Se andiamo indietro nel tempo al lontano 2 giugno 1946 vediamo che i cittadini italiani maggiorenni (per la prima volta anche le donne) votarono due schede : una per decidere la forma di governo (Monarchia o Repubblica), la seconda per eleggere i deputati all’Assemblea Costituente che avrebbe avuto il compito di scrivere la Costituzione
Le cose avvengono così anche oggi?
Erano presenti 16 liste, votarono l’89,9% degli aventi diritto e risultarono elette 556 persone e precisamente: DC 207, PSI 115, Partito comunista 104, Unione Dn 41, Uomo Qualunque 30, PRI 23, Blocco Naz. Delle Libertà 16, Partito d’Azione 7, Movimento ind. Sicilia 4, Concentr.Dem.Repub. 2, Partito Sardo d’azione 2, Movim.Unionista It.1, Part. Cristiano Sociale 1, Part. Dem. Lavoro 1, Part. Contadini Italiani 1, Fr.Dem.Progress. Rep. 1. Queste a loro volta elessero il Presidente dell‘Assemblea. Un mese dopo le elezioni De Gasperi ebbe l’incarico di formare il Governo. Un aspetto importante da considerare è il fatto che quando si costitui la Commissione che avrebbe steso la Costituzione, costituita da 75 persone, i membri furono scelti dal Presidente dell‘Assemblea dietro designazione dei vari gruppi parlamentari: “per garantire la partecipazione al processo costituente della totalità delle forze politiche“, vedi www.Camera.it/parlam/bicam/rif cost/dossier/prec01.htm
Quindi tutto si svolse nel rispetto anche delle minoranze e dei principi democratici. Il 4 Marzo 1947 ci fu il dibattito del testo in aula, il 22 Dicembre l’approvazione. La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale avvenne il 27 Dicembre 47 e 1 gennaio 1948 si ebbe l’entrata in vigore.
Se torniamo ai giorni nostri, stupisce vedere come una materia così delicata e importante come le rifrome costituzionali non sia stata affidata ugualmente ad un‘assemblea eletta dai cittadini che rappresentasse tutte le forze politiche. Perchè il popolo italiano non ha avuto la possibilità di partecipare tramite una votazione e di far sentire la sua voce in un momento così importante? Certamente sono state formate le commissioni, ma i il popolo italiano non è stato chiamato a votare i nomi dei membri e non é stata data a tutti i partiti la possibilità di partecipare Anzi, in corso d’opera sono stati sostituiti alcuni membri come Minneo, Chiti e altri, ma non se ne conosce il motivo. Molti temono una perdita di democrazia… Il 28 Marzo 2014 appariva sul Fatto quotidiano l’appello prodotto da „LIBERTA E GIUSTIZIA“ firmato da giuristi, costituzionalisti ed esponenti della società civile che denunciavano i pericoli di una riforma realizzata senza un dibattito profondo nel paese.
L’appello sottolineava anzi che vi fosse „un progetto di stravolgere la Costituzione per creare un sistema autoritario che avrebbe dato al Presidente del Consiglio poteri padronali.“ Vedere sito: www.libertà e giustizia.it Stefano Rodotà sosteneva in un’intervista sempre sul Fatto quotidiano del 7 Luglio 2014 che il governo sarebbe diventato „padrone del sistema costituzionale“ e si chiedeva se Renzi e il suo gruppo dirigente avessero „la cultura costituzionale adeguata per caricarsi il peso di questo cambiamento radicale“. Inoltre lamentava il fatto che le proposte avanzate da altri non fossero discusse, ma che si procedesse senza confrontarsi.
Alcuni sostenitori della riforma adducono come motivo della ristrutturazione del Senato il risparmio. Ma se si voleva risparmiare veramente si potevano ridurre i posti di entrambe le Camere o diminuire gli stipendi e annessi benefit dei nostri parlamentari.
Alcuni membri di Sel parlano di una continua forzatura del governo, alcuni membri di 5 Stelle parlano di baratti, alcuni di Forza Italia sono contrari, la minoranza Pd sembra aver trovato un’intesa! La Puppato arriva a dire in un‘intervista al Fatto Quotidiano del 26 settembre (Internet) parlando della minoranza Pd: „deludente smerciare i grandi ideali per un piatto di trippa“, insinuando che la minoranza voglia in cambio ottenere una rappresentanza al governo.
Ma dove siamo arrivati! Se consultate il sito www.sinistraecologialibertà.it potete leggere il testo di Massimo Cervellini. Egli sostiene che con questa riforma non si supera il bicameralismo perfetto, ma il Senato „viene fatto regredire a organo consultivo, composto da persone già gravate da impegni sul territorio, nominate e non elette dal popolo“ … “la riforma produce ferite profonde nel sistema democratico e nel sistema del bilanciamento dei pesi che la Costituzione indica con chiarezza“.
Anche Grillo rivolgendosi al Capo dello stato denuncia il fatto che la decisione del governo è stata presa prima che i lavori della commissione fossero conclusi e ribadisce che questo va contro l’art. 72 della Costituzione. Inoltre, a molti sembra che nonostante le continue affermazioni di volere il confronto e il dialogo siano proprio questi a mancare e che vogliano prevalere interessi politici. Il quadro presentato ci sembra abbastanza angosciante! Noi semplici cittadini che possiamo fare? Possiamo solo assistere a questa specie di „ tragicommedia“? Potremo almeno esprimere la nostra volontà tramite un referendum? Voi che ne pensate?
Antonia Pichi