Vietate auto blu per tragitto da casa al lavoro e i deputati devono rifiutare doni superiori a 200 euro. Vediamo in dettaglio i due provvedimenti
Secondo il testo frutto dell’approvazione di una serie di emendamenti firmati da Emanuele Fiano del Pd le amministrazioni pubbliche non possono acquistare autovetture né possono stipulare contratti di locazione finanziaria aventi ad oggetto autovetture fino al 31 dicembre 2017.
Il provvedimento, nato da una proposta di legge a prima firma di Giorgio Sorial (M5S) e poi profondamente modificato in Commissione dal pacchetto di emendamenti Fiano, stabilisce inoltre che l’uso delle autovetture di servizio a uso non esclusivo a disposizione di ciascuna amministrazione inserita nel conto economico consolidato della P.a. inclusa la Banca d’Italia, la Consob e l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni sia consentito solo per singoli spostamenti per ragioni di servizio che non comprendono lo spostamento tra abitazione e luogo di lavoro in relazione al normale orario di ufficio. Il rischio, in caso di violazione di questa regola, è il reato di peculato d’uso punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
Le pubbliche amministrazioni, incluse le autorità indipendenti, le regioni e gli enti locali, viene previsto, comunicano, ogni anno entro il 31 dicembre, in via telematica al Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, e pubblicano sui propri siti istituzionali il numero e l’elenco delle autovetture di servizio a qualunque titolo utilizzate, distinte tra quelle di proprietà e quelle oggetto di contratto di locazione o di noleggio, con l’indicazione della cilindrata e dell’anno di immatricolazione le amministrazioni che non abbiano ancora effettuato la comunicazione provvedono comunque entro 30 giorni dalla data in vigore della legge. La mancata o incompleta comunicazione comporta una sanzione amministrativa da 500 a 10mila euro a carico del responsabile della mancata pubblicazione. La sanzione è irrogata dall’Anac. Decorsi 30 gg dalla scadenza del termine per la comunicazione il dipartimento della funzione pubblica segnala alla Corte dei conti e all’Anac le amministrazioni che non hanno effettuato la comunicazione. La proposta dovrebbe approdare in aula questa settimana.
Codice etico e lobbying
Il capogruppo del Misto, Pino Pisicchio, ha presentato in Giunta per il Regolamento due testi, uno sul codice etico e l’altro di regolamentazione dell’attività di lobbying all’interno di Montecitorio. Il 24 marzo ci sarà una nuova riunione e la proposta di Pisicchio è di adottare il testo, direttamente con un voto in Giunta, in via sperimentale, come una sorta di protocollo che non interferisce con i profili regolamentari. Se si procedesse infatti a una modifica del Regolamento sarebbe necessario un passaggio in aula che allungherebbe inevitabilmente i tempi.
“Sono tre i punti su cui si concentra la mia proposta – ha spiegato Pisicchio – la riconduzione delle norme legislative e regolamentari disperse qua e là in un testo unico: ad esempio i casi di incompatibilità previsti dalla Giunta per le elezioni o l’obbligo della trasparenza sulle dichiarazioni patrimoniali dei deputati; i doni: viene stabilito che un deputato debba rifiutare doni superiori ai 200 euro; infine si fa riferimento al codice di condotta adottato dai parlamentari europei, un codice già condiviso a Strasburgo da molti gruppi presenti anche nel nostro Parlamento”. E le sanzioni? “Stabilire sanzioni significherebbe modificare l’articolo 60 del regolamento della Camera e quindi passare al vaglio dell’aula”. Se invece, per questioni di celerità, si decide di adottare un semplice Protocollo “l’unica sanzione che si può adottare è la pubblicità della violazione del codice attraverso la pubblicazione ad esempio sul sito della Camera”. Quanto al regolamento sulle attività di lobbying a Montecitorio, Pisicchio spiega che vengono stabilite regole sui lobbisti che frequentano la Camera attraverso innanzitutto un albo dove bisogna dichiarare la propria attività.
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Askanews