Alcuni esponenti all’interno dell’UDC criticano l’iniziativa per la questione dei secondos. Nel frattempo sono aumentate le naturalizzazioni
L’Unione democratica di centro (UDC) aveva lanciato e vinto in votazione nel novembre 2010 l’iniziativa che chiedeva di eliminare sistematicamente gli stranieri che avrebbero commesso un crimine. Il parlamento ha elaborato in un lungo tempo l’applicazione, riformulando alcuni passaggi e inserendo una “clausola di rigore”. Il giudice potrà rinunciare all’espulsione se: l’allontanamento pone lo straniero in una situazione grave, se l’interesse pubblico non prevale su quello dello straniero a restare in Svizzera e il giudice terrà conto degli stranieri nati o cresciuti in Svizzera. Per l’UDC la legge approvata nel marzo 2015 non rispetta la volontà popolare e non ha mollato la presa lanciando nel 2012 un’altra iniziativa “Per l’attuazione dell’espulsione degli stranieri che commettono reati (Iniziativa per l’attuazione) ” che sarà sottoposto al di popolo e cantoni il 28 febbraio 2016. L’iniziativa chiede di votare nuovamente sull’espulsione degli stranieri che commettono reati e di iscrivere il suo catalogo di reati tale e quale nella Costituzione federale. Le espulsioni valgono anche per gli stranieri di seconda generazione, i cosiddetti secondos.
A un mese e mezzo dalla votazione il dibattito, controverso, è lanciato, anche perché all’interno dell’UDC si sono levate voci critiche e prese di posizione diverse dalla linea del partito. Il consigliere nazionale UDC e professore di diritto, Hans-Ueli Vogt ha sostenuto che “Chiunque sia nato in Svizzera non dovrebbe essere espulso, poiché i secondos, anche se non appartengono alla comunità dei cittadini elvetici, fanno parte della nostra comunità di diritto e sociale”. Un’opinione che il comitato d’iniziativa UDC respinge, dichiarando che si tratta “solo dell’opinione di Vogt”. L’UDC resta sulla sua posizione: “Secondos che hanno commesso un crimine sono già oggi espulsi e ciò rimarrà anche in futuro”. Inoltre la clausola di rigore dà ai giudici la possibilità di rinunciare all’espulsione, anche per i reati più gravi. Adrian Amstutz, del comitato è convinto che: “I giudici ne faranno ampio ricorso e non vi saranno praticamente espulsioni di criminali stranieri”. Nella sua intervista al giornale “Schweiz am Sonntag”, Vogt critica però la “clausola di rigore”, che “non è stata limitata sui casi dei secondos”. Un errore del parlamento, che permette ai giudici di fare delle riserve sugli interessi di tutti i casi.
Il dibattito non chiarisce quali siano le conseguenze dell’iniziativa e se le differenze all’interno dell’UDC sul contenuto del testo dell’iniziativa siano reali o si vuole vendere l’oggetto in votazione come moderato e non così radicale. Il Consiglio federale e tutti gli altri partiti invitano a respingere l’iniziativa. Per la ministra di giustizia, Simonetta Sommaruga, “l’iniziativa rafforza le ingiustizie e mette in pericolo le relazioni internazionali, ma soprattutto rompe con le regole basi della nostra democrazia diretta”. La politica dell’UDC sull’immigrazione si rispecchia comunque sui cittadini non svizzeri, che fanno più richieste per ottenere il passaporto svizzero, così da evitare in futuro preoccupazioni sui permessi di soggiorno. Nel 2015 le naturalizzazioni sono aumentate del 15% rispetto l’anno prima con 38.000 persone che hanno acquisito la nazionalità svizzera. Sono dati del professore di geografi umana, Etienne Piguet, docente all’Università di Neuchâtel, che spiega il fenomeno con incertezze create dalle iniziative UDC sull’immigrazione e sulle espulsioni di criminali stranieri.
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