Un terremoto di magnitudo 7,3 sulla scala Richter si è abbattuto martedì su Haiti. L‘epicentro è stato localizzato vicino alla capitale Port-au-Prince. La Svizzera ha deciso di inviare sul luogo del disastro una squadra di intervento urgente.
Il sisma ha fatto registrare una decina di scosse nel giro di poche ore – la prima attorno alle 23 svizzere – e ha provocato numerosi crolli di edifici, fra i quali ci sono numerosi ospedali e il palazzo presidenziale di Port-au-Prince. «Tutto ha ballato, la gente ha urlato, le case hanno cominciato a crollare. Il caos è totale», ha commentato così il disastro un giornalista della Reuters sul posto. Nell’area colpita, dove vivono almeno 1,8 milioni di persone, le comunicazioni telefoniche sulla rete fissa e su quella mobile sono fuori uso e così nessuna notizia arriva dalle fonti ufficiali del governo. «Parlare di centinaia di vittime assomiglia ad una pietosa sottovalutazione», ha commentato un dirigente di una organizzazione di volontariato. Intanto, si segnalano già i primi furti. Un gruppo di uomini e donne ha saccheggiato nella notte un supermercato crollato per il terremoto. Sono segnalate anche altre azioni di sciacallaggio un po’ ovunque nella capitale.Colpita anche la sede dell’ONU
Anche il quartier generale della missione militare e civile dell’Onu è stato raso al suolo. «Siamo tremendamente preoccupati. Non riusciamo a stabilire alcun contatto con i nostri collaboratori (9000 uomini, fra i quali anche degli svizzeri. Ndr)», ha affermato un portavoce delle Nazioni unite. Nel paese più povero del Continente americano, sono stati gli edifici più alti e moderni a crollare come cartapesta: ospedali, il palazzo presidenziale, vari ministeri, hotel cosiddetti di lusso, edifici per uomini d’affari, grandi magazzini. Intanto, il vicepresidente della Croce Rossa internazionale Massimo Barra ha comunicato che tre dei quattro ospedali di Port-au-Prince sono crollati e che l’unico rimasto in piedi non accetta più feriti perché oramai intasato.
Solidarietà internazionale
La macchina internazionale dei soccorsi non ha tardato a mettersi in moto. I primi a muoversi sono stati gli Stati uniti. Il presidente Barack Obama e il segretario di stato Hillary Clinton hanno promesso aiuti immediati. «Siamo pronti a inviare mezzi civili e militari per aiutare le persone colpite dal disastro», ha spiegato la Clinton . Anche la Svizzera ha deciso di inviare subito una squadra d’intervento urgente. Il gruppo partirà oggi, mercoledì, e dovrà servire da «testa di ponte» per valutare sul posto quali sono i bisogni. Il portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Lars Knuchel ha precisato che le autorità elvetica sono in contatto con l’ambasciata a Port-au-Prince e con l’ufficio di cooperazione della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).