Oggigiorno il tatuaggio non è più un fenomeno, mentre ancora qualche tempo fa, si cercava di sottolineare la propria identità con un tatuaggio, oggi questo fa parte della nostra vita come un taglio di capelli nuovo. Nonostante il “tabù” e i genitori meno arrabbiati perché forse ne hanno uno anche loro, nel mondo del lavoro il tatuaggio non sempre è ben visto
Farfalle, segni cinesi, fiori, un ritratto o grandi opere artistiche, ogni amante del genere, è alla ricerca del tatuaggio perfetto, quello più adatto e che rappresenta le proprie idee o desideri. Spesso però quando si sceglie di fare un tatuaggio non si pensa al fatto che potrebbe avere un’influenza negativa sulla nostra carriera professionale.
Secondo quanto ha riportato il “Landbote” il divieto di avere tatuaggi per chi lavora alla dogana svizzera, in futuro sarà messo in atto più rigorosamente. Secondo il capo del Corpo delle guardie di confine, Jürg Noth, i tatuaggi visibili sarebbero “aggressivi e marziali”, spiegando in questo modo che i funzionari alle dogane con i tatuaggi rappresenterebbero una brutta immagine del nostro paese. “I funzionari del Corpo delle guardie di confine sono per i viaggiatori le prime persone di contatto in Svizzera e con questo il biglietto da visita del nostro paese”, dichiara ancora Noth al “Landbote”. Le misure che saranno messe in atto più concretamente quindi non riguardano solo nuovi aspiranti, ma anche la copertura del tatuaggio per chi fa già parte del Corpo. Visto che tutto ciò riguarda anche i dipendenti di molti anni, le nuove regole non incontrano solo favori, ma sarebbe stato inoltrato un reclamo al Corpo delle guardie di confine ticinese.A tali proteste Noth risponde che anche in diversi Corpi della polizia ci sarebbero divieti di tatuaggi. La faccenda porta quindi alla domanda se i tatuaggi possono effettivamente essere un ostacolo per la carriera professionale.
“Grazie alla disponibilità sociale i tatuaggi e i piercing non sono più un ostacolo come una volta per la carriera professionale. I tatuaggi non sono più un tabù, sempre più persone hanno il coraggio di farlo”, ci spiega Giada Ilardo, direttrice della Giahi GmbH, studio molto conosciuto in Svizzera. Per capire però in quale situazione si trovano i clienti la Giahi GmbH stabilisce un primo incontro con il cliente per una consulenza con un esperto – “cerchiamo di dare il massimo ascolto ai desideri dei nostri clienti, forse anche per questo non abbiamo mai avuto un riscontro negativo”, spiega Giada. Inoltre la Giahi GmbH non offrirebbe nemmeno tatuaggi in posti delicati, come in faccia. Alla domanda se ci sono tante persone che si fanno togliere il tatuaggio tramite laser Giada dice: “Siccome oggi abbiamo più possibilità artistiche nel tatuare, offriamo anche il laser. Tanti clienti vogliono modificare il proprio tatuaggio e così è possibile che una parte del vecchio tatuaggio deve essere tolta”.
Abbiamo rivolto le nostre domande anche a diverse banche, istituzioni e negozi, tra cui il Denner dove la responsabile ci ha spiegato che “Non inganniamo i diritti umani, se una persone ha un tatuaggio, questo per noi non è un ostacolo”. Per quanto riguarda l’impressione, uno degli argomenti di Noth, il Denner sostiene che “Finché ci sono esperienza e competenza, i tatuaggi non dovrebbero avere un’impressione negativa sui clienti”. Mentre per la Svizzera non esiste ancora uno studio sui pentiti del tatuaggio, “In Italia a decidere di rimuovere un disegno sulla pelle è più del 30% dei tatuati, soprattutto uomini che spesso prendono questa decisione per motivi lavorativi”. Ad affermarlo è Ezio Maria Nicodemi, chirurgo plastico e segretario esecutivo della Mediterranean Academy for Life Extension Sciences, che mette in guardia sui prodotti ‘miracolosi’, che promettono di far sparire i tatuaggi e che si presentano sotto forma di cosmetici, ma che cosmetici non sono dal momento che si iniettano.
“Oggi – spiega l’esperto – la metodica più utilizzata e sicura per rimuovere i tatuaggi resta il laser Q-switched, che emette impulsi di elevata energia. L’effetto è quello di fotodistruzione del pigmento senza danni per la pelle”. Ma quanto tempo ci vuole per cancellare un tatuaggio di medie dimensioni? “Di solito sono necessarie dalle 3 alle 4 sedute, con un intervallo di tempo tra la prima e la seconda di almeno 20 giorni, così da consentire il completo riassorbimento del pigmento”, spiega Nicodemi. “La durata delle sedute, poi, varia a seconda della grandezza del disegno e dai colori, alcuni infatti sono più difficili da eliminare”.
In alcuni casi è possibile sottoporre il paziente a un ‘doppio trattamento’ in una stessa giornata a distanza di 30 minuti l’uno dall’altro e far sparire il tatuaggio in sole due sedute. “Per quanto riguarda la tecnica laser non ci sono controindicazioni, nemmeno nel periodo estivo, l’importante è proteggere la parte interessata utilizzando creme con fattori di protezione solare”, raccomanda Nicodemi.