Ispirato alla storia vera della famiglia Belon che nel dicembre 2004, si trovava in vacanza in Thailandia e in pochi istanti vede la loro vita precipitare nella tragedia quando lo tsunami si abbatte sulla costa provocando una vera e propria catastrofe. Dal 28 febbraio in tutta la Svizzera tedesca!
Impossibile è l’esclamazione che viene spontanea a tutti coloro che hanno saputo della straordinaria vicenda della famiglia spagnola che nel 2004 riuscì a salvarsi dal terribile tsunami che colpi la Thailandia e che provocò un numero infinito di vittime. Impossibile è immaginare cosa voglia dire ritrovarsi sommersi dalla forza incontenibile e immensa delle natura, sottoforma di un muro di acqua, che si abbatte in tutta la sua potenza su qualunque cosa o persona abbia davanti. Impossibile è riuscire a capire cosa voglia dire ritrovarsi a vivere in quell’attimo in cui tutto svanisce e tutto è tragicamente perso, primi fra tutti i componenti della famiglia e continuare a lottare per la propria sopravvivenza con questo strazio. Tutto sembra impossibile eppure è realmente accaduto! Il terrificante scenario è quello della Thailandia del 26 dicembre 2004, quando a causa di un potentissimo sisma di magnitudo 9.3, “il terzo terremoto più potente al mondo nella storia della sismologia”, la terra è stata investita dal terribile tsunami che ha provocato più di 5 mila persone, lasciando 1480 bambini orfani e 2800 dispersi. Quel giorno, insieme agli sfortunati abitanti del luogo, si trovavano in vacanza diverse famiglie di stranieri rimasti coinvolti alla catastrofe. Tra questi la famiglia spagnola Belon composta dai genitori e i tre figli che furono protagonisti di una vicenda incredibile, uno dei pochissimi casi che terminò positivamente.
La famiglia spagnola, infatti, non solo riuscì a salvarsi dalla catastrofe, ma dopo una serie di peripezie riuscì a riunirsi e a tornare a casa. È questa la vicenda che ha voluto raccontare il regista spagnolo Juan Antonio Bayona, che si serve del disaster-movie per indagare sui valori familiari. Ne risulta così un film sull’amore indissolubile per i propri cari che supera perfino momenti fortemente tragici. È l’amore che riesce a dare la forza alla madre di continuare a vivere nella speranza di poter trovare i figli vivi, così come è l’amore del figlio che riesce a superare prove fisiche e catastrofiche per portare in salvo e curare la propria madre malata. È ancora l’amore, che si nutre di speranza, che arma il piccolo gruppo di superstiti per andare alla ricerca dei propri cari e che, a volte, crea miracoli come quello che ha coinvolto la famiglia Belon. Bravissimi gli attori, Naomi Watts veste i panni di Maria, la mamma, ed Ewan McGregor è Henry, il padre che durante l’urto con l’onda riesce ad afferrare i due ragazzi più giovani, Simon e Thomas, ma è troppo tardi: l’onda irrompe contro di lui con una forza incredibile e gli fa perdere la presa. Maria è spinta sott’acqua, dove è schiacciata e battuta dalle macerie e si trova sull’orlo della morte. Finalmente riesce a tornare sulla superficie del mare nero in tempesta, che ha completamente sommerso l’hotel di tre piani e il paesaggio circostante. Mentre Maria cerca una boccata d’aria, prova a capire quanto è appena accaduto, convinta che la sua famiglia sia stato cancellata in un batter d’occhio. Ma poi, il figlio maggiore Lucas (Tom Holland) riaffaccia pochi metri più avanti di lei tra la corrente selvaggia.
Faccia a faccia con qualcosa di incomprensibile e inaspettato, deve lottare contro tutte le probabilità per la sua sopravvivenza e soprattutto quella del figlio con cui inizierà una disperata ricerca della propria famiglia. Oltre ai due attori già noti, non passa inosservata la prova del giovane emergente Tom Holland che porta sullo schermo un personaggio difficile, che si trova improvvisamente catapultato davanti ad una maturità precoce dovendosi prendere cura prima della madre ferita e poi aiutando i dispersi in ospedale. È un film che scuote, che lascia il segno perché è la riproduzione di una tragedia realmente accaduta che ha portato tanta, troppa sofferenza, che riesce ad evidenziare quanto sia piccolo e impotente l’uomo davanti alla forza brutale della natura, ma anche di come l’amore riesca a fare grandi cose, perfino impossibili!