Bere latte prima di andare a dormire, contrasta l’insonnia!
Recenti studi dimostrano che uno svizzero su tre soffre di disturbi del sonno. Questo problema, in alcuni soggetti, si accentua in determinati periodi dell’anno, come ad esempio il cambio stagione. È soprattutto lo stress il principale nemico di un buon sonno, quando ci si sente sotto pressione, questa sensazione ci accompagna fino in camera da letto e ci rende davvero difficile rilassarci in modo tale da addormentarci. Ma i disturbi del sonno sono tanti e diversi, si va dall’insonnia (che è appunto la difficoltà nel riuscire a prendere sonno di cui si è accennato sopra) all’ipersonnia, la narcolessia, il disturbo del sonno correlato alla respirazione e il disturbo del ritmo circadiano del sonno. Anche se il più comune è l’insonnia, gli altri disturbi sono comunque diffusi e creano disaggi nella vita quotidiana di chi ne soffre.
Per quanto riguarda l’ipersonnia, si tratta di un disturbo del sonno che ha come caratteristica il bisogno di dormire un numero di ore superiore alla media. La persona con questo disturbo non ha alcuna difficoltà ad addormentarsi la sera, ma al risveglio è a volte nervosa e confusa perché avrebbe bisogno di dormire ancora. La narcolessia è invece un’eccessiva sonnolenza diurna, generalmente sempre presente come sensazione soggettiva, e con la presenza di improvvisi attacchi di sonno, che si ripetono a intervalli disomogenei più volte durante la giornata. Quando il narcolettico non ha la possibilità di dormire per qualche minuto, il sonno aumenta fino a divenire incontrollabile. Sprofonda così in un dormiveglia durante il quale compie azioni incontrollate e senza senso che, in base alla situazione in cui si trova, possono metterlo in pericolo. Due caratteristiche del disturbo narcolettico sono: la cataplessia: la persona, in seguito ad un’emozione forte può perdere il tono muscolare, accasciarsi a terra senza riuscire a muoversi, mantenendo la coscienza di ciò che sta avvenendo; e le allucinazioni ipnagogiche: specie di allucinazioni o sogni angoscianti che la persona vive sia dormendo che stando svegli. Il Disturbo del sonno correlato alla respirazione, per esempio la sindrome da apnea del sonno, è caratterizzato da un sonno interrotto, implicante eccessiva sonnolenza o insonnia, che si ritiene dovuto ad una patologia della respirazione correlata al sonno. Infine, il disturbo del ritmo circadiano del sonno. Si tratta di un disturbo ricorrente caratterizzato dall’interruzione del sonno che porta ad una eccessiva sonnolenza o insonnia dovuta ad uno squilibrio tra il ciclo sonno-veglia richiesto dall’ambiente in cui vive la persona e il suo particolare ritmo circadiano sonno-veglia.
Ma di quante ore ha bisogno un individuo per sentirsi ben riposato? I generale bastano circa 8 ore, ma in realtà ognuno di noi può avere un bisogno differente di sonno che varia dalle 4 ore alle 11 ore. Bisognerebbe individuare il numero necessario ad ognuno di noi e cercare di avvicinarsi il più possibile. I benefici del dormire bene sono innumerevoli, sono numerose le teorie che identificano la funzione del sonno nel recupero fisico, nella facilitazione delle funzioni motorie, nel consolidamento dell’apprendimento della memoria. Quante volte il medico ci consigli di “riposare”?
Un recente studio ha inoltre individuato nei disturbi del sonno una correlazione con le nostre cattive abitudini alimentari. Secondo questo studio, chi dorme male è anche perché ha cattive abitudini alimentari! Lo studio è stato condotto in Italia dove il numero degli insonni conta circa 13 milioni di persone ed è stato condotto dai nutrizionisti dell’ Osservatorio Grana Padano con una ricerca sulle abitudini alimentari di un campione di 8500 persone.
”Va però limitato il consumo di sostanze eccitanti specie nelle ore serali – suggerisce Michela Barichella, medico degli ICP Milano – ma si consigliano anche rimedi tradizionali e naturali come una tazza di latte tiepido, da bere prima di andare a dormire. Il latte contiene alti livelli di triptofano, un aminoacido che favorisce la produzione nel cervello di sedativi naturali quali serotonina e melatonina”. Gli studiosi hanno costatato che chi soffre di insonnia tende a consumare poco latte o yogurt, che si limita al massimo ad una porzione al giorno, quando invece ne consigliano almeno 3 porzioni. Un’altra carenza che emerge dall’indagine è il consumo di acqua che non arriva mai ai 2 litri consigliati al giorno. L’acqua è ricca di magnesio, minerale fondamentale per rilassare la muscolatura e per facilitare la digestione: questa doppia azione può avere un buon risultato per migliorare la qualità del sonno. Una delle cause dell’insonnia, come noto, è rappresentata da abitudini alimentari non corrette quali l’assunzione, soprattutto nelle ore serali, di alimenti eccitanti come caffè, tè, cola, cacao, una regola semplice, ma che proprio perché troppo scontata forse viene sottovalutata e non seguita, ma che invece potrebbe portarci dei grandiosi benefici.