casi può essere necessario ricorrere ad una Tac per confutare ogni possibile dubbio.