Scorrono sullo schermo le fotografie delle quattro vittime mentre il sostituto procuratore generale Nunzia Gatto ricorda la contabilità delle coltellate inflitte a ciascuna di loro.
“Per questo bambino, per questa ferocia, perché hanno ucciso come giustizieri non vedo altra pena che l’ergastolo col massimo dell’isolamento diurno (tre anni, ndr) per Olindo e Rosa Romano”.
La rappresentante dell’accusa conclude così la sua requisitoria, scegliendo di far ‘parlare’ ai giudici della seconda Corte d’Assise d’Appello anche i volti sorridenti di Valeria Cherubini, Paola Galli, Raffaella Castagna e Yousseuf Marzouk, due anni, massacrati per banali liti tra vicini di casa. Immagini serene, che stridono con le altre mostrate dal magistrato dei corpi massacrati nella corte di via Diaz in cui, l’11 dicembre 2007, è stato girato quello che definisce un “film dell’orrore” ‘firmato’, non ha dubbi, da Olindo e Rosa.
L’accusa chiede di confermare la sentenza di primo grado pronunciata dai giudici di Como “perché – spiega il pg – raramente ho visto in processi di questo tipo tante e tali prove, al punto che una sola di esse basterebbe”.
E le prove portate dalla Procura sono, soprattutto, le due confessioni, poi ritrattate, “precise e sovrapponibili, con riscontri nelle prove scientifiche e nelle dichiarazioni dei testimoni” rese dagli imputati davanti a pm e gip di Como, durante le indagini, e la testimonianza del superstite Mario Frigerio, che li ha riconosciuti come gli autori del massacro.
Per convincere il collegio, Nunzia Gatto fa ascoltare diverse registrazioni audio. Quella di Frigerio, che con un soffio di voce in ospedale identifica l’omicida nel vicino di casa “grosso e coi capelli schiacciati verso il basso” e diverse altre con protagonisti Olindo e Rosa in scampoli di confessioni e intercettazioni ambientali in carcere. Al pg preme, in particolare, far ascoltare ai giudici la voce di Olindo affinché si rendano conto “del tono da bar dello sport” con cui nella confessione, da lei ritenuta “una rivendicazione”, si sofferma su ogni dettaglio dell’eccidio.
Appena un po’ più calorosi tra loro rispetto alla prima udienza (lui a un certo punto le cinge le spalle, ma è un attimo), Olindo e Rosa ascoltano in gabbia, senza manifestare emozioni, il resoconto dell’accusa.
Invece, quando il pg spiega come è stata uccisa Valeria Cherubini, corredando il racconto con alcune immagini, i figli, Elena e Andrea Frigerio, si commuovono.
La morte della signora Frigerio, la vicina di casa che non c’entrava nulla con le beghe condominiali, è stata rimarcata dal pg per evidenziare la ferocia dei coniugi.
“La sua è una morte atroce, durata a lungo, perchè un conto è essere uccisi da un colpo di pistola, che è atroce, ma lo è di più se avviene lentamente, dopo un lungo ‘corpo a corpo’, come quello che ha avuto con Rosa Bazzi, riportando 23 ferite e finendo asfissiata dal fumo dell’incendio” appiccato dai Romano. “Colpita” il pg si definisce anche di fronte al massacro del piccolo Yousseuf, figlio di Raffaella e Azouz Marzouk (“piangeva e mi aumentava il mal di testa”, dirà Rosa), “che giace sul divano a braccia aperte con quella manina, che sapete, signori della Corte, è molto tenera…è una mano che ha segni di ferite da difesa”.
Il movente di tanta crudeltà è “nella continua aggressività dei Romano nei confronti di Raffaella che era grossa, si muoveva e faceva rumore. Alle forze dell’ordine Olindo e Rosa raccontano la loro fatica di vivere, come volevano isolare la loro casa: per loro era diventato un inferno. ‘Gli altri non hanno fatto niente per evitarlo’, scrive Olindo sulla sua Bibbia in carcere…e loro diventano giustizieri. La scintilla è la convocazione per l’udienza davanti al giudice di pace per il 13 dicembre 2007 in cui si sarebbe dovuta discutere una querela dei Castagna”.
Nessuna pista alternativa è credibile per il pg.
“Non è stato Castagna, non sono stati i Marzouk, non è stata Biancaneve coi sette nani”, sintetizza con rabbiosa ironia Nunzia Gatto.
E se tracce nella casa dei Castagna non ne sono rimaste è solo perché “Rosa era una bravissima pulitrice”.
L’udienza è proseguita dopo la requisitoria con l’intervento delle parti civili per Castagna e Marzouk che hanno chiesto la conferma del primo grado.
Si torna in aula con le difese, la sentenza potrebbe arrivare il 20 aprile.