Nel bel mezzo di settembre, mentre gli abitanti della Confederazione attendono che la Svizzera si decida ad entrare in modalità autunno, arriva il tempo dei resoconti: quanto abbiamo speso per le nostre ferie, quanto è costato il riposo e il divertimento che ci siamo concessi. Se abbiamo fatto i conti per bene, siamo pronti a ripartire e ad affrontare le spese quotidiane, se per caso, invece, ci siamo dati alle pazze gioie delle vacanze ci toccherà stringere un po’ la cinghia… anzi, stringerla un po’ più del solito. Sappiamo benissimo, infatti, che la Svizzera è una delle nazioni più care al mondo e nel 2023 la conferma è arrivata con la presenza di ben 4 città svizzere nella top ten delle città più costose, secondo lo studio Cost of Living City Ranking 2023 queste sono Zurigo (3° posto dopo Hong Kong, Singapore) Ginevra (4° posto), Basilea (5°posto) e Berna (7° posto), un vero e proprio poker d’assi, anche se in questo caso si tratta di una mano vincente davvero poco conveniente. Vivere in una delle città più care al mondo non è per tutti, in generale è sempre impegnativo far quadrare i conti anche nelle famiglie benestanti, ma diventa quasi un’impresa per le famiglie a medio reddito. Pensate se insieme al primato di carovita si aggiunge l’inflazione che ultimamente si sta abbattendo su tutta l’Europa e che coinvolge in maniera evidente anche la Svizzera che si trova a fronteggiare un generale aumento dei prezzi. Se si ha l’ardire di dare uno sguardo attento a tutti gli aumenti che stanno per investire gli abitati della Svizzera c’è da tremare: premi malattie, elettricità, generi alimentari e affitti sempre più cari. Sicuramente non è una consolazione, ma in Italia sono anche messi peggio.
Ma il carovita è ormai un malessere diffuso per tutta l’Europa dove, secondo gli addetti ai lavori di Bruxelles, è stato soprattutto l’impatto della guerra in Ucraina a gravare maggiormente. Nel 2023 la crisi che ha colpito tutta l’Europa è stata accusata con poche differenze da Paese a Paese, considerando che uno degli indicatori maggiori dei problemi economici è il numero dei cittadini che non riesce a pagare le bollette, possiamo notare come questo sia aumentato notevolmente in poco tempo: dall’autunno 2021 all’autunno del 2023 ha avuto un aumento di nove punti, passando dal 30% al 39%. Pensiamo che in Italia questo dato è attestato al 64%! Altri sondaggi che hanno riguardato l’aspetto economico dell’Italia, rivelano un generale impoverimento della società: secondo Ipsos, infatti, il 40% degli intervistati in Italia ha dichiarato di aver chiesto un prestito a un parente o a un amico, il 36% ha rinunciato alle cure pur avendo un problema di salute e il 16% si è rivolto a un’associazione per beni di prima necessità come vestiario e pasti giornalieri. L’Italia, purtroppo, si trova davvero a soffrire in modo particolare gli aumenti, che graveranno sulle tasche della popolazione: gli aumenti di benzina, luce e gas, mutui, assicurazioni, cibo e beni prima necessità, scuola e corredo scolastico, è davvero il caso di dire che la classe media italiana e in generale europea non è mai stata così vicina alla povertà.
Cosa si può fare per rimediare? In Svizzera è il capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) Parmelin a suggerire una soluzione per far fronte al carovita che ha investito anche la Svizzera e fa appello alla responsabilità delle economie domestiche di fronte all’inflazione, all’aumento dei premi dell’assicurazione malattia e dei prezzi dell’energia, oltre a sollecitare un maggiore sforzo e controllo dei Cantoni. Il Consigliere federale Parmelin dice: la cassa malattia è troppo cara? Cercane una più economica. Come abbiamo fatto a non pensarci prima?
Quella del carovita è una matassa grossa e molto aggrovigliata da sciogliere e anche se tutti quanti devono partecipare e “contribuire” a limitare i costi, secondo quanto suggerisce Parmelin, non può essere sempre tutto sulle spalle della popolazione. In Europa la crescita rallenta, il Pil crolla e scarseggiano le misure di sostegno economico, in Italia però si potrebbe fare qualcosa grazie alla terza rata di Pnrr da 18,5 miliardi di € che finalmente è stato dato il via libero dalla Commissione Europea, per cui si potrebbe fare qualcosa in più per l’economia degli italiani, facendo nostro il consiglio di Parmelin, speriamo che i politici italiani sfruttino questa opportunità con responsabilità.
Redazione La Pagina