Un 2010 in allerta, anche in Italia, per il rischio terrorismo.
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, parla di “segnali preoccupanti” e il suo collega della Difesa, Ignazio La Russa, pur invitando a non cadere nella psicosi, dice che è un pericolo con cui “dobbiamo abituare a convivere”.
Un tema che lo stesso capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha toccato nel suo messaggio di fine anno: una “minaccia inquietante”, l’ha definita.
“Ci sono segnali molto seri di una ripresa dell’attività terroristica in tutto il mondo e ci sono segnali preoccupanti anche in Italia. Per questo abbiamo innalzato i livelli di sicurezza, abbiamo intensificato le attività di indagine ed abbiamo predisposto tutti i mezzi e gli strumenti per prevenire o impedire situazioni di questo tipo”, ha dichiarato Maroni.
“Il livello di attenzione è massimo”, ribadisce il responsabile del Viminale, secondo cui il pericolo “è soprattutto il terrorismo in franchising, quello che abbiamo già sperimentato con il ‘mezzo attentato’ di Mohammed Game” alla caserma di Milano: non è più una cellula di Al Qaeda che si insedia in un paese europeo, ma sono cellule locali che si formano sul territorio.
“Il pericolo arriva cioè – ha spiegato Maroni – dai singoli che, imbevuti di fondamentalismo, si decidono a compiere un attentato utilizzando il know how che viene loro fornito da internet o da contatti personali”.
“Si tratta di una realtà nuova nel panorama terroristico, molto più difficile da individuare e da controllare” ed è per questo, ha detto ancora il ministro, che “la vigilanza dovrà essere massima e per garantirla dovremo ricorrere, come sempre, ai servizi di informazione ma anche ad una rigida applicazione della Legge Bossi-Fini sull’immigrazione”.
A questo riguardo, secondo Maroni “le maglie delle norme per ottenere la cittadinanza non devono assolutamente essere allargate. Semmai io penso che si dovrebbe fare il contrario”.
Infine, il ministro si è detto “d’accordo in linea generale” con il card. Dionigi Tettamanzi secondo il quale la paura si combatte ascoltando gli altri. “Ci sono dei casi, però – ha osservato – come quello dell’attentatore di Milano, che sono nati più o meno in questo modo: siamo infatti in presenza di una persona che viveva in Italia da tanti anni, che era bene integrata, che aveva cominciato a frequentare una moschea di Milano e che improvvisamente si é trasformata da persona tranquilla in terrorista”.
Il ministro dell’Interno ha accenato anche all’introduzione dei body scanner negli aeroporti: “A livello europeo, stiamo già effettuando delle valutazioni”, ha detto.
“Personalmente anche se riconosco che non eliminano il rischio al cento per cento, sono favorevole ai body scanner. Comunque se il Garante per la privacy dice no, non possiamo utilizzarli”.
La lotta al terrorismo è stata il ‘focus’ del messaggio di fine anno del ministro La Russa alle Forze armate: occorre “andare avanti – ha detto, facendo particolare riferimento alle missioni ‘fuori area’ – per evitare che situazioni di crisi e di instabilità degenerino, contrastando le minacce eversive internazionali”.
Ruolo dei militari a parte, secondo La Russa “in questo secolo dobbiamo abituarci a convivere con il pericolo del terrorismo”. “Le misure di sicurezza sono attivate”, assicura il ministro, che invita a “non ricreare la psicosi dell’allarme terroristico: non dico che non c’è, ma dobbiamo imparare a convivere con questo pericolo”.
Il presidente della Repubblica nel suo messaggio di fine anno ha parlato di un mondo “turbato e sconvolto da conflitti e minacce, tra le quali si rinnova, sempre inquietante – ha detto – quella del terrorismo”.
Grande attenzione, dunque, alle “politiche volte ad affermare la legalità e a garantire la sicurezza”, le quali, però, ha avvertito Napolitano, “pur nella loro severità, non possono far abbassare la guardia contro il razzismo e la xenofobia, non possono essere fraintese o prese a pretesto da chi nega ogni spirito di accoglienza con odiose preclusioni”.
Articolo precedente
Prossimo articolo
Ti potrebbe interessare anche...
- Commenti
- Commenti su facebook