Nuova proposta della CIP-N per agevolare la naturalizzazione di stranieri di terza generazione, ne abbiamo parlato con la Consigliera nazionale Ada Marra
Lei ha depositato in Parlamento l’iniziativa “La Svizzera deve riconoscere i propri figli”, ci spiega brevemente di cosa si tratta?
Dopo la sconfitta davanti al popolo di diverse proposte di facilitazione di naturalizzazioni non automatica, mi è sembrato importante riprendere questo tema, dandogli più possibilità politiche. Il testo depositato nel 2008 era molto semplice. Diceva: La terza generazione di stranieri stabilitisi in Svizzera deve poter ottenere la cittadinanza su richiesta dei genitori o dei diretti interessati.
La direzione era quindi una naturalizzazione non automatica ma facilitata per la terza generazione, cioè i nipotini dei primi emigrati italiani, spagnoli, portoghesi, giunti negli anni ‘60 in Svizzera.
La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale CIP-N ha lanciato una nuova proposta che tratta l’agevolazione per la naturalizzazione degli stranieri che nascono in Svizzera, in cosa consiste questa proposta?
In seguito all’accettazione delle commissioni al Parlamento della mia iniziativa, è stata elaborata una legge per concretizzarla. E va nella direzione chiesta. Non è automatica nel senso che una domanda dovrà essere fatta sia dagli interessati sia dai genitori. L’esigenza è che non ci sia un “casier judiciaire” (casellario giudiziale ndr) per questi giovani. Che un/a nonno/a abbia avuto il permesso di soggiorno in Svizzera, che almeno un genitore sia nato in Svizzera o che non sia arrivato dopo i 12 anni.
Quali saranno le condizioni per una naturalizzazione agevolata? Ci saranno ancora procedure come ad esempio i colloqui con i rappresentanti del comune?
Lo scopo di una naturalizzazione facilitata è appunto di rinunciare a fare gli esami con i rappresentanti dei comuni o altri test. In fondo si deve riconoscere che la terza generazione è integrata di fatto poiché, per esempio, la lingua che padroneggiano di più è lo svizzero tedesco per chi vive in Svizzera tedesca o il francese per chi vive in Romandia. Anche se l’affetto rimane molto grande per i nonni, questa generazione conosce male il loro paese di origine. Il passato e l’avvenire di questi ragazzi rimane la Svizzera.
In alcuni cantoni la naturalizzazione agevolata esiste già. Lo scopo è che questa agevolazione sia la regola su tutto il territorio svizzero. Sappiamo che le condizioni di naturalizzazione, specie in Svizzera tedesca, sono molto difficili. E lo saranno ancor di più con la nuova legge sulla nazionalità che introduce non solo la condizione di saper parlare la lingua ma anche quella di saperla scrivere.
Da decenni il Consiglio nazionale e il Parlamento cercano di introdurre agevolazioni per la naturalizzazione di stranieri, finora senza risultato, dato che gli svizzeri alle urne hanno votato contro le proposte fatte. Perché gli svizzeri non sono convinti di queste agevolazioni?
Credo che il discorso politico o sociale sugli emigrati sia fatto per convincere la gente che c’è LO straniero. Come se l’immigrazione fosse un blocco unico. Come se la problematica della prima generazione o della terza sia la stessa, oppure quella dei clandestini o dei profughi. Invece ogni tipo di migrazione ha le proprio caratteristiche. E quella della terza generazione appunto è che non è una migrazione. Come tra l’altro quella della seconda. Non sono una terza generazione di emigrati. Non hanno lasciato un paese per venire in Svizzera. I loro genitori e loro stessi sono nati in Svizzera! Sono cresciuti, hanno studiato, lavorano in questo paese.
Come crede bisogna procedere per convincere gli svizzeri di queste agevolazioni?
Io credo che la chance di questa iniziativa è che non si presenterà davanti al popolo con altre proposte di naturalizzazioni per altre generazioni. Si parlerà solo di quella. E bisognerà mostrare chi sono questi figli della Svizzera che ancora chiamiamo sulla carte “stranieri”.
Visto la Sua esperienza da doppia-cittadina, come vive personalmente la speranza che possa riuscire?
Sarei felicissima che finalmente si muovessero le linee sulla questione dell’identità Svizzera. In fondo il dibattito porta su chi fa parte della famiglia o no.
E credo che sarebbe una bella vittoria far riconoscere lo statuto di questa generazione a chi è stato detto di non farne parte fin dalla nascita, quando invece fanno parte totalmente della famiglia.
Manuela Salamone
Foto: Parlament