Ad una settimana dal suo insediamento il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per “tenere i terroristi dell’Islam radicale fuori dagli Usa”. Caos e proteste da tutto il mondo
Si mette subito a lavoro Donald Trump e lo fa rispettando le promesse fatte durante la corsa alla Casa Bianca. Tra queste la volontà di rinforzare la difesa degli USA dall’ingresso di terroristi e per questo ha firmato un ordine esecutivo “per tenere i terroristi dell’Islam radicale fuori dagli Usa”. Con questo decreto Trump impone dei “controlli accurati” per i rifugiati che arrivano da Paesi considerati a rischio. “Vogliamo assicurare che non venga ammessa nel nostro Paese quella stessa minaccia che i nostri soldati stanno combattendo all’estero – ha detto Trump -Vogliamo ammettere nel nostro Paese solo coloro che sosterranno il nostro Paese ed ameranno, profondamente, la nostra gente”. Con questo ordine esecutivo, chiamato proprio “Protezione della nazione dall’ingresso di terroristi stranieri negli Stati Uniti” viene sospeso per tre mesi l’ingresso negli Stati Uniti in particolare per i cittadini di sette paesi musulmani: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen. La motivazione di tale provvedimento è spiegata semplicemente dal Presidente degli Stati Uniti poiché “l’ingresso di cittadini e rifugiati siriani” è “dannoso per gli interessi del Paese”. “Non vogliamo terroristi nel nostro Paese – ha detto Trump facendo leva su un episodio che ha scosso profondamente gli Stati Uniti – non dimenticheremo la lezione dell’11 settembre, non solo a parole ma anche con azioni”. La firma è avvenuta al dipartimento della Difesa, dove si è svolta la cerimonia formale del giuramento del nuovo capo del Pentagono, James Mattis. “Vogliamo essere sicuri – ha detto Trump, durante la cerimonia – di non avere nel nostro Paese le stesse minacce che hanno i nostri soldati all’estero”.
Altre misure di sicurezza
Sempre in materia di immigrazione, l’ordine esecutivo prevede anche la sospensione di quattro mesi del programma di ammissione dei rifugiati, e l’ingresso, fino a ulteriore comunicazione, di quelli siriani. Sempre allo scopo di un maggiore controllo sugli ingressi negli USA, Trump ha spiegato che saranno “rafforzate le forze armate degli Stati Uniti” con “nuovi aerei, nuove navi, nuove risorse e nuovi strumenti per i nostri uomini e donne in uniforme”. In questo modo “la nostra forza militare non sarà messa in discussione da nessuno così come la nostra dedizione per la pace. Vogliamo la pace”, ha sottolineato Trump. Inoltre è stato sospeso con effetto immediato il programma di rinnovo ‘automatico’ visto, il programma visa interview waiver, che consentiva ai cittadini stranieri titolati di chiedere il rinnovo del visto senza affrontare il colloquio personale con le autorità diplomatiche Usa.
Caos e proteste negli Stati Uniti e nel mondo
Diverse centinaia di persone hanno iniziato una manifestazione contro il provvedimento e per la liberazione dei passeggeri detenuti in base al nuovo bando. Molte persone comuni armate di cartelli contro l’esecutivo insieme a gente più nota come l’attrice americana Cynthia Nixon, nota per il suo ruolo nella serie Sex and the City, e due deputati democratici di Ny, Jerry Nadler e Nydia Velasquez. Il regista Michael Moore, sempre in prima fila nelle proteste anti Trump, ha invitato via twitter ad andare all’aeroporto Jfk di New York, la principale porta d’ingresso per i passeggeri internazionali.
I ricorsi legali
Sono subito iniziati i primi ricorsi legali contro la decisione di Trump e ad un primo verdetto da parte di Ann Donnelly, giudice federale di New York, ha emesso un’ordinanza di emergenza che temporaneamente impedisce agli Stati Uniti di espellere i rifugiati che provengono dai sette paesi a maggioranza islamica soggetti all’ordine esecutivo emanato dal presidente Donald Trump, che ha congelato gli arrivi da quei paesi per tre mesi. L’ordinanza di emergenza del giudice Donnelly annulla però solo una parte dell’ordine esecutivo sull’immigrazione di Trump, ordinando che i rifugiati e altre persone bloccate negli aeroporti degli Stati Uniti non possono essere rimandate indietro nei loro paesi. Non è stato stabilito, invece, se queste stesse persone possano essere ammesse negli Stati Uniti.
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