Per l’economia svizzera il 2015 è stato caratterizzato dall’abbandono della soglia minima del tasso di cambio tra franco svizzero ed euro in gennaio, dal crollo dei prezzi dei prodotti petroliferi e da ristrutturazioni nel settore bancario. Sono questi i risultati emersi dalle prime stime dell’Ufficio federale di statistica (UST).
Bilancia commerciale al ribasso
Nel 2015, a prescindere dall’oro non monetario, il saldo della bilancia dei beni e servizi è diminuito del 3,4% (salvo indicazione contraria i risultati sono indicati ai prezzi dell’anno precedente). Il calo è imputabile al crollo del saldo della bilancia dei servizi, dovuto a una crescita delle importazioni (+9,0%) superiore a quella delle esportazioni (+1.6%). Nel 2015 le spese turistiche all’estero da parte dei residenti svizzeri sono aumentate considerevolmente, come pure le importazioni di servizi alle imprese e di servizi di telecomunicazione, informatici e d’informazione.
Per contro, il saldo della bilancia dei beni (salvo l’oro non monetario) si è incrementato dell’8,2%. Questa crescita è riconducibile ad un più marcato dinamismo delle esportazioni rispetto a quello delle importazioni. L’aumento delle esportazioni è imputabile principalmente al commercio di transito e all’industria farmaceutica.
Economie domestiche
Per il secondo anno consecutivo la spesa per consumi finali delle economie domestiche e delle organizzazioni senza scopo di lucro al servizio delle economie domestiche, che rappresenta circa il 55% del PIL, registra un aumento moderato dell’1,1%. Nonostante una leggera schiarita alla fine dell’anno, il clima dei consumi nel 2015 rimane caratterizzato da sfiducia, dovuta alle preoccupazioni delle economie domestiche riguardo all’evoluzione del mercato del lavoro e al loro pessimismo nei confronti della futura evoluzione congiunturale.
Dopo una netta ripresa nel 2014, la crescita degli investimenti è rallentata (+1,6%). Entrambe le componenti degli investimenti registrano un rallentamento, con un aumento del 2,2% nelle costruzioni – che da vari anni avevano registrato tassi di crescita superiori al 3% – e dell’1,3% per i beni d’equipaggiamento (2014: 2,6%).
Contrazione dell’industria e incremento dei servizi
Dopo la sostenuta crescita nel 2014, l’industria manifatturiera subisce il contraccolpo dell’abbandono della soglia minima del tasso di cambio EUR/CHF, registrando un leggero calo (-0,9%) del suo valore aggiunto. Va tuttavia sottolineato che la situazione è molto eterogenea a livello dei rami d’attività e che l’industria farmaceutica, ad esempio, registra una forte crescita. Il valore aggiunto dei servizi (compreso il commercio) presenta invece un aumento moderato. Il commercio all’ingrosso – sostenuto dal commercio di transito – e rami importanti orientati al mercato interno (sanità, attività sociali, ecc.) hanno presentato un’evoluzione positiva del loro valore aggiunto. Il ramo alberghiero e della ristorazione, invece, attesta un risultato negativo (-3,0%). Dopo un rallentamento della crescita nel 2014, il settore finanziario (banche e assicurazioni) registra un calo dell’1,7% dovuto agli scarsi risultati del settore bancario, mentre le assicurazioni registrano una forte crescita.
Aumento del reddito nazionale lordo (RNL)
Dopo un anno anemico, nel 2015 il RNL a prezzi correnti, che misura la somma dei redditi netti percepiti dalle unità residenti, ritrova la via della crescita (+1,6%). L’aumento del 2015 è dovuto a un calo più marcato dei redditi da capitale versati all’estero (-22,7%), compensato solo parzialmente dalla diminuzione dei redditi da capitale ricevuti dall’estero (-11,5%). Per contro, la forte crescita dei redditi da lavoro ricevuti dall’estero non basta a compensare il costante aumento delle remunerazioni versate a non residenti , il cui livello è di molto superiore.
La riduzione dei redditi da capitale versati all’estero è riconducibile a una forte contrazione dei redditi provenienti dagli investimenti diretti, dopo la forte crescita registrata da questi ultimi nel 2014.
Ne deriva una sostanziale progressione di 8,8 miliardi di franchi del saldo della bilancia dei redditi dei fattori produttivi (lavoro e capitale), che permette a quest’ultimo di tornare ai livelli del 2012 e del 2013. Nel 2015, pertanto, l’eccedente della bilancia dei redditi ammonta a 14,8 miliardi di franchi.
UST