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21 November 2024
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Cronaca

SOLO SPIEGAZIONI, INTERROGAZIONI E VOTI? NO DI CERTO.

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CIMG3542Un anno scolastico al liceo Vermigli (prima parte)

Chi crede che la vita scolastica di un liceo consista unicamente in una successione ininterrotta di spiegazioni, interrogazioni e compiti in classe non conosce bene il mondo della scuola, o per lo meno il liceo Pier Martire Vermigli di Zurigo. Fondato trentacinque anni fa, esso è una realtà ormai consolidata, che trova la sua ragion d’essere nella vitalità del suo rapporto con la società e nel nuovo concetto di cultura che si va affermando nel mondo moderno. Tutto ciò accade al Vermigli da sempre, nel segno del bilinguismo italiano-tedesco e della varietà delle culture, come dimostrano le tante attività organizzate dal liceo nell’anno scolastico 2012-13, che ora vedremo in rapida rassegna.

Al primo posto, per la partecipazione attiva degli studenti di terza, quarta e quinta e per il successo di pubblico che ha conseguito, vi è sicuramente la rappresentazione teatrale di «Non ti pago», di Eduardo, tenuta a Dietikon e replicata alla Casa d’Italia e in altre sedi (Uster e Winterthur). Il preside prof. Passannante ha saputo guidare i giovani attori in erba con tale maestria da mettere in scena uno spettacolo coinvolgente e divertente, riuscendo a rendere espliciti sia la carica umana dei personaggi,sia quel richiamo ai valori della famiglia e della solidarietà che percorrono tutto il teatro di Eduardo. È qui, infatti, l’attualità di un pezzo messo in scena per la prima volta nel 1940, un testo importante, perché permise ad Ennio Flaiano di sottolineare per primo il valore letterario delle commedie di Eduardo, fino ad allora sottovalutate. Grazie a ciò e grazie alle tante prove che hanno preceduto la prima, il successo delle rappresentazioni degli studenti del Vermigli è stato indiscutibile, ma ciò che più conta è il valore educativo di una tale esperienza. Mandare a memoria un testo, abbinare le parole ai gesti e agli spostamenti sul palco e soprattutto recitare di fronte a un pubblico numeroso: niente di meglio per la maturazione di un giovane e per l’affinamento delle sue abilità linguistiche.

Se la recita di «Non ti pago» ha consentito agli attori e agli spettatori di approfondire dei motivi interni alla nostra letteratura, tante altre iniziative si sono proposte di favorire la Barcellona nov.'12conoscenza di altre culture. E il modo più pratico di entrare in contatto con le altre culture è ovviamente quello dei viaggi di istruzione. Anche quest’anno, infatti, la classe quinta, con le professoresse Caffarel e Magnano, ha visitato una città europea e stavolta la scelta è caduta su Barcellona, la capitale catalana di Gaudì e di Picasso. Un viaggio di maturità non è una «gita», ma una visita che permette di toccare con mano la cultura di un popolo, le sue abitudini e la sua mentalità. Ecco allora come esempio le passeggiate nei vicoli del centro e la «paella» in uno dei tanti ristoranti della città vecchia. Gli studenti hanno visitato il Museo della Scienza, la Barceloneta, la Sagrada Familia e il ParcGüell, ma ciò che conta è che hanno colto lo spirito di una città colta e moderna, che sa apprezzare anche le tradizioni e le vestigia di un passato prossimo e glorioso. C’è qualcosa di meglio dell’operosità abbinata al gusto del bello e alla cultura? Tra efficientismo e culto della propria storia, orgoglio nazionale catalano e apertura al mondo, Barcellona offre l’esempio di un’integrazione multiculturale che è un modello per tutti, l’esempio di una fusione riuscita di etnie diverse, di classi sociali e di uomini. E di questo i nostri studenti, anch’essi collocati fra due lingue e due culture, si sono benresi conto.

Un altro viaggio, stavolta a Monaco di Baviera, ha riguardato le classi terza e quarta, accompagnate dalle prof. Maviglia e Stadler. Monaco, per chi la conosce, non è solo l’Oktoberfest, ma è anche istruzione e cinema, arte e discussione di idee, valorizzazione della natura con i suoi parchi e i suoi prodotti biologici.  Studentesse e studenti, a contatto con una società apparentemente non troppo lontana da quella svizzera, si sono trovati a loro agio e hanno visitato volentieri e con piacevole sorpresa una città tedesca “con cuore” e un po’ italiana. I giovani hanno trovato nella vitalità di Marienplatz, nelle pinacoteche sparse nella città e nel barocco di tanti edifici, quella italianità in cui si riconoscono e si specchiano, così come, visitando il Municipio e il Deutsches Museum, hanno scoperto il volto prettamente germanico della capitale bavarese. E tutti sono rimasti incantati di fronte ai castelli di Ludwig, sognando e rivivendo la loro infanzia di fronte al profilo disneyano di Neuschwanstein.

Un terzo viaggio, infine, ha portato le classi prima e seconda a Salisburgo, altra città italianeggiante, con il suo barocco, le sue manifestazioni musicali, il duomo, il convento dei benedettini di Sankt Peter, il Vicolo delle Granaglie (con la casa natale di Mozart) e il palazzo vescovile.  Gli alunni anche stavolta sono rimasti sorpresi dalla presenza della cultura italiana in una città austriaca e, guidati dalla prof. Allegri e dal prof. Machì, hanno visitato la città vecchia, riuscendo a capire, tra l’altro, perché Salisburgo sia stata proclamata patrimonio culturale mondiale dall’UNESCO e perché la civiltà mitteleuropea non è poi così distante da noi latini, come comunemente si crede.

(Continua)

di Vittorio Panicara

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