Il Consiglio federale valuta adeguamenti nella modernizzazione del diritto di famiglia
Durante la sua seduta a Friburgo il governo si è occupato di politica familiare e auspica un aggiornamento del diritto di famiglia, adattando le leggi alla situazione reale delle famiglie svizzere, che negli ultimi anni hanno assunto forme sempre più variegate. Nonostante le norme si siano evolute parecchio, il Consiglio federale vuole andare oltre ed esamina la possibilità di introdurre un’unione domestica registrata per tutte le coppie. Si tratterebbe di un “matrimonio leggero” come alternativa al matrimonio e al concubinato.
Contemporaneamte il Consiglio federale vorrebbe dare gli stessi diritti alle coppie etero e omosessuali, adozione inclusa. Il matrimonio non è però messo in discussione e resterà il cuore del diritto famigliare, come ha precisato il governo, ma deve adattarsi, perché ad esempio un bambino su cinque nasce da genitori non sposati. Con il rapporto adottato il governo intende fornire uno spunto di discussioni sui settori del diritto di famiglia: le relazioni personali tra adulti, il diritto della filiazione, gli aspetti finanziari e il diritto successorio. Per quanto riguarda le relazioni personali tra adulti una particolare sfida riguarda il numero crescente di coppie che vivono in concubinato senza sposarsi. Il Consiglio federale non ritiene necessario regolare queste “convivenze di fatto”. La responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia, Simonetta Sommaruga auspica che “sia più sensato adottare una soluzione che tuteli il partner”. La tutela riguarderebbe situazioni di crisi quali il decesso, la malattia o la separazione se un partner non è adeguatamente assicurato, ma solo se tra i due partner vi è un notevole squilibrio finanziario. Un terzo delle coppie vive oggi senza certificato di matrimonio.
Per chi non desidera sposarsi, dovrebbe essere possibile adottare un contratto e il governo elvetico guarda al PACS francese, il patto civile di solidarietà, che in Francia e Lussemburgo ha grande diffusione quale alternativa al matrimonio. Si tratta di un’unione civile disciplinata dalla legge e registrata per tutte le coppie, con più diritti che un concubinato ma con effetti più limitati rispetto al matrimonio. Il PACS sembra avere successo in Francia: nel 2013 un terzo dei contratti è stato sciolto, contro il 51% dei matrimoni. Si dovrebbe discutere anche la relazione tra l’unione domestica registrata e il matrimonio. La domanda che si pone è se sia opportuno assimilare le due forme di unione e di consentire alle coppie omosessuali di sposarsi. Il governo si chiede inoltre se le designazioni dello stato civile “celibe/nubile” e “divorziato/a” siano al passo con i tempi o se sia più adeguato sostituirli con “non coniugato/a”. Per le questioni che interessano i figli, Sommaruga ha ricordato che “ogni figlio indipendentemente dallo stato civile dei genitori deve essere trattato allo stesso modo”. I passi più importanti in tale direzione sono l’attuale regola dell’autorità parentale e la proposta del Consiglio federale di un contributo di accudimento. Inoltre il rapporto prevede l’estensione dell’adozione del figliastro alle persone vincolate da un’unione domestica registrata e ai conviventi di fatto.
Portare avanti la discussione sul rapporto congedato con i tre punti importanti (le relazioni personali tra adulti, i diritti dei figli e gli aspetti finanziari) spetterà al Parlamento e il governo perora l’apertura mentale nell’impostare un moderno diritto di famiglia, che porta con sé anche la modernizzazione delle assicurazioni sociale e del diritto fiscale.