La Sardegna si tinge di bianco, nessuna nevicata straordinaria però, il candore che ha rivestito l’isola è dovuto alla rivolta dei pastori sardi che protestano per il crollo del prezzo del latte ovino e caprino. Il lavoro prezioso e faticoso dei pastori sardi non riesce a trovare la giusta ricompensa che, secondo quanto richiesto da loro, dovrebbe essere almeno 0,77 euro al litro per arrivare a coprire i costi di produzione. Invece gli industriali hanno deciso che il latte sardo non può valere più di 0,60 euro al litro.
È così che migliaia di litri di latte sono stati versati per strada: se non ha alcun valore la fatica e il prodotto artigianale di qualità italiana, allora che vadano persi. I pastori sardi scelgono di protestare annullando loro stessi la propria fatica invece di vedersela screditata dagli industriali. E stiamo parlando di una produzione che equivale al 70% del sostentamento dell’intera isola.
Sono ancora più rabbiosi i pastori sardi quando costatano che, invece degli effettivi problemi che riguardano la penisola italiana, alcune parti del governo sembrano guardare con più interesse la rivolta francese, come se la propria non fosse fondamentale o necessaria per la nostra economia.
Sulla questione interviene Coldiretti che conferma che le remunerazioni offerte sono indegne ed offensive per i pastori ma anche illegali perché le norme sulla concorrenza vietano “qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi comprese, ad esempio qualsiasi patto che preveda prezzi particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di produzione”.
Così la protesta dei pastori sardi prende piede e il latte si versa per le strade in diverse località della regione, in alcune zone è attivo il blocco della circolazione dei mezzi e diverse azioni di solidarietà nei confronti dei pastori in rivolta si stanno verificando e annunciando, mentre, nel frattempo, si minacciano anche le prossime elezioni. “Se entro pochi giorni non si trovano soluzioni per il nostro settore bloccheremo la Sardegna il 24 febbraio, il giorno delle votazioni”, ha annunciato infatti il coordinamento dei pastori. “Non entrerà nessuno a votare: non è che non andiamo a votare, non voterà nessuno. Blocchiamo la democrazia, ognuno si assuma le proprie responsabilità”.