L’elettorato svizzero respinge chiaramente l’iniziativa contro la dispersione degli insediamenti. Il Governo punta alla legge in vigore. Scarsa la mobilitazione: partecipazione al voto solo del 35.7%
È sufficiente la revisione della legge sulla pianificazione del territorio (LPT) del 2014 per preservare la natura e il passeggio. La proposta dei Giovani Verdi di congelare i terreni edificabili in Svizzera e mantenere gli spazi verdi è stata chiaramente bocciata alle urne: soluzione sbagliata, misure radicali e testo dell’oggetto forse non attuabile. I votanti hanno respinto l’oggetto con il 63.7% di voti contrari. Anche tutti i cantoni hanno detto “no”. L’iniziativa popolare “Fermare la dispersione degli insediamenti – per uno sviluppo insediativo sostenibile (Iniziativa contro la dispersione degli insediamenti)” era partita con il vento in poppa, raccogliendo molte simpatie soprattutto nelle zone urbane, svanite però durante la campagna di voto, anche perché la legge in vigore ha iniziato a fare presa sulla pianificazione degli spazi e in fase di attuazione la legge ha già dato risposte idonee al problema della dispersione degli insediamenti. L’iniziativa è arrivata troppo presto. La revisione della LPT prevede che le zone edificabili debbano soddisfare le esigenze prevedibili per i prossimi 15 anni ed è sufficiente per trattare con moderazione il terreno. Se l’iniziativa fosse stata approvata, le nuove zone edificabili sarebbero state ammesse soltanto se una equivalente superfice venisse declassata e restituita alla natura. L’attuazione della iniziativa avrebbe però aperto molte discussioni, perché i promotori non hanno precisato quali zone edificabili sarebbero da ridistribuire, zone che non avrebbero toccato soltanto quelle dei cantoni, ma anche quelle oltre i limiti cantonali.
Dopo il chiaro responso delle urne gli sconfitti hanno fatto autocritica. I contrari tirano un sospiro di sollievo per aver vinto la battaglia contro una iniziativa “inutile e radicale”. Luzian Franzini, co-presidente dei giovani Verdi sperava in un risultato migliore, ma sostiene che l’iniziativa “ha permesso di tenere un ampio dibattito sull’assetto del territorio”. Franzini è anche autocritico: “Non siamo riusciti a far capire, che l’iniziativa è necessaria a fermare la dispersione”. È stata anche una sfida tra Davide e Golia. Troppo ampia l’alleanza degli oppositori che disponevano anche di un budget superiore. Non si scoraggiano i promotori e puntando al LPT, dichiarano di “rimanere attivi nelle discussioni sulla nuova revisione della Legge sulla pianificazione del territorio”. Il socialista Thomas Hardegger, membro del comitato promotore dell’iniziativa ha dichiarato che “è necessaria una correzione della LPT per un impiego più efficiente del suolo. Molti alloggi si trovano al posto sbagliato, mentre nelle città non vi sono quasi più spazi abitabili”. La lotta alle dispersioni continua. La Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Nazionale discuterà fra due settimane la seconda fase della LPT, che prevede regole per le costruzioni all’infuori delle zone edificabili.
La LTP resta in primo piano anche per i contrari. L’iniziativa non aveva trovato il consenso di Parlamento e Consiglio federale. Soddisfatta la neoministra dell’ambiente, Simonetta Sommaruga: “Il risultato mostra che una chiara maggioranza sostiene la linea del Consiglio federale. Uno stop alle zone edificabili porta troppi svantaggi”. La decisione popolare non significa però un “no” alla protezione del paesaggio, ha aggiunto Sommaruga. “Molti hanno condiviso la richiesta degli iniziativisti di proteggere la natura e il paesaggio però gli strumenti proposti dall’iniziativa sono sbagliati. La popolazione confida nell’attuale legge che il Consiglio federale attuerà con costanza”. Sommaruga si augura di evitare con la LTP gli errori del passato e chiede la collaborazione di Cantoni e Comuni “a ridimensionare zone edificabili troppo grandi”. Senza le misure necessarie, non saranno autorizzati dalla Confederazione (che funge da organo di controllo) ad aprire altre zone edificabili.
Economiesuisse, la federazione delle imprese svizzere, riconosce l’obiettivo legittimo ai Giovani Verdi, ma “le misure proposte dall’iniziativa sono troppo radicali e controproduttive”. Per proteggere il suolo bisogna puntare alla legge in vigore, ha aggiunto la federazione nel suo comunicato scritto. Strumento sbagliato anche per l’Unione delle città svizzere, che ha simpatizzato per fermare la proliferazione urbana e promuovere lo sviluppo di alloggi sostenibili. Ma congelare completamente le aree edificabili allo stato attuale avrebbe reso molto difficile sviluppare abitazioni nelle aree urbane.
Gaetano Scopelliti