Se dopo le vacanze in Italia arriveranno delle multe agli indirizzi degli automobilisti in Svizzera, è inutile che ci si scervelli a ricordare quando si è stati fermati da una pattuglia di agenti.
Molto probabilmente, ad aver colto in fallo i guidatori indisciplinati sarà stato Tutor, installato dal 2005 nelle autostrade. Di che si tratta? Si tratta di un sistema di controllo elettronico della velocità media lungo una tratta di autostrada che in genere varia dai 10 ai 25 km.
Quando, sull’autostrada, si vedono dei segnalatori con su scritto controllo velocità Tutor, vuol dire che dietro il braccio metallico sono sistemate delle telecamere e dei sensori – su ogni corsia, compresa quella d’emergenza – che rilevano la velocità e la targa del veicolo.
Dopo un certo numero di km, altre telecamere ed altri sensori riconoscono quella macchina e quella targa e fanno un calcolo immediato della velocità media – sottolineiamo velocità media – lungo tutto quel tratto preso in considerazione.
Se il sistema Tutor avrà rilevato una media inferiore a 130 all’ora, i dati rilevati si cancellano automaticamente.
Se, invece, la velocità media è superiore a 130, allora i dati (tipo di auto, targa e velocità) vengono inviati ad un server di Autostrade per l’Italia, che si trova vicino Firenze, e da qui trasmessi al centro informatico della Polizia stradale, che si trova a Settebagni, alla periferia di Roma.
A quest’ultimo server si collega la sala operativa di Tutor della polizia stradale, che redige il verbale e provvede a comminare le sanzioni. Che sono salate: da 148 a 770 euro, in base alla velocità superiore ai 130 permessi.
In altre parole: se lungo una determinata tratta sorvegliata da Tutor si va oltre 130 all’ora, non succede nulla se poi sulla stessa tratta si va più piano fino a raggiungere una media di 130 o inferiore ad essa. Se però si sfora la media, allora scatta la multa.
Finora, Tutor è installato su complessivi 2.400 km, per un totale di 278 postazioni di rilevamento che comprendono sia quelle che “agganciano” la vettura che quelle che la “bloccano” alla fine della tratta considerata. Le tratte maggiormente sorvegliate si trovano, nei due sensi di marcia, tra Napoli e Orte, tra Bologna e Milano, tra Milano e Venezia, tra Venezia e Bologna, tra Bologna e Pesaro, tra Pescara e Termoli, ma ci sono molte tratte anche in Piemonte. Se abbiamo spiegato bene come avvengono i rilevamenti, si capisce che a poco serve cambiare di corsia o, sotto la fotocamera, viaggiare lungo la striscia discontinua: se Tutor è in funzione, si viene rilevati.
Certo, se ci si accorge che la velocità è stata eccessiva, si può rallentare o ci si può fermare ad un’area di servizio oppure su un piazzale per sosta, ma in questo modo il viaggio diventa un supplizio, è sicuramente meglio rispettare i limiti.
C’è un’unica possibilità di sfuggire a Tutor, ed è che su una determinata tratta non sia in funzione, ma questo non lo si può sapere. Ecco il giudizio di Giovanni Castellucci, l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia e inventore del sistema Tutor: “Questo strumento ha consentito di dimezzare il tasso di mortalità anno per anno (sui tratti serviti da Tutor). È veramente una “best practice” italiana riconosciuta dall’Unione Europea che viene ormai imitata in molti Paesi. Il Tutor è riuscito a cambiare anche i comportamenti degli italiani alla guida, e lo dimostra il fatto che già dopo pochi giorni dall’installazione su una nuova tratta, il numero delle infrazioni crolla vertiginosamente”.
Dal 2005 ad oggi sono stati controllati 2 miliardi e 140 mila veicoli e sono state comminate un milione e settecentomila sanzioni. Il calcolo della polizia è che per fare tutte queste multe ci sarebbero volute 100 mila pattuglie. Insomma, Tutor fa il lavoro al posto degli agenti, i quali possono dedicarsi ad altri tipi di controlli, ad esempio alcol, droga e autotrasporto.
Per i connazionali o in genere per gli automobilisti che vivono all’estero, l’unica consolazione, se incappano in Tutor, è che a loro non viene ritirata la patente. Per il resto, non ci sono sconti. Va detto comunque, che la velocità non è la sola causa di incidenti. È ormai accertato che le vere cause di incidenti sono in primo luogo il telefonino, poi la droga, l’alcol e infine le distrazioni provocate dal fumo.
L’Anas adesso sta studiando due nuovi sistemi. Il primo è quello di installare Tutor o qualcosa di simile su alcune strade statali come la Romea, l’Aurelia e la Domiziana; il secondo di studiare una funzione – all’interno del sistema elettronico Tutor – per rilevare i telefonini accesi.
Tra le curiosità, possiamo annoverare il caso di un automobilista che in un solo giorno ha collezionato 19 infrazioni.
È il caso di dire, dunque, che una multa non esclude le altre, ma queste sono tante quante sono le infrazioni. L’altra curiosità riguarda un automobilista alla guida di una Porsche: è stato sorpreso a viaggiare ad una media di 280 km su una tratta sorvegliata da Tutor ed ha pagato una super multa.
Non ne conosciamo l’entità, ma sicuramente si sarebbe potuto comprare una macchina nuova di media cilindrata.
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