L’Italia diventa più europea. Come già avviene in altri paesi dell’Unione, a partire dal mese di luglio anche le famiglie italiane riceveranno per ogni figlio un sostegno mensile dallo Stato. E’ l’assegno unico universale. Grazie a questa nuova misura, ideata dalla ministra alle Pari Opportunità Elena Bonetti e approvata all’unanimità dal Parlamento, i genitori potranno ricevere almeno 250 euro per ogni figlio. Dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del ventunesimo anno di età.
Si tratta di una misura universale, di cui beneficeranno i genitori di ogni bambino. E prevede maggiorazioni nei casi dei figli disabili e a partire dal secondo figlio. Una vera rivoluzione copernicana, in un Paese in cui, fino ad oggi, la genitorialità veniva trattata come una questione individuale. Invece, scegliere di essere genitori vuol dire contribuire al progresso della società tutta. Non a caso, l’Italia sta pagando un pegno drammatico in termini di denatalità.
Con l’assegno unico universale vogliamo invertire questa rotta. Vogliamo fare in modo che avere dei figli sia una scelta felice. E non una quotidiana fatica. Con una somma a disposizione per ogni bambino, i genitori possono sostenere le spese per la sua cura, o per una baby sitter, o per l’istruzione.
L’obiettivo ultimo è far crescere bambini più sereni. E sostenere l’autodeterminazione femminile. Anche la pandemia Covid ha dimostrato come la cura degli impegni familiari ricada ancora troppo sulla componente femminile del nucleo familiare. Il 93 per cento dei posti di lavoro persi con la pandemia è femminile. Un dramma, al pari della denatalità. Con l’assegno unico contrastiamo entrambi i fenomeni. Perché rendiamo le donne libere di coltivare anche le ambizioni professionali, oltre a quelle familiari.
Esattamente ciò che già accade in paesi del Nord Europa, come Francia o Svezia. Dove le politiche per la famiglia si riversano direttamente sull’economia. Dimostrando come promuovere la genitorialità incida positivamente sulla partecipazione femminile al lavoro. Ed a guadagnarci è la ricchezza dell’intero Paese.
L’assegno unico ha inoltre il merito di fare ordine nella giungla delle diverse misure di sostegno attualmente in vigore. Dai bonus ai sussidi. Tutto rientra nell’assegno. Un’unica, facile, trasparente soluzione.
Il provvedimento rientra nella più ampia cornice del Family Act. Un pacchetto di misure ideate alla Leopolda, l’incubatore politico di Italia Viva. Politiche che mirano alla parità di genere. All’aumento della natalità. All’occupazione femminile. Insomma, ad una società più equa, efficiente e giusta.
L’assegno unico universale scardina l’idea che fare figli sia un’incombenza della sola madre. Ed afferma il principio che si tratta di una responsabilità condivisa. Di cui beneficia l’intera società. Ecco perché l’assegno unico universale è una misura di vera giustizia sociale.
Laura Garavini