Elezioni federali 2015
Alle elezioni federali incombono perdite di elettori per Verdi, Verdi liberali e Borghesi democratici
Saranno elezioni federali difficili per le formazioni politiche più piccole in parlamento. I sondaggi prevedono perdite di elettori per i Verdi liberali (PVL), il Partito democratico borghese (PDB) e il Partito ecologista svizzero (PES). Diverse le ragioni per ogni partito, ma in comune hanno il problema di sviluppare un proprio profilo e di trovare posizioni dal punto di vista tematico.
Un motivo che pesa sulla campagna elettorale dei Verdi (7.4% secondo l’ultimo sondaggio) è che ambiente e clima non sono più problemi urgenti e figurano al terzo posto nella lista degli elettori dietro a migrazione e Unione Europea (UE). Rispetto alle elezioni del 2011 è evaporato l’aspetto della catastrofe nucleare di Fukushima. In più i Verdi soffrono la concorrenza dei Verdi liberali, anch’essi impegnati in politica ambientale e climatica. Altro indizio negativo, che potrebbe complicare le elezioni federali, è la sconfitta nelle elezioni cantonali di Zurigo e Lucerna, nelle quali il partito ha perso dai 2 ai 3 punti percentuali. Comunque i Verdi possono contare su una base solida e forte e nel partito c’è la convinzione che i temi ambientali alla fine torneranno. Difatti uno dei temi principali che impegna il partito dei Verdi e la svolta energetica. Insieme con altri cinque partiti è riuscito a far passare il divieto sulla costruzione di nuove centrali nucleari. Non è passata invece la proposta di un termine per spegnere quelle attive e in caso di approvazione anche da parte del Consiglio degli stati, i Verdi sono pronti a lanciare l’iniziativa “Per un abbandono pianificato dell’energia nucleare”. I Verdi s’impegnano anche per un’economia più ecologica e per le derrate alimentari sane e prodotte nel rispetto dell’ambiente, sostengono la riforma dell’AVS di Alain Berset, ma chiedono una flessibilità dell’età pensionabile verso il basso.
Dopo anni di un trend verso l’alto sono arrivate le prime crepe per il PLV (4.8%). È svanito il bonus del “nuovo”, della forza emergente, che nelle elezioni del 2011 permise al partito di conquistare il 5.4%. Quest’anno si sono registrate le prime perdite alle cantonali, ma soprattutto potrebbe pesare la pesante sconfitta (92% di no) sulla prima iniziativa lanciata dal PLV, che intendeva sostituire l’IVA con una tassa sull’energia. La campagna elettorale impegnerà i vertici a mantenere vivo un partito lontano dalle luci della ribalta e a evitare che i propri elettori scelgano vie diverse. Consolidare il risultato del 2011 sarebbe un grande successo. Il tema al centro della campagna del PLV sarà la svolta energetica, da attuare con un sistema economico liberale, sostenendo incentivi che favoriscano l’efficienza e i risparmi energetici, considerando contemporaneamente gli obiettivi sociali, economici ed ecologici. I Verdi liberali desiderano seguire la via dei bilaterali, difendono la libera circolazione delle persone e sono d’accordo anche sui punti essenziali della riforma dell’AVS: l’innalzamento dell’età pensionabile e la flessibilizzazione dell’età di pensionamento.
Non sono rosee le aspettative neanche per il PDB (4.4%), il partito della consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf, figura centrale del partito fondato nel 2008 dopo la scissione dall’UDC. Il profilo di una forza nuova, conservatrice, ma relativamente moderata nel contegno, sta svanendo. Nonostante Widmer-Schlumpf e il tentativo di delimitazione nei confronti dell’UDC, il partito non è riuscito a stabilirsi nel quadro politico svizzero e denota la mancanza di un programma politico. Il risultato delle elezioni del PDB sarà legato senza dubbio alla rielezione di Widmer-Schlumpf al governo. Con un consenso del 5% sarà un’impresa avere un seggio PDB nel Consiglio federale 2016. Non sarà facile dunque per i borghesi democratici, che si dichiarano una forza che cerca soluzioni e sostiene idee sia di destra sia di sinistra, di invertire il trend che li vede perdenti. Sui temi principali il PDB vuole la via dei bilaterali e l’introduzione di una clausola di salvaguardia, sostiene la Strategia energetica 2050 e la riforma dell’AVS e si batte per associare l’età pensionabile con l’aspettativa della vita.
Gaetano Scopelliti