Senza sostegni pubblici molte Tv regionali dovrebbero chiudere in un prossimo futuro
Da quando è entrata in vigore la legge sulla radio e la televisione nel 2007, la situazione economica delle radio e Tv private è migliorata. Nonostante ciò per le Tv regionali la situazione è ancora difficile e senza canone molte non sopravvivrebbero. Anche molte radio, senza sostegno pubblico, non potrebbero offrire le loro prestazioni. Per le emittenti private, anche se operano in situazioni diverse, è in egual misura difficile imporsi in un mercato dominato dalle emittenti pubbliche. Sono i risultati di uno studio di Publicom realizzato per le Unioni delle radio regionali (VSP, RRR, Télésuisse) e per l’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM). Secondo lo studio le radio private si trovano in una situazione economica discreta rispetto alle Tv private che vivono in condizioni precarie.
La maggior parte delle 31 stazioni radio ha una situazione finanziaria sana e un capitale proprio medio del 42 per cento nel 2010. Solo sei radio mancavano di liquidità. Insufficiente per contro è la redditività. Il cash-flow (indica le variazioni intervenute, in un determinato periodo, nella liquidità di un’azienda per effetto della gestione) è in media dell’8 per cento, ma per sopravvivere si dovrebbe realizzare almeno il 9 per cento. Ci sono però grandi differenze: dieci radio raggiungono elevate o adeguate redditività. Più dell’80 per cento del reddito proviene dalla pubblicità, che ha fatto registrare per le radio private svizzere entrate per 150 milioni di franchi.Meno rosea si presenta la situazione economica per le 13 Tv regionali a beneficio di una concessione. La loro rilevanza sul mercato pubblicitario è abbastanza bassa, poiché con un fatturato di 36 milioni di franchi hanno raggiunto solo l’1 per cento. Le Tv sono difatti completamente tributarie del canone radio-TV, nel 2010 il 20 per cento delle entrate. La metà delle Tv è comunque sotto finanziata e la redditività della maggior parte raggiunge un cash-flow medio del 4 per cento, quando occorrerebbe almeno il triplo. Solo due Tv sono redditizie.
“Per la sopravvivenza delle emittenti private è essenziale la ridistribuzione di una parte del canone”, ha spiegato Philippe Zahno, presidente delle radio regionali romande. La ripartizione del canone (attualmente 4% alle radio e 4% alle televisioni private), secondo Zahno, dovrebbe oscillare tra il 3% e il 5%. Il Consiglio federale ha posto in consultazione una revisione parziale della legge, che suscita proteste a causa dell’obbligo generalizzato di pagare il canone. Tuttavia, il progetto prevede anche di consentire alle TV regionali di diffondere al di fuori della loro regione e per Internet.