Nel dibattito sulla riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 restano le divergenze e non mancano gli ostacoli. La maggioranza della Commissione della sicurezza sociale e della sanità (CSSS) del Consiglio degli Stati ha deciso che l’aumento di 70 franchi al mese delle rendite AVS deve essere mantenuto e ha respinto l’aumento automatico dell’età di pensionamento a 67 anni. Questa proposta, un compromesso delle rendite tra Partito socialista (PS) e Partito popolare democratico (PPD), era stata respinta dal Consiglio nazionale in settembre. La CSSS non fa dietrofront e respinge il modello del Nazionale che vuole coprire le perdite tramite il secondo pilastro: in futuro datori di lavoro e dipendenti dovranno pagare contributi decisamente più alti nella cassa pensione. La proposta del Nazionale genererebbe più costi nell’arco di 13 anni, secondo la Commissione, e se si vuole abbassare il tasso di conversione e aumentare l’età di pensionamento delle donne a 65 anni il miglior modo per compensare la riduzione delle rendite del secondo pilatro è aumentare la rendita AVS.
Il presidente della Commissione, Konrad Graber (PPD) ha spiegato che “con la variante del Nazionale non si vince la prevista votazione popolare sulla riforma”. L’aumento di 70 franchi sarebbe più attrattivo a qualsiasi promessa sull’ammontare degli accrediti di vecchiaia. Il Partito liberale radicale (PLR) difende la decisione del Nazionale. “I 70 franchi sono distribuiti a tutti senza distinzione” ha detto la Consigliera degli Stati, Karin Keller-Sutter (PLR) “i pilastri sono finanziati in maniera diversa e devono essere considerati separatamente”. Nella questione previdenza le due Camere federali restano distanti, mentre il tempo stringe. Nella sessione invernale il dossier tornerà agli Stati, in primavera saranno eliminate le divergenze e la data ultima per la votazione popolare è il 24 settembre 2017.
G.S.
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