Morti e feriti a ridosso delle feste natalizie in tre gravi eventi a Zurigo, Berlino e Ankara
Non si tratterebbe di un attacco terroristico, ma all’inizio delle indagini è tutto da confermare e si attende la conferenza stampa indetta per le 14 pomeriggio di martedì 20 dicembre, l’indomani della sparatoria che è avvenuta nei pressi di un centro islamico a Zurigo. Pare che l’autore della sparatoria si sia dato alla fuga mettendo in atto un’operazione di ricerca della polizia locale. Secondo le prime ricostruzioni verso le 17:30 di lunedì scorso uno sconosciuto è penetrato nel luogo di culto dove si trovavano diversi fedeli. Ha successivamente sparato un numero imprecisato di colpi, ferendo i tre uomini in modo medio-grave. Gli uomini rimasti feriti durante l’attentato avrebbero rispettivamente 30, 35 e 56 anni. L’autore sarebbe un uomo sulla trentina vestito di nero e dal volto coperto e si è poi dato alla fuga a piedi. Durante l’operazione di ricerca, un corpo è stato rinvenuto sotto un ponte, ad alcune centinaia di metri del centro islamico di Zurigo teatro della sparatoria, e pare che ci siano buone possibilità che si tratti proprio dell’attentatore. Maggiori informazioni saranno diffuse dalla polizia locale durante la conferenza stampa di martedì 20 dicembre (mentre andiamo in stampa).
“Piangiamo i morti e speriamo che i tanti feriti possano avere aiuto”. È il messaggio di Angela Merkel attraverso un tweet del suo portavoce, Steffen Seibert, apparso subito dopo l’attentato del 19 dicembre scorso, nel quale un tir si è scagliato su un mercatino natalizio a Berlino causando la morte di 12 persone e 48 feriti. Lo Stato islamico ha subito rivendicato la responsabilità dell’attentato, come è stato immediatamente scritto sul tabloid britannico Sun citando il quotidiano Usa Washington Times, che a sua volta fa riferimento a fonti irachene. L’autista del camion con targa polacca, autore dell’attacco, è stato arrestato dopo aver tentato la fuga: è stato infatti individuato e inseguito da alcuni testimoni che hanno avvertito la polizia. L’uomo ha attraversato il Tiergarten, grande parco al centro di Berlino, ed è stato poi bloccato dalla polizia all’altezza della Colonna della vittoria, a poco più di un chilometro di distanza dal luogo della strage. L’uomo sarebbe di nazionalità pachistana, ma fonti della sicurezza hanno spiegato che non è stato ancora possibile identificarlo con certezza assoluta dato che in passato si è servito di diverse identità. Inoltre l’uomo era noto alla polizia per reati minori ma non in relazione ad attività terroristiche. Arrivato in Germania nel 2015, è entrato in qualità di rifugiato il 31 dicembre 2015 attraverso il posto di confine di Passau, città bavarese alla frontiera con l’Austria.
Ci sarebbe anche un secondo sospetto attentatore, passeggero del camion, che sarebbe morto sulla scena dell’attacco, il mercato nella Breitscheidplatz, nei pressi della chiesa intitolata al Kaiser Guglielmo, sulla Kurfuerstendamm. Secondo quanto afferma il Guardian ci sono forti sospetti che il camion sia partito dall’Italia per fare rientro in Polonia e che il mezzo si stato rubato durante il viaggio.
“Non dimenticatevi di Aleppo, non dimenticatevi della Siria” È stato l’urlo dell’uomo che ha ucciso a colpi di pistola Andrey Karlov, l’ambasciatore russo ad Ankara, la capitale turca, anche questo evento accaduto lo scorso lunedì 19 dicembre.
La portavoce Maria Zakharova, citata dall’agenzia di stampa russa Tass, ha confermato che il diplomatico è morto per le ferite riportate nell’attacco. Karlov è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco mentre era impegnato in un discorso durante una mostra ad Ankara e le sue condizioni erano da subito apparse molto gravi. Anche in questo caso si può parlare di “un atto terroristico”, come è stato definito dal ministero degli Esteri russo. Diverse persone sarebbero rimaste ferite durante l’attacco. L’emittente Cnn Turk riferisce che tre feriti sono stati trasportati al Guven Hospital della capitale turca.
Il ministro turco dell’Interno, Suleyman Soylu, conferma che l’attentatore – ucciso dalle forze speciali turche – era un poliziotto. Mevlut Mert Altintas, nato nel 1994, sarebbe infatti il giovane che secondo il ministro ha aperto il fuoco contro il diplomatico russo. Il ministro ha spiegato che l’agente è stato in servizio negli ultimi due anni e mezzo presso il reparto antisommossa della polizia di Ankara. “Questo omicidio, questo attacco terroristico è un attacco vile che vuole colpire le relazioni tra Turchia e Russia. È una grande provocazione – ha detto Soylu – messo a segno in un periodo in cui le relazioni tra Turchia e Russia sono buone, è un attacco contro la Turchia e contro un amico”. Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha condannato l’uccisione dell’ambasciatore e ha denunciato una “provocazione” con l’obiettivo di danneggiare “il processo di normalizzazione delle relazioni tra Turchia e Russia”.
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foto: Ansa