È con immenso piacere che, nel giugno scorso, ho rivestito, per la seconda volta, la mia funzione di sindaco. Anche se nel nostro sistema ginevrino la funzione di sindaco è essenzialmente rappresentativa, e che la maggior parte del mio lavoro di consigliere amministrativo viene effettuata ogni giorno nei servizi di cui sono incaricato, cioè finanze, sport, immobili e costruzione, sicurezza, protezione della popolazione e informatica e logistica, è sempre un grande onore essere in grado di rappresentare la città dove sono nato, cresciuto e di cui vado fiero. In effetti, Carouge è nota e riconosciuta per il suo fascino, la sua particolare architettura, la sua vita briosa e le sue feste tradizionali invitanti e calorose.
Ma la ricchezza di Carouge è dovuta anche alla sua apertura, alla sua diversità, e alla sua tolleranza: fin dalla sua creazione, nel 1786, la nostra è sempre stata una città aperta e cosmopolita: tutte le religioni sono state accettate, nessuna fortificazione ne bloccava l’accesso e il commercio avveniva con l’intera regione. Il 51% dei suoi abitanti provenivano dalla Francia, il 26,3% dalla Savoia o dal Piemonte (!), il 7,8% dalla Germania, il 6,5% da Ginevra, il 5,5 % dai cantoni confederati. Nel tempo, questo spirito di apertura si è costantemente mantenuto, in particolare con i numerosi lavoratori stranieri, in particolare quelli provenienti dall’Italia, che si sono stabiliti a Carouge all’inizio degli anni trenta e che hanno consentito alla nostra città di svilupparsi in ambito sociale, culturale, economico e urbanistico. Si tratta di una fortuna, ma questo ha anche richiesto un impegno da parte degli abitanti nel dedicare agli altri parte del loro tempo e delle loro competenze affinché il nostro comune si sviluppasse in modo armonico e affinché i suoi abitanti trovassero piacere a viverci.
E’ questo lo spirito del “vivere insieme” che desidero coltivare durante il mio mandato di sindaco. Quest’anno alla guida della città rappresenta per me anche l’occasione per incontrarmi ancora di più con i cittadini, per ascoltare le loro preoccupazioni e per rafforzare l’approccio partecipativo della gestione comunale. In effetti, con i miei due colleghi, Jeannine de Haller Kellerhals e Nicolas Walder, sosteniamo, fin dalla nostra elezione nel 2011, un approccio partecipativo, incontrando naturalmente le varie associazioni di abitanti, di utenti, di commercianti e abbiamo istituito, una volta al mese, una permanenza dove accogliamo in Municipio chiunque abbia domande, proposte, ed eventualmente anche rimostranze. Grazie a questa finestra di dialogo e consultazione, è più facile per me presentare progetti concreti e costruttivi, che tengano conto delle esigenze attuali e future degli abitanti, mantenendo sempre la volontà di preservare l’atmosfera tipica di Carouge calda ed accogliente.
Come responsabile politico, spetta a noi il compito di pensare alle infrastrutture di domani, che siano sportive, culturali o sociali e di rispondere alle esigenze di una comunità forte oggi di 21 000 abitanti, e che potrebbe svilupparsi in un modo molto più ampio nei prossimi anni: tra le future costruzioni di Carouge Est, lo sviluppo del quartiere Praille-Acacias-Vernet, e quello di Pinchat, sono previsti 14 mila nuovi abitanti nei prossimi 30 anni. La posta in gioco e le sfide sono, pertanto, molto grandi per la nostra città ed è quindi essenziale assicurare che tale sviluppo si svolga in modo armonico, sia sul piano architettonico che sociale. Per questo, i problemi di mobilità, d’infrastrutture pubbliche (asili, scuole, luoghi di svago e intrattenimento, centri sportivi e culturali) e dei negozi devono essere al centro delle nostre preoccupazioni. Questo è ciò che io difendo ad ogni nuovo progetto di costruzione.
Per questo motivo, con i miei colleghi, stiamo lavorando a progetti importanti, come la creazione di una piscina coperta all’interno del perimetro della Fontenette, un grande parco pubblico nel PAV, la ricostruzione del teatro di Carouge, o l’aumento di posti negli asili-nido. Inoltre, è compito sempre delle autorità preoccuparsi dell’importante problema della sicurezza. Per cercare di risolvere questa spinosa questione, ho puntato su una vera polizia di prossimità che consiste naturalmente nel mantenere un contatto diretto tra la popolazione e le forze dell’ordine, instaurando un vero dialogo. Essendo i problemi di sicurezza a Carouge soprattutto legati ai disturbi notturni, ho garantito una presenza pedestre sul campo più estesa degli AMP. Per questo, Carouge è il comune che ha beneficiato della più importante presenza di APM (1 agente per 1 000 abitanti) e con orari che coprono tutta la settimana fino alle 3 della mattina, tutte le notti dei venerdì e dei sabati ed anche la domenica, durante il giorno. Un cellulare è stato affidato alla pattuglia, il cui numero è stato comunicato alla popolazione, in modo che la risposta e l’intervento possano essere immediati.
Formalizzando con lo Stato di Ginevra la collaborazione tra la polizia cantonale e la polizia municipale mediante la firma del primo contratto di sicurezza locale, le sinergie sono rafforzate e l’efficacia è aumentata. Per il futuro, spero che Carouge continui a coltivare il suo spirito di apertura, di tolleranza, di rispetto e di amicizia. È così che sarà possibile effettuare i molti progetti di sviluppo emozionanti e motivanti che ci attendono. Ed è proprio grazie alla partecipazione di tutti gli attori della società civile, in particolare delle associazioni, come la SAIG, che fanno vivere il Comune, che questo obiettivo sarà raggiunto.