Il secondo sondaggio di gfs.bern rivela che la riforma dell’imposizione delle imprese è incerta, mentre sono ampi i consensi per aturalizzazione agevolata e fondo per le strade nazionali
La Riforma III dell’imposizione delle imprese è in seria difficoltà. La quota dei contrari è aumentata e ha quasi raggiunto quella dei favorevoli. Una situazione di parità grazie ai 9 punti percentuale in più dei contrari in confronto al primo sondaggio. I sostenitori della complessa riforma, che chiede l’abolizione dell’imposizione ridotta a imprese attive a livello internazionale con sede in Svizzera, sono diminuiti del 5%, scendendo al 45% contro un 44% che vuole bocciare la riforma. L’esito su questo referendum dipenderà dall’11% di indecisi e se il trend sarà rispettato, l’oggetto sarà probabilmente bocciato.
In confronto al primo sondaggio è aumentato lo scetticismo nei confronti della riforma da parte dell’elettorato che aveva fiducia nel Governo e nel Parlamento. Nella fase calda della campagna le carte sono state rimescolate. È rimasta stabile l’intenzione di voto degli elettori di tutti i partiti borghesi favorevoli PLR (73%), UDC (60%) e PPD (58%), mentre la campagna delle ultime settimane “ha mobilitato soprattutto gli elettori della sinistra”, secondo Claude Longchamp, responsabile dell’istituto gfs.bern. “I contrari si sono rinforzati grazie al messaggio principale, che a pagare sarà il ceto medio”. Difatti tra le classi salariali, a passare sul fronte del No, sono stati gli elettori con salari medi (5000-7000 franchi). Non ha avuto invece effetto l’intervista dell’ex ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf che aveva definito la riforma sbilanciata. Secondo Longchamp, Widmer-Schlumpf ha reso la campagna più emotiva e ha messo i puntini sulle “i” alle critiche alla riforma che erano iniziate molto prima ed erano consolidate. Per vincere la sfida ai favorevoli non resta che puntare sugli indecisi, con l’argomento che la riforma ha come scopo la sicurezza della competitività della Svizzera.
Resta ampio il consenso sulla naturalizzazione agevolata degli stranieri di terza generazione – che mira a ridurre gli ostacoli per ricevere il passaporto svizzero – nonostante i contrari siano in forte aumento. I favorevoli hanno ancora una maggioranza del 66% contro il 31% di contrari, con gli elettori dell’UDC a essere gli unici che voteranno in maggioranza contro. Il vantaggio è ancora ampio con il 35%, ma si è dimezzato di 18 punti percentuali. “Al momento sembra che il fronte dei favorevoli possa mantenere il vantaggio” ha spiegato Martina Mousson di gfs.bern “rimane aperto se l’oggetto riuscirà a ottenere la maggioranza dei voti dei Cantoni”. Gli argomenti dei contrari non sono in grado di ottenere maggioranze a parte l’argomento che le naturalizzazioni siano di competenza dei Cantoni e dei Comuni e la Confederazione non dovrebbe intromettersi. Le argomentazioni dei favorevoli hanno il potenziale di ottenere una maggioranza, in primis il messaggio che la legge non prevede la naturalizzazione automatica. La base degli elettori segue l’indicazione di voto dei partiti: alte percentuali di consenso del centro e della sinistra e con il 64% della base UDC che respinge la legge. Il sondaggio rileva che la campagna della destra conservatrice con il manifesto provocatorio in cui è raffigurata una donna con il burqa ha fatto breccia tra gli elettori senza appartenenza a un partito che sono ancora in maggioranza (51%) per il Sì, ma i contrari in questa fascia sono aumentati.
Per il Decreto federale concernente la creazione di un fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA) i dati del sondaggio evidenziano un chiaro Sì. I favorevoli hanno aumentato il loro margine salendo al 62% contro un 28% di contrari che hanno perso 2 punti. Saranno i vantaggi di un’infrastruttura ampliata a fare accettare il fondo e se il trend si confermerà non ci dovrebbero essere sorprese. L’istituto gfs.bern esclude “un’alleanza tra automobilisti insoddisfatti per il pericolo di nuovi costi a loro carico e sinistra-verdi che si sono espressi con argomenti sui problemi di politica ambientale”. Il primo argomento contrario è sostenuto solo dal 44% degli intervistati, mentre il secondo dal 49% (-5). La maggioranza non crede che questo programma di ampliamento riconduca il traffico dalle ferrovie alle strade e nuoccia al clima. Anche la base degli elettori del PS tende a votare Sì (52%) opponendosi alle indicazioni di voto del partito, mentre la base dei Verdi, tradizionalmente forti su temi ambientali, si esprime per l’oggetto con una maggioranza relativa (46%).
Gaetano Scopelliti