Forte sostegno al referendum contro il progetto approvato dal Parlamento sul secondo tubo al Gottardo. La votazione potrebbe tenersi al più presto il 14 giugno 2015
Il popolo svizzero sarà chiamato una seconda volta alle urne per votare su un referendum contro la seconda galleria autostradale al Gottardo. L’associazione “No al raddoppio del Gottardo” ha raccolto nell’arco di tre mesi 125.573 firme, delle quali 75.731 sono state autenticate (50.000 bastano per un referendum) e consegnate lo scorso martedì alla Cancelleria federale a Berna. Secondo i rappresentanti dell’associazione, l’eccellente risultato della raccolta delle firme è un segnale forte che l’idea sulla tutela delle Alpi è ottimamente radicata in Svizzera. Oltre il 10% delle firme valide sono state raccolte nei cantoni Uri e Ticino. Jon Pult, copresidente dell’associazione ha affermato che “a Sud delle Alpi non si vuole un secondo tubo e il governo ticinese e i rappresentanti ticinesi dei partiti borghesi a Palazzo federale non riflettono assolutamente lo spirito che regna fra la popolazione”.
Secondo il Governo e il Parlamento una nuova galleria autostradale è necessaria per il risanamento di quella esistente aperta nel 1980. I lavori del nuovo tunnel dovrebbero iniziare dal 2020 e durerebbero circa sette anni. Successivamente l’attuale galleria sarebbe chiusa e il risanamento durerebbe fino al 2030, quando entrambe le gallerie sarebbero in funzione a una corsia. L’articolo 84 approvato dal popolo nel 1994 prevede la capacità delle strade ti transito nella regione alpina non possa essere aumentata.
Contro i piani si oppongono oltre 50 associazioni nazionali, regionali o locali. I rappresentanti del Comitato hanno espresso severe critiche al progetto, ritenendo che Consiglio federale e Parlamento vogliano aggirare con false promesse la protezione delle Alpi iscritta nella Costituzione. La copresidente dell’associazione Caroline Beglinger non si illude: “Non appena ci sarà un secondo tunnel, comincerà il parapiglia per aprire tutte e quattro le corsie”. Ad esempio l’Unione Europea (UE) può imporre l’apertura delle quattro corsie disponibili in base all’accordo sui trasporti terrestri. Il raddoppio causerà più rumore, gas di scarico, colonne e incidenti sull’insieme dell’asse nord-sud, ha aggiunto Beglinger. Inoltre il raddoppio è assolutamente assurdo dato che nel 2016 entrerà in funzione la galleria ferroviaria di base del San Gottardo (AlpTransit), progetto che collegherà il Ticino con il resto della Svizzera e le capacità per trasferire il traffico merci dalla strada alla rotaia saranno più che sufficienti.
L’AlpTransit permetterà, prima di un secondo tubo, un risanamento d’urgenza delle cattive condizioni della galleria del Gottardo: più efficiente e meno caro. Durante la chiusura totale del tunnel per quattro mesi e mezzo (140 giorni), prevista dal Governo, non ci sarebbero alternative per mantenere il collegamento con il Ticino. Secondo il comitato, è infatti possibile un moderno sistema di trasbordo su treni-navetta nelle gallerie ferroviarie di base del Gottardo e del Ceneri per non isolare il Ticino.
Resta aperta la data della votazione, che sarà fissata dal Consiglio federale. Il 2015 è un anno elettorale e i partiti desiderano presentarsi alle elezioni compatti. Il referendum sul raddoppio del San Gottardo richiede calcolo politico e tattica: la votazione sarà prima o dopo le elezioni federali? In principio si potrebbe votare il 14 giugno, dato che gli argomenti dei favorevoli e contrari sono noti, ma è improbabile, poiché in quella data sono previsti quattro oggetti in votazione. Doris Leuthard, consigliera federale dei trasporti e responsabile del dossier, presenterà istanza al Consiglio federale sulla data, ma per il comitato referendario il Governo vuol prendere tempo e rinviare la votazione al 2016.