Vitalizi, delibera a Senato passa con 8 voti a favore su 19
La delibera del Consiglio di presidenza del Senato per l’abolizione dei vitalizi per i senatori condannati in via definitiva per reati gravi, tra cui mafia, corruzione e reati contro la P.A. è stata approvata con 8 voti a favore, su 18 componenti il consiglio a cui si aggiunge il presidente Grasso. Nel dettaglio hanno votato a favore della delibera i senatori del Pd, di Sel e della Lega Nord. Due sono stati i voti contrari, espressi dalla senatrice Laura Bottici del Movimento 5 Stelle e dal senatore Lucio Barani di Gal. Poco prima del voto finale i 4 senatori di Forza Italia sono usciti dalla sala della riunione in segno di protesta.
La delibera approvata dall’Ufficio di Presidenza di Montecitorio prevede lo stop ai vitalizi e alle pensioni dei deputati condannati per reati di particolare gravità come quelli per mafia, terrorismo, contro la pubblica amministrazione, come concussione e peculato. Si tratta in genere di reati che ledono la dignità della carica ricoperta. Le norme si applicano in caso di condanne in via definitiva a più di due anni per reati comuni che prevedano un massimo edittale non superiore ai sei anni. Le misure sono adottate dall’Ufficio di Presidenza previo accertamento da parte dell’amministrazione della Camera dei relativi presupposti e non possono essere applicate in caso di riabilitazione del deputato interessato e nel caso di assegni e pensioni di reversibilità, nel caso in cui il parlamentare sia deceduto prima dell’entrata in vigore della delibera. Le norme non saranno retroattive e comporteranno inoltre il diritto alla restituzione in un’unica soluzione alla somma corrispondente alle somme trattenute a titolo di contributi, detratti gli importi già corrisposti sotto forma di assegno vitalizio o pensione. La delibera entrerà in vigore il sessantesimo giorno successivo alla data dell’approvazione della delibera di Montecitorio e l’amministrazione della Camera, entro il medesimo termine, dovrà comunicare all’Ufficio di Presidenza gli esiti degli accertamenti svolti sulla sussistenza delle condizioni della cessazione dei vitalizi.
I commenti
“Senato approva delibera #stopvitalizi: un segnale forte, significativo e concreto dalle Istituzioni ai cittadini. Un bel segnale”, ha commentato su Twitter il presidente del Senato Pietro Grasso.
Anche Laura Boldrini ha twittato: “A Montecitorio approvata la delibera per stop vitalizio agli ex deputati condannati per reati gravi. È segnale forte di moralizzazione”. “Non partecipiamo al voto. Questa porcata se la votano da soli”, ha detto il vice presidente della Camera dice Luigi di Maio, lasciando la riunione prima del voto. I Cinque Stelle considerano la delibera varata dall’Ufficio di presidenza di Montecitorio un compromesso al ribasso. “Negli Uffici di Presidenza di Camera e Senato stiamo assistendo ad una insopportabile melina da parte di Forza Italia che vuole evitare a ogni costo il taglio ai vitalizi, con la Lega che si accorge solo oggi del tema dopo due anni di totale silenzio e anni d’incoerenza, col Pd bifronte che, con Sposetti si scaglia a favore dei vitalizi e Zanda che lo zittisce”, dichiarano in una nota i gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle. “Il Movimento 5 Stelle – aggiungono – la prima forza politica a porre la questione dei vitalizi ai condannati, ha chiesto alcune modifiche per dare senso a questo provvedimento. Concetti già presenti nella prima bozza di delibera del 9 giugno 2014 a firma Laura Bottici, da cui è partito il dibattito per sopprimere veramente e definitivamente i vitalizi ai condannati per gravi reati”.
Mentre Forza Italia non ha votato perché fin dal primo momento schierata a favore dell’opzione legislativa per risolvere la questione dei vitalizi, Ap ha motivato la scelta di non partecipare al voto sottolineando la diversità di opinione in merito alla questione di giuristi e presidenti emeriti della Consulta si dividano: “Nella sostanza – ha spiegato Ferdinando Adornato – siamo d’accordo, quanto alla forma non vogliamo sostituirci ai costituzionalisti. Piuttosto, sorprende che su una materia così controversa ci sia stata un’accelerazione forse un po’ troppo superficiale. Forse l’approssimarsi del voto…”.