La Guardia di Finanza ha scoperto numerosi casi di pompe di benzina truccate: prezzario nascosto, acqua nel carburante, meno carburante erogato rispetto al prezzo pagato
C’era una volte l’oste che annacquava il vino. Ora, quel tipo di imbroglioncello è scomparso, per una serie di ragioni, non ultima quella dei clienti che si sono fatti più esigenti e reclamano senza le reticenze di una volta. Però, se l’oste non mette più l’acqua nel vino in trattoria, lo fa qualcun altro al distributore di benzina. Già il prezzo del carburante è alle stelle, se poi ci si mette pure il gestore, allora siamo rovinati. Il rivenditore, in questo caso, di danni ne fa parecchi: truffa lo Stato, truffa l’utente e soprattutto rovina la macchina, perché gl’iniettori non fanno più passare la benzina.
La Guardia di Finanza nei giorni scorsi ha fatto dei controlli: hanno ricevuto la loro visita 1216 distributori. Ebbene, le irregolarità riscontrate sono state ben 174. Undici gestori sono stati denunciati per frode in commercio o uso di strumentazione alterata e 68 puniti con una sanzione amministrativa (multa). Le truffe sono molte: si va dalla manomissione del contatore che eroga la benzina (circa l’8-10% in meno di carburante e dunque un pagamento in più per un prodotto non ricevuto) alla manomissione dei sigilli di taratura, dal prezzo differente tra quello esposto e quello applicato all’acqua aggiunta nel carburante. Il distributore dove viene aggiunta l’acqua è facilmente individuabile, basta segnarselo su un taccuino. Se dopo pochi chilometri il motore comincia ad incepparsi, ad annaspare, vuol dire che il carburante è stato annacquato, anche perché l’auto se si ferma non riparte. E’ ovvio che se uno mette 5 litri in un serbatoio quasi pieno, i danni sul momento sono minori. Essi vengono al pettine man mano che il carburante si esaurisce.
Nel napoletano è stato denunciato un gestore che annacquava del 15% il carburante. Nel giro di pochi chilometri i malcapitati sono rimasti tutti in panne e non è stato difficile scoprire il motivo. L’uomo aveva due cisterne con 20 mila litri ciascuna. Basta fare un po’ di conti e si scopre che imbrogliava per tremila litri, cioè per più di cinquemila euro, senza contare i danni agli automobilisti. Sempre nel napoletano è stato scoperto un impianto con schede elettroniche dei contalitri alterate. Secondo gl’inquirenti, quel gestore non solo aveva venduto agli automobilisti meno carburante di quello pagato, ma gli aveva fruttato una riserva di un milione e duecentomila litri in nero. Anche qui, basta fare qualche conto e si ottiene l’enorme guadagno intascato.
Dei danni agli automobilisti abbiamo già parlato. Quelli allo Stato sono altrettanto evidenti. Nei primi sette mesi del 2013 le tasse evase (Iva e accise) sono aumentate del 157% rispetto allo stesso periodo del 2012: 107 milioni rispetto ai 41 del 2012. Più c’è la crisi, più i gestori imbroglioni hanno tartassato gli utenti e più ancora lo Stato. Oggi, con gli aggeggi elettronici che ci sono in giro è ancora più facile alterare le apparecchiature, anch’esse elettroniche, che servono per stabilire il prezzo, per misurare i litri erogati, per aggiornare i prezzi. A volte la truffa non è commessa dal solo gestore, ma anche con la complicità del personale. Può capitare che chi usa la pompa per riempire il serbatoio distragga l’automobilista ignaro con proposte di cambio di olio, acquisto di tergicristalli, controllo dell’acqua, eccetera, con lo scopo di permettere al suo complice di manomettere le apparecchiature senza destare sospetti e con un semplice telecomando.
Per evitare brutte sorprese, è bene seguire alcuni consigli. Chi fa rifornimento dovrebbe controllare che ci sia corrispondenza tra i prezzi esposti e quelli praticati, guardando il prezzo sul tabellone e quello sulla colonnina di erogazione. E’ bene scendere dall’abitacolo e dare uno sguardo attento a quest’informazione. E’ bene non distrarsi, né con il telefonino, né guardando altrove, magari per sgranchirsi le gambe. Per smascherare se c’è acqua nel carburante, è meglio fare il pieno: ci si accorge prima dell’eventuale danno e si può reclamare a ragion veduta. E’ bene confrontare, se si fa il pieno, la quantità di carburante pagata e quella effettivamente versata. Se ad esempio il serbatoio contiene 42 litri e sul display ne sono segnati 43, è chiaro che qualcosa non quadra, specie se non si era in riserva da poco.
Insomma, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio: le truffe sono sempre in agguato.