AVS e problematiche intorno ai rifugiati: sono queste le due maggiori preoccupazioni della popolazione svizzera secondo il barometro delle apprensioni 2015 pubblicato dalla Credit Suisse che ogni anno tramite questo rapporto raccoglie le preoccupazioni maggiori degli svizzeri e informa sui campi in cui gli svizzeri si sentono particolarmente sicuri.
Secondo il rapporto la politica gode di grande fiducia e la Svizzera è orgogliosa della sua neutralità che, secondo gli intervistati, sarebbe il più importante segno caratteristico dell’identità svizzera. La maggior fiducia la godono il Tribunale federale e il Consiglio federale, mentre, secondo il rapporto, sono i simboli molto classici a rappresentare l’immagine della Svizzera: la sicurezza, la pace, i paesaggi, ma anche le banche o il sistema scolastico. Gli svizzeri sono molto orgogliosi del proprio paese, gli intervistati hanno nominato le caratteristiche politiche, la costituzione federale, i diritti, l’indipendenza, ma anche la buona reputazione dei marchi svizzeri, gli orologi e l’ingegneria meccanica.
Ma quali sono quindi le preoccupazioni degli svizzeri? “L’inasprimento della questione dei rifugiati in tutto il mondo è avvertito anche in Svizzera. Il 35% dei cittadini considera un problema i rifugiati; ma questa quota, superata per l’ultima volta nel 2006 (39%), ha fatto registrare punte nettamente superiori negli anni dal 1999 al 2004 (fino al 56%)”, si legge nel rapporto. Inoltre “l’elevata percentuale di immigranti crea un clima di incertezza tra la popolazione, ma non mancano le buone notizie: né il razzismo o la xenofobia (10%), né la convivenza (7%) o il fondamentalismo religioso (6%) sono ritenuti problemi degni di nota”.
Anche nel 2015 la garanzia della previdenza per la vecchiaia rientra tra le principali preoccupazioni degli svizzeri. Secondo il rapporto l’AVS è stata menzionata dal 38% degli intervistati; l’ultimo record precedente risale al 2010 (45%). Per quanto riguarda il sistema sanitario, dal 2003 si osserva invece un forte calo. Le preoccupazioni legate all’Unione europea aumentano, raggiungendo quota 24%. Ciò potrebbe avere a che fare con l’attuazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa e le incertezze per gli accordi bilaterali. Eppure il livello attuale è ben lontano da quello rilevato negli anni immediatamente successivi al rifiuto dell’ingresso nello SEE e durante la negoziazione dei primi accordi bilaterali (1999): mediamente il 40,5% degli intervistati tra il 1995 e il 2000 si preoccupava del rapporto con l’Unione europea.
La minaccia più grande per l’identità svizzera però la rappresenta l’egoismo, attualmente l’egoismo con il 71% è percepito come un pericolo per l’identità.
“Le cittadine e i cittadini svizzeri sono soddisfatti dell’attuale contesto economico, anche rispetto alla propria situazione personale; il prossimo anno, tuttavia, qualche nuvola potrebbe sopraggiungere a offuscare il cielo della congiuntura”, conclude il rapporto.